Sento forte il desiderio di svelare la mia
fragilità, di mostrarla a tutti coloro che mi incontrano, che mi
vedono, come fosse la mia principale identificazione di uomo, di uomo
in questo mondo.
Un tempo mi insegnavano a
nascondere le debolezze, a non far emergere i difetti, che avrebbero
impedito di far risaltare i miei pregi e di farmi stimare.
Adesso voglio parlare
della mia fragilità, non mascherarla, convinto che sia una forza che
aiuta a Vivere.
Fragilità” ha la
stessa radice di frangere; che significa rompere.
La fragilità di un vetro
pregiato di Murano o di un cristallo di Boemia: bello, elegante, ma
basta poco perché si frantumi e si trasformi in frammenti
inservibili.
Conoscendone la natura,
si deve stare attenti a come lo si usa, a come lo si conserva:
occorre tenerlo lontano da luoghi in cui si compiono azioni d'impeto,
perché altrimenti quel vetro pregiato si fa nulla, solo ricordo.
«Fragile» significa
anche delicato, gracile.
Come un fiore: basta un
colpo di vento e un petalo si stacca e perde il suo profumo, divelto
dalla sua funzione, muore.
Il contrario di fragile è
resistente, tetragono, indistruttibile.
Si pensa agli oggetti in
acciaio, alle rocce di una montagna. All'uomo di roccia non di vetro,
all'uomo potente non fragile: c'è e tra un attimo potrebbe svanire,
pezzi di un'unità defunta, come non fosse mai stato.
Si sente dire che
l'educazione deve edificare un bambino forte, un uomo di coraggio che
affronta le lotte e le vince.
La timidezza, invece, va
curata e prima ancora nascosta: la paura va dimenticata e sostituita
con la Potenza e per questo ci si allena a battere un nemico, prima
Immaginario e poi di carne; e l’abilità sta proprio nel romperlo e
non nel venire rotti.
Ecco la differenza tra i
due opposti: la fragilità e la forza.
«Grandi» si crede siano
coloro che hanno sempre vinto, mentre i «gracili» in un attimo si
incrinano, si frantumano in tanti piccoli pezzi che non permettono di
venire ricomposti .
lo sono fragile e,
paradossalmente, sono portato a parlare di forza della fragilità: di
forza, anche se lontano dalla stabilità, dalla infrangibilità.
La fragilità richiama il
tempo e la caducità del tempo, del tempo che passa.
Ebbene, se sono stato, e
sono, un buon psichiatra, se ho aiutato i miei matti, ciò è
avvenuto per la mia fragilità … per la paura di sdoppiarmi, di
togliermi la voglia di vivere e di rendermi simile a un depresso che
chiede soltanto di scomparire per cancellare il dolore di cui si
sente plasmato.
La mia fragilità
significa che ho bisogno dell'altro, di chi mi possa aiutare con la
voglia di mostrarsi amico poiché sa che io sento la voglia di
esserlo per lui.
La mia fragilità mi
porta ad amare, dunque l'amore è la risposta a un bisogno, nato
dalla fragilità, dalla percezione che senza l'altro il mio essere
nel mondo è votato solo alla morte, al non esserci; e la solitudine
dell'uomo di vetro è la peggiore delle malattie, della malattie del
vivere.
(Vittorino Andreoli - da "L'uomo di vetro: la
forza della fragilità")
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