"Dover uscire di casa per telefonare,
controllare di avere in tasca abbastanza monete, chiedere al tabaccaio
la scheda telefonica prepagata da 5000 lire e domandarsi se basterà;
cercare la cabina il cui telefono non sia guasto, chiudersi dentro e
lasciare fuori il mondo, sperando di non vedere nessuno piazzarsi lì
accanto in attesa, sperando di avere abbastanza tempo, sperando in
una risposta. Stare attenti a non sbagliare numero, immaginare la
faccia dall'altro lato del telefono, prestare attenzione ad ogni
respiro, ad ogni pausa, ad ogni inclinazione della voce, sentire il
tic dello scatto e avere voglia di chiudere gli occhi, di far finta
di essere soli, come se quel minuscolo spazio non fosse una prigione,
ma un universo parallelo, desiderare che quel filo unisca davvero,
che per magia faccia passare non solo le parole, ma anche i pensieri e
le emozioni. Illudersi che la distanza possa fare un po' meno male,
almeno per qualche momento, che sentirsi possa bastare per essere più
vicini, lasciare vagare lo sguardo distrattamente attraverso i vetri,
con un solo desiderio nel cuore. Essere altrove."
Laura Messina
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