«Terremoto continuo, con boati
che terrorizzano gli abitanti e autentici movimenti tellurici, che
causano ingenti danni alle case, dove si sono aperte ampie crepe,
provocate inequivocabilmente dall’esplosivo usato in cantiere della cava
Marmo Grolla». È quanto denuncia Ermes Trovò dello Studio 3A di
Venezia, la società specializzata nella valutazione delle responsabilità
civili e penali a tutela dei diritti dei cittadini, cui si sono rivolte
una trentina di famiglie di contrada Tommasoni. «L’obiettivo degli
abitanti non è solo quello di ottenere un risarcimento dei danni
materiali subiti dalle loro proprietà e di quelli esistenziali -
prosegue la nota del titolare dello studio - ma soprattutto fermare
questo stato di cose. Finora le loro segnalazioni, le richieste e le
denunce non hanno prodotto risultati. L’8 marzo c’è stato un incontro al
municipio di Cornedo, presente anche l’amministrazione comunale di
Valdagno, perché la cava insiste per l’80 per cento in territorio di
Valdagno, da allora sono passati ormai più di tre mesi, ma non abbiamo
più sentito nessuno. (...)
(Giornale di Vicenza)
CORNEDO VICENTINO - Una trentina di famiglie di contrada Tommasoni chiedono giustizia, perchè da tempo sono sconvolte dalle lavorazioni della cava di marmo Grolla che incombe sulle loro teste e si sta “mangiando” il colle alle cui pendici sorge l'abitato. La cava della ditta Faba Marmi di Alessandro Faedo opera da anni sul posto, ma la sua attività negli ultimi anni è cambiata come tipologia: viene estratta graniglia e per ridurre in poltiglia il materiale vengono fatte esplodere delle mine con una frequenza di due-tre serie alla settimana e ciascun ciclo può contare una decina di esplosioni.
La normale vita della contrada è scandita dalle deflagrazioni, con una sirena ad avvisare dell'inizio dei “botti”. Esasperati dei continui boati che per i movimenti tellurici indotti dalla mine causano ingenti danni alle case che presentano ampie crepe, all'esterno come all'interno, i residenti della contrada si sono rivolti allo Studio 3A di Venezia, specializzato a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali a tutela dei diritti dei cittadini. I residenti sono preoccupati anche dei rumori: recenti rilevamenti dell'Arpav hanno rilevato lo sforamento dei limiti acustici diurni. «Abbiamo cercato di aprire un tavolo per trovare soluzioni - spiega Ermes Trovò, presidente di Studio 3A - Ma di fronte al muro eretto dalla proprietà e al lassismo delle istituzioni non ci resta che rompere gli indugi e intervenire noi, direttamente». L'obiettivo degli abitanti non è tanto quello di ottenere un risarcimento dei danni materiali subiti dalle loro proprietà e di quelli esistenziali, ma soprattutto di fermare l’attuale stato di cose ponendo dei limiti in ordine alla sicurezza e alla tutela ambientale per l'impattante attività di cava.
«L'8 marzo nella sede comunale di Cornedo abbiamo avuto un incontro con le autorità competenti, al termine del quale - conclude Trovò - gli enti locali (Provincia di Vicenza e i Comuni di Cornedo e Valdagno in primis) si sono assunti impegni di fronte a decine di residenti. In particolare si era raggiunto l'accordo di riunirsi a stretto giro di posta in un tavolo di concertazione tecnica per perfezionare e comprovare le richieste degli abitanti con l'ottica di migliorare la situazione attuale. Da allora non abbiamo più sentito nessuno: sono passati 3 mesi e non possiamo restare a guardare, non possiamo più accettare che i residenti di contrada Tommasoni vivano in queste condizioni nell’attesa che la montagna crolli». La società non esclude il ricorso alle vie legali, non solo in sede civile ma anche penale attraverso un esposto in Procura.
