Sta destando un certo scalpore nelle
due cittadinanze l’annuncio della proposta di un solo Comune al posto
degli attuali due, tramite la fusione tra Arsiero e Tonezza del Cimone.
Mentre c’è già chi tenta di dare un nuovo nome all’unico Comune, in
attesa degli incontri con la popolazione, indetti rispettivamente per
martedì 21 giugno, e per giovedì 23, sempre alle 20.30, c’è anche chi
paventa i debiti tonezzani da assorbire, derivanti dalle molteplici
opere sportive e turistiche realizzate nell’ultimo decennio, e chi si
chiede come si faccia a rinunciare a cuor leggero al proprio “campanile”
e all’indipendenza. Intanto, a Laghi, per popolazione “cenerentola” fra
i Comuni veneti, si ribadisce il netto “no” a qualsiasi proposta di
aggregazione.
«Ho portato in consiglio comunale l’invito che mi
hanno rivolto i colleghi di Arsiero e di Tonezza – dice il sindaco
Ferrulio Angelo Lorenzato - ma, ho ricevuto un preciso rifiuto. Fin
tanto che non ci sia una legge che ci obbligherà a fonderci, noi non
rinunceremo mai e poi mai alla nostra sovranità. Neanche se la
popolazione effettivamente residente dovesse scendere sotto gli attuali
80 abitanti».
Anche il sindaco della vicina Velo d’Astico, Giordano Rossi, ha
declinato l’invito, rinviando eventualmente al futuro ogni possibile
ripensamento. Per quanto concerne Posina, netta la contrarietà espressa
dal sindaco Andrea Cecchellero. «Premesso che noi facciamo parte
dell’Unione montana Alto Vicentino Pasubio – dice – non ho preso in
considerazione l’invito arrivato. Fonderci significa perdere la nostra
identità e l’autonomia. Per questo mi batterò sempre per difenderle,
anche se capisco le difficoltà che hanno oggi i Comuni privi di entrate
proprie. Lo Stato, invece di sostenere le fusioni tra Comuni, dovrebbe
badare a fondere i Ministeri». G.M.F. GdV
Complimenti per la lungimiranza. Speriamo che si sbrighino ad obbligare le unioni dei comuni, come stanno facendo in Trentino.
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