mercoledì 22 giugno 2016

Fusione Arsiero-Tonezza.



Che quello tra Arsiero e Tonezza sia un matrimonio di convenienza ancora non è dato sapere, ma di sicuro l’intenzione di dare il via ad una unione felice c’è proprio tutta da parte delle due amministrazioni.

E come nel più classico corso per fidanzati Tiziana Occhino e Diego Dalla Via hanno fissato due serate di approfondimento, la prima martedì prossimo nella sala conferenze in Piazza Rossi ad Arsiero, e l’altra giovedì 23 giugno a Tonezza nel centro congressi in zona impianti sportivi, entrambe con inizio alle 20.30.

Per i due paesi confinanti, Arsiero di 3.200 abitanti e Tonezza di poco più di 500, entrambi con una spiccata vocazione montana e con l’esigenza di uno sviluppo turistico sul territorio, il percorso verso la fusione è possibile, e la cittadinanza deve iniziare ad intravederne il percorso.

Il sindaco di Arsiero Occhino racconta come si è arrivati alla ‘proposta di matrimonio’ proprio con il paese di Dalla Via, nonostante il cercato coinvolgimento di tutti i comuni limitrofi sul tema della fusione.

‘Abbiamo raccolto il parere favorevole  – ammette Occhino – del solo comune di Tonezza del Cimone a proseguire concretamente sul percorso, iniziando l’iter previsto dalla normativa. Il primo passo deve essere una delibera consigliare per chiedere alla Regione di dare il proprio parere favorevole, con un successivo attivarsi nell’organizzazione di un referendum che dia la parola ai cittadini’.

arsiero consiglio comunale
I due incontri informativi con la popolazione sono preliminari in vista dei consigli comunali per approvare la delibera. ‘Vogliamo iniziare con tutta la cittadinanza – continua il sindaco di Arsiero – un dialogo franco e proficuo per capire le ragioni e le opportunità offerte dalla Regione al processo di fusione, e per spiegare bene i tempi e i modi dell’iter necessario’.

Nell’ottica di questi sindaci pionieri la fusione tra i piccoli comuni non significa solo risparmio, ma anche servizi più efficienti da dare ai propri cittadini.  ‘Le amministrazioni di Arsiero e Tonezza – spiega ancora Occhino – sono convinte che, visto il difficile periodo che stiamo affrontando per la finanza e la gestione pubblica dei servizi, sia nostro dovere mettere in campo tutte le possibilità concrete di emancipazione e di respiro della macchina amministrativa. Essendo momentaneamente di difficile attuazione – conclude il primo cittadino di Arsiero – le politiche di gestione associata dei servizi in Unione Montana o tramite convenzione, riteniamo che non si possa continuare a far pesare sul territorio e sui servizi ai cittadini i lunghi tempi di risposta politica alle sempre più difficili sfide cui è chiamata a far fronte la pubblica amministrazione’.


Marta Boriero
altovicentinonline

14 commenti:

  1. Così dimostrano di essere due bravi amministratori.
    Negli attuali tentativi di fusione, possono facilmente porre ed accettare condizioni condivisibili, soddisfacendo, per quanto possibile, le diverse esigenze dei cittadini dei due Comuni.
    Ben diversa sarà la situazione dei Comuni limitrofi, allorquando, per disposizioni di legge specifica, dovranno unirsi a Tonezza ed Arsiero, senza poter contrattare altrettante condizioni a beneficio dei propri abitanti.
    Un sentito grazie ai due Sindaci lungimiranti, Occhino e Dalla Via, che indicano la via migliore da seguire per l’unione dei nostri Comuni.

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  2. Tonezza ed Arsiero sono comuni guidati dalla sinistra gli altri no.
    Ergo..........

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  3. Fino a prova contraria non sono guidati dalla sinistra, ma da LISTE CIVICHE, esattamente come gli altri comuni.

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    1. No, no, sono proprio di sinistra, eccome! Ma camuffate con liste civiche.