CORNEDO VICENTINO - Una trentina di famiglie di contrada Tommasoni chiedono giustizia, perchè da tempo sono sconvolte dalle lavorazioni della cava di marmo Grolla che incombe sulle loro teste e si sta “mangiando” il colle alle cui pendici sorge l'abitato. La cava della ditta Faba Marmi di Alessandro Faedo opera da anni sul posto, ma la sua attività negli ultimi anni è cambiata come tipologia: viene estratta graniglia e per ridurre in poltiglia il materiale vengono fatte esplodere delle mine con una frequenza di due-tre serie alla settimana e ciascun ciclo può contare una decina di esplosioni.
La normale vita della contrada è scandita dalle deflagrazioni, con una sirena ad avvisare dell'inizio dei “botti”. Esasperati dei continui boati che per i movimenti tellurici indotti dalla mine causano ingenti danni alle case che presentano ampie crepe, all'esterno come all'interno, i residenti della contrada si sono rivolti allo Studio 3A di Venezia, specializzato a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali a tutela dei diritti dei cittadini. I residenti sono preoccupati anche dei rumori: recenti rilevamenti dell'Arpav hanno rilevato lo sforamento dei limiti acustici diurni. «Abbiamo cercato di aprire un tavolo per trovare soluzioni - spiega Ermes Trovò, presidente di Studio 3A - Ma di fronte al muro eretto dalla proprietà e al lassismo delle istituzioni non ci resta che rompere gli indugi e intervenire noi, direttamente». L'obiettivo degli abitanti non è tanto quello di ottenere un risarcimento dei danni materiali subiti dalle loro proprietà e di quelli esistenziali, ma soprattutto di fermare l’attuale stato di cose ponendo dei limiti in ordine alla sicurezza e alla tutela ambientale per l'impattante attività di cava.
«L'8 marzo nella sede comunale di Cornedo abbiamo avuto un incontro con le autorità competenti, al termine del quale - conclude Trovò - gli enti locali (Provincia di Vicenza e i Comuni di Cornedo e Valdagno in primis) si sono assunti impegni di fronte a decine di residenti. In particolare si era raggiunto l'accordo di riunirsi a stretto giro di posta in un tavolo di concertazione tecnica per perfezionare e comprovare le richieste degli abitanti con l'ottica di migliorare la situazione attuale. Da allora non abbiamo più sentito nessuno: sono passati 3 mesi e non possiamo restare a guardare, non possiamo più accettare che i residenti di contrada Tommasoni vivano in queste condizioni nell’attesa che la montagna crolli». La società non esclude il ricorso alle vie legali, non solo in sede civile ma anche penale attraverso un esposto in Procura.
ilgazzettino.it
I cittadini con contano niente. Ci si ricorda di loro solo quando è ora di andare alle elezioni e ai rappresentanti in lizza serve il voto. Allora...quante promesse!! Quante false attenzioni! Quanti paroloni! Li sanno utilizzare tutti: bene comune, salute pubblica, ambiente... poi.... Più nulla. Anzi, peggio. Veniamo trattati come pecoroni al pari di chi è allo Stato. Abbiamo degli esempi encomiabili in casa.
RispondiEliminaMa chère DXE, di cosa ti meravigli mai? Ai politici interessa solo l'oggi, o al massimo il breve periodo. Giacché, come diceva saggiamente i 1º barone Keynes di Tilton, .... nel lungo periodo saremo tutti morti!
EliminaEsempio lampante di come la teoria sia diversa dalla pratica, ovvero come le istituzioni “sulla carta” difendano il bene comune e controllino che i progetti fossero fatti a norma, ma poi si guardino bene dall’intervenire quando serve.
RispondiEliminaAllora bisogna provare a cambiare i politici che si nascondono sotto l'emblema della lista civica. Mettiamo alla prova i 5stelle. Almeno, essendo nuovi non sono compromessi come quei vecchi marpioni che oramai puzzano di marcio .
RispondiEliminaLe scarpe vecie le xe sboldre e le spussa, quele nove le strende, quele de medavia no le va ben né pal suto né pal moio. Ciò,...che no sia mia mejo nar desculsi?
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