In quest'ultima
settimana, ho pensato spesso al giorno in cui potrò riabbracciare i
miei cari e ho associato questo pensiero alla poesia “Il sabato
del villaggio”, che Giacomo Leopardi ha scritto il 29 settembre
1829, guardando dalla sua finestra che dava sulla piazzetta del
paese.
Questi versi hanno sempre
destato in me sentimenti di attesa…
La descrizione della ragazza e
di quello che la attornia, è minuziosa e ricca di particolari.
Ci
fa immaginare la giovane nelle sue parvenze, la vecchierella che
“ciàcola” con le vicine, i ragazzini che giocano festosi, il
paesaggio intorno, la campana che suona, i lavoratori artigiani del
tempo... Alla fine, il poeta dà un consiglio ai giovani, nella loro
più bella stagione della vita.
Le strofe che mi sono rimaste più impresse, sono quelle che raccontano la preparazione per il
dì di festa, ritenuta importante perché nell’attesa c’è la
speranza di un giorno gioioso...
“Questo di sette
è il più gradito giorno,
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pien di speme e di gioia:
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diman tristezza e noia
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recheran l'ore,
ed al travaglio usato
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ciascuno in suo
pensier
farà ritorno.”
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Ecco, io credo che il
giorno che precede la lunga attesa di rivedere i propri Cari, dopo
tanta assenza, sarà un giorno dove il desiderio e la speranza per
un domani ci troverà con il cuore pieno e colmo di emozioni.
Con
i versi di questa poesia, auguro a tutti di poter rivedere e
riabbracciare chi ci è caro: la propria famiglia e gli amici che
sono sempre rimasti nel cuore ed è lì, che in questo lungo tempo,
hanno potuto piantare radici ancora più profonde.
Lucia Marangoni Damari
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