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  4. Ieri sera sono andato ad ascoltare quello che proponevano i sindaci di Arsiero e Tonezza a riguardo della possibilità di fusione dei due comuni..devo puntualizzare che sono venuto a conoscenza dell'incontro tramite facebook, e questo è il primo punto che mi ha lasciato perplesso, "come mai la nostra amministrazione non ci ha informato su di un argomento così importante?"..durante l'incontro si è parlato di difficoltà di amministrare comuni piccoli o piccolissimi..dell'opportunità di accedere a incentivi rilevanti messi a disposizione dello stato e della regione per i comuni che si fondono, di opportunità di risparmio e di ottimizzazione nella fornitura dei servizi ai cittadini....di possibilità tramite gli "aiuti" che lo stato e le regioni danno di sviluppare programmi indirizzati al rilancio del nostro territorio..e mi chiedevo, man mano che l'incontro si definiva, il perchè nessuno ci avesse mai accennato di questa possibile alternativa..incuriosito, durante la fase di discussione ho chiesto: " ma perché non è stato aperto un tavolo di discussione sull'opportunità di estendere la fusione anche ai comuni attigui?"..Quì mi sono veramente vergognato..la risposta la riassumo brevemente.." I nostri amministratori non si sono mai voluti confrontare su questo argomento e dirò di più..non sono partecipi da MOLTO TEMPO alle attività dell'UNIONE DEI COMUNI MONTANI, non presenziando anche se facenti parte del consiglio, alle attività di questo ente..ma è possibile che un'amministrazione (maggioranza e opposizione) non ci rappresenti in un'Ente delegato a gestire il territorio? è possibile che un comune come il nostro che rischia il commissariamento per problemi che l'amministrazione definisce "insormontabili" e risolvibili "solo" con la vendita di una parte del territorio e della nostra salute non ci abbia chiesto se ci poteva interessare una soluzione come questa?
    Io, cittadino di Valdastico, pretendo delle spiegazioni, pretendo che la nostra amministrazione ( maggioranza e minoranza ) mi renda partecipe di quanto la politica del territorio propone e mi rappresenti negli enti e/o organizzazioni preposte alla gestione del territorio.
    Sono molto deluso e mi sono vergognato molto..e con me anche altri residenti del mio comune che sono intervenuti al dibattito..attendo una sollecita risposta..
    Carlo Bernardi

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  5. Ma cosa vuoi pretendere leggi più spesso il blog bronsescoverte, i giornali, le locandine messe in tutti i bar chè lo sapevano anche le galline di questo innamoramento a sinistra di Arsiero e Tonezza e se non sei informato procurati di farlo in fretta perchè nessun comune che incassa centinaia di migliaia e magari più di un milione di euro all'anno dal fondo ODI si vorrebbe fondere con un comune come Tonezza che è escluso da questo fondo e poi non sparare a vanvera sulla Croce Rossa perchè questi nuovi amministratori non saranno un fulmine di guerra ma hanno trovato una eredità economica da far paura anche al più scafato amministratore.
    Antonio Dal Pozzo

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    1. Semo stufi de balossade, dighe chei fasse qualcossa par el paese, no par fassa

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    2. Il fondo ODI non centra nulla.
      Rimane comunque il fatto che i nostri bravi amministratori, maggioranza e minoranza, risultano regolarmente assenti alle riunioni del Consiglio dell’Unione dei Comuni montani, forse perché intenti a “svoltolar formaio” o per pellegrinaggi.
      Cerchiamo di essere seri!
      La realtà economica che hanno trovato gli attuali amministratori, consiste in una avviata attività di estrazione quantificata in centinaia di camion giornalieri che trasportano ghiaia verso la pianura.
      Prima che vadano in prescrizione, cerchino di introitare i relativi proventi!

