sabato 23 maggio 2020

Arte cimbra nei capitelli della Lessinia



Tutto il territorio dei XIII Comuni è disseminato di capitelli, croci, steli, colonnette, quali segni della fede dei coloni Cimbri. Questo piccolo, umile capitello, situato nei pressi di contrada Bruschi di Velo Veronese, non desta particolare attenzione, eppure racchiude in sé una quantità di simboli, distribuiti su ogni lato, come non ho visto in nessun altro capitello della Lessinia. Simboli che "parlano" e molto raccontano della fede e della devozione dei nostri antenati cimbri, la cui religiosità era tuttavia pregna di credenze pagane. Spesso, con la costruzione di capitelli, i committenti perseguivano l'idea di riscattare benefici pro-anima. Un po' come per le indulgenze.

Il manufatto è di pietra grezza con tettuccio di laste di Rosso ammonitico. Nella nicchia, chiusa da cancelletto di ferro, vi è una Pietà che pare scolpita nella pietra tufacea.

Il Cristo morto è magrissimo, quasi scheletrico. Sullo sfondo è dipinta una croce.

Al centro del timpano si trova l'Onnipotente con la mano destra benedicente mentre nella sinistra tiene il globo crugifero, simbolo delle supremazia di Cristo sul mondo e sui poteri terreni. A sinistra compare la scritta: ETERNO.

Alla base dell'Onnipotente figurano due spirali, le quali hanno vasta simbologia ma, nel nostro caso, significano l'immortalità, l'anima che continua il suo cammino.

Sempre sulla facciata, in basso al centro, è scolpito un cuore, (a rappresentare la Passione di Cristo) al cui centro vi è incastonato un altro piccolo cuoricino di pietra nera con sulla destra una piccolissima croce e la scritta ormai illeggibile: "DEO TMPETAT ( TEMPESTATE) LIBERA NON DOMINE", quindi un occhio anche alla protezione dei raccolti. Tutt'intorno al cuore sono incisi i nomi dei committenti: DOMENICO CROCE - T(OR)NERI ARCANG(E) LO A. 1840 F.F ( Fecero Fare)

Sul lato sinistro è scolpita una scala a rappresentare il collegamento tra terra e cielo per arrivare al Sommo. Sul lato destro vi è scolpito un gallo simbolo di vigilanza, annunziatore di vita; con il suo canto saluta il nuovo giorno. Il gallo era anche un monito a mantenersi sempre in grazia di Dio facendo leva sul detto " Se per alto destin certa è la morte, non si sa il dove, né per quale sorte" - un monito dunque, ad essere sempre pronti! Curiosamente questo gallo poggia le zampe sopra un fungo-pino, ovvero quello che gli studiosi chiamano " albero fungo" dalla ricca simbologia. Infine sul retro è scolpita una croce con sopra una colomba, ormai consunta, simbolo dello Spirito Santo. Come si vede, i committenti, non hanno lasciato fuori nessuno delle " alte sfere" e quindi lo scopo di mettere al sicuro l'anima, l'avranno certamente raggiunto ! ( A. Stringher)
cimbernauti







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