【Gianni Spagnolo ©
200428】
L' inedita sospensione forzata delle
nostre attività ci porta a vivere in un tempo dilatato e indefinito che tende a spiazzarci. Penso che questa sia stata per molti l’occasione per riflettere sul
concetto stesso di tempo, sul suo impiego e sul suo inevitabile scorrere.
Viviamo nel tempo e perciò siamo soggetti alle sue inesorabili parabole di nascita,
di trasformazione e di morte. Innumerevoli
sono le riflessioni sul tempo, adatte ad ogni sensibilità e momento, fatte in
ogni epoca. Shakespeare osservava che: “Ho
sciupato il tempo, e ora il tempo sciupa me”, mentre Schopenhauer riteneva
che: “La gente comune si preoccupa
unicamente di passare il tempo; chi ha un qualche talento pensa invece a
utilizzarlo”. Il tempo è fondamentalmente il metro della nostra esistenza.
La nostra concezione religiosa ed
escatologica oppone il tempo all’eternità. Il tempo è un lasso determinato in
cui viviamo la nostra vita terrena, mentre l’eternità quello illimitato della
vita futura. L’eternità pare contenere il tempo, ma con ciò stesso lo nega.
Dove c’è il tempo infatti non c’è l’eternità e dove c’è eternità non c’è il
tempo; un paradosso come per la vita e la morte.
Che il tempo scorra e si mangi la
nostra vita, come fa con ogni altra forma di vita animale, vegetale e
addirittura minerale che fosse, sembra
un concetto ovvio, assodato e inconfutabile. Invece non è così! Questa è solo
una distorsione di prospettiva. Il tempo infatti non esiste, non scorre, non
passa; semplicemente non c’è. Siamo noi a scorrere, a esistere e a passare.
Così come fanno tutte le cose che ci stanno attorno, in modi diversi. Noi siamo
già nell’eternità, perché è questa l’unica dimensione reale, anche se si tratta
d’un concetto astratto appunto perché non fa parte della nostra esperienza. Fu Antoine-Laurent
de Lavoiser, nel suo postulato fondamentale sulla materia a formulare la sua
famosa legge: “Nulla si crea, nulla si
distrugge, tutto si trasforma”. Purtroppo finì la sua vita materiale sulla
ghigliottina; chissà invece cosa ne sarà stato di quella spirituale che ha nell’eternità
il suo spazio d’azione.
Perché ho scritto queste cose? Ma per ammazzare il tempo, ovvio! ;-)
Perché ho scritto queste cose? Ma per ammazzare il tempo, ovvio! ;-)
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