Tutto il territorio dei
XIII Comuni è disseminato di capitelli, croci, steli, colonnette,
quali segni della fede dei coloni Cimbri. Questo piccolo, umile
capitello, situato nei pressi di contrada Bruschi di Velo Veronese,
non desta particolare attenzione, eppure racchiude in sé una
quantità di simboli, distribuiti su ogni lato, come non ho visto in
nessun altro capitello della Lessinia. Simboli che "parlano"
e molto raccontano della fede e della devozione dei nostri antenati
cimbri, la cui religiosità era tuttavia pregna di credenze pagane.
Spesso, con la costruzione di capitelli, i committenti perseguivano
l'idea di riscattare benefici pro-anima. Un po' come per le
indulgenze.
Il manufatto è di
pietra grezza con tettuccio di laste di Rosso ammonitico. Nella
nicchia, chiusa da cancelletto di ferro, vi è una Pietà che pare
scolpita nella pietra tufacea.
Il Cristo morto è
magrissimo, quasi scheletrico. Sullo sfondo è dipinta una croce.
Al centro del timpano si
trova l'Onnipotente con la mano destra benedicente mentre nella
sinistra tiene il globo crugifero, simbolo delle supremazia di
Cristo sul mondo e sui poteri terreni. A sinistra compare la
scritta: ETERNO.
Alla base
dell'Onnipotente figurano due spirali, le quali hanno vasta
simbologia ma, nel nostro caso, significano l'immortalità, l'anima
che continua il suo cammino.
Sempre sulla facciata,
in basso al centro, è scolpito un cuore, (a rappresentare la
Passione di Cristo) al cui centro vi è incastonato un altro piccolo
cuoricino di pietra nera con sulla destra una piccolissima croce e
la scritta ormai illeggibile: "DEO TMPETAT ( TEMPESTATE) LIBERA
NON DOMINE", quindi un occhio anche alla protezione dei
raccolti. Tutt'intorno al cuore sono incisi i nomi dei committenti:
DOMENICO CROCE - T(OR)NERI ARCANG(E) LO A. 1840 F.F ( Fecero Fare)
Sul lato sinistro è
scolpita una scala a rappresentare il collegamento tra terra e cielo
per arrivare al Sommo. Sul lato destro vi è scolpito un gallo
simbolo di vigilanza, annunziatore di vita; con il suo canto saluta
il nuovo giorno. Il gallo era anche un monito a mantenersi sempre in
grazia di Dio facendo leva sul detto " Se per alto destin certa
è la morte, non si sa il dove, né per quale sorte" - un
monito dunque, ad essere sempre pronti! Curiosamente questo gallo
poggia le zampe sopra un fungo-pino, ovvero quello che gli studiosi
chiamano " albero fungo" dalla ricca simbologia. Infine
sul retro è scolpita una croce con sopra una colomba, ormai
consunta, simbolo dello Spirito Santo. Come si vede, i committenti,
non hanno lasciato fuori nessuno delle " alte sfere" e
quindi lo scopo di mettere al sicuro l'anima, l'avranno certamente
raggiunto ! ( A. Stringher)
cimbernauti
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