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  6. Dal pozzo sempre dimostrazione della tua educazione anche nel blog

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  7. Vorrei dire al mia riguardo alle fusioni fra comuni contermini, perché non è solo l’economia o la logistica che deve comandare. Ricordiamoci che nel 1940, quando si costituì il comune di Valdastico, l’operazione mise insieme abitati di tre diversi municipi (Rotzo, Casotto e Forni), accomunatati dalla contiguità territoriale e dal contenitore rappresentato dalla valle, con il suo sviluppo viario, economico e demografico. Sulla carta, con i criteri di convenienza che si vorrebbero applicare anche oggi e con una spinta governativa che c’era allora come ora, era un progetto ragionevole e condivisibile, che però ha partorito un mostro. Non basta un annuncio matrimoniale che collimi con i desiderata reciproci per garantire una unione stabile. C’entra l’affinità di pelle, la genetica e la storia, nonché un’infinità di emozioni e variabili che dipendono dalla nostra umanità. In quella trentina di chilometri quadrati s’erano concentrate tre diocesi, quattro parrocchie, due stati e quattro comuni in mille anni di storia. Poi si divise l’amministrazione ma non la terra, si crearono altri mostriciattoli come le separate e le separate delle separate, e così via. Tonezza sta ad Arsiero come Casotto stava a San Pietro o Forni a Pedescala. Non basta la strada di Gronchi del 1961 per cambiare la storia, come non bastò la provinciale ad avvicinare Pedemonte. Casotto ha già riportato le cose al pristino stato e il ritorno di Pedemonte al Trentino non farebbe che compierle. Forni e Tonezza sono gemelli di sangue e dovrebbero trovare più naturalmente un apparentamento con Lastebasse, con il quale condividono la valle e la montagna. San Pietro e Pedescala sono incorreggibili fratellastri che solo con Rotzo troverebbero forse ragioni comuni e reciproche convenienze e garanzie. Certo questo non risolverebbe al questione demografica, dato che pur con tali unioni i numeri restano impietosi, ma almeno non si creerebbero altri mosti politici, che ce ne sono già abbastanza.

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  8. Caro Philo la tua idea utopistica è lodevole, ma un matrimonio deve essere fatto da due figure concordanti nella stessa idea. Hai sentito per caso che Rotzo accetti le sue ex frazioni, io non credo proprio. La loro idea è che se dovrebbero fondersi lo farebbero solo verso est, Roana per esempio. Per la storia poco dopo la formazione del nuovo comune di Valdastico, Pedescala aveva chiesto il rientro nel vecchio comune di Rotzo. Era stata fatta una consultazione popolare fra la popolazione di Rotzo. Risultato un favorevole solo, costretto dalla moglie che era da Settecà, quindi noi resteremo per quelli di rotzo "quei de la vale"

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    1. Caro Lux, se le cose fossero facili si realizzerebbero senza problemi, è per quelle difficili che occorrono persone che sappiano guardare avanti. Guarda per esempio Schio, una città che ha assorbito nel tempo i comuni montani confinanti di Magré e Tretto, diventando un territorio in cui sono presenti caratteri opposti di economia avanzata e di marginalità montana. Su Schio si sono però sempre riversati gli abitanti di Magrè e Tretto (e anche quelli della Val Leogra) , da ben prima della urbanizzazione del dopoguerra, costituendone larga fetta della popolazione. Chi vota a Schio ha anche un occhio ai suoi luoghi d’origine e può condizionarne la relativa politica. Arsiero non è stato mai un polo di urbanizzazione per l’alta Val d’Astico. Mi pare non lo sia nemmeno per Posina o Tonezza. Arsiero ha pertinenze montane disabitate e solo le valli di Rio Freddo e Tovo hanno qualche residuo abitante, ma nessun vigore sociale. Voglio ben vedere che tipo di politica e di interessi sarà in grado di esprimere un siffatto agglomerato (ricordiamo le imperfette regole della democrazia rappresentativa) , qualora vi si associassero i comuni della Valdastico. E’ chiaro che Rotzo guardi ad est, dove dovrebbe guardare altrimenti, a Levico? Finché discute dell’urbanizzazione dell’Hangar, va bene, ma per decisioni che interessassero gran parte del suo territorio, dovrebbe discuterne con i suoi simpatici confinanti di valle (con prevedibili esiti) e così sarà sempre a sovranità limitata. Qui, più che di utopia, mi pare questione di ragionevolezza. Se stessimo agli umori di pelle so anch’io che non andremmo da nessuna parte, ma è proprio qui che devono agire persone che abbiano ampiezza di vedute e retta coscienza.

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  9. Campa Phil Che.



    ................

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  10. Andaloche, tusi, .. a no ne mancava altro chel Philo se metesse a zugatolare cole costrussiòn....

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