martedì 21 giugno 2016

Cibo e religione: i cibi proibiti per Ebraismo, Islam e Buddismo

Come e cosa mangiare non è solo una questione culturale, regionale, sociale. Il cibo per l’uomo ricopre un ruolo tanto importante che, superando la primaria funzione di sostentamento, si eleva alla dimensione spirituale: e le religioni non mancano di normare il rapporto dell’uomo con il cibo, considerato un dono di Dio. Ecco i cibi proibiti e le regole alimentari di Islam, Ebraismo, Buddismo, Cristianesimo e Induismo.

Islam: i cibi Ḥarām

Pensando al cibo proibito (haram in arabo) nella religione musulmana ci viene subito in mente il maiale (e il cinghiale), per il quale esistono anche ragioni storiche e igienico-sanitarie: il maiale è un animale onnivoro che si nutre anche di carcasse e cibi ormai guasti e quindi possibile foriero di malattie. Per motivi simili sono vietati anche gli animali carnivori (leone, tigre ma anche gatto, cane, scimmia) e gli uccelli predatori, così come i rettili e gli insetti invece perché privi di sangue o a sangue freddo (ma le locuste sono lecite). La carne equina non è proibita ma sconsigliata più per una questione di rispetto verso l’animale; unica eccezione l’asino addomesticato, vietato perché considerato una risorsa per la comunità. In generale però la carne può essere consumata solo se macellata secondo il rituale islamico: l’animale non deve subire violenze e deve essere sgozzato vivo fino al totale dissanguamento; poi si devono scartare interiora, midollo, pupille e organi genitali.
Lui vi ha proibito soltanto il feto animale, il sangue, e le carni suine, e tutto quanto sia stato immolato (nel nome di) ad altri diversi da Dio. Ma per colui che è indotto dalla estrema necessità, che non brama per questi cibi o si diletta nella trasgressione, non vi è peccato per lui. Allah Perdona, è Misericordioso [Corano 2:173]
L’altro grande divieto islamico sono gli alcolici, definiti “opera di Satana” dal Corano poiché, insieme alle droghe, danneggiano la salute e ottenebrano la ragione: non solo vino, ma qualsiasi distillato o bevanda che contenga alcol, frutto di qualsiasi tipo di elemento vegetale (uva, dattero, fico ma anche grano, orzo, mais, riso). Completamente Ḥalāl invece (leciti) tutte le piante e i frutti della terra. Anche sui prodotti del mare ci sono limitazioni: sì ai pesci dotati di squame e no a balene, squali e anguille o ai prodotti ittici con guscio (crostacei e molluschi).

Ebraismo: la Kasherùt

Il divieto della carne di maiale è condiviso anche dagli ebrei, che lo definiscono un animale impuro perché
Anche il maiale, che ha l’unghia bipartita ma non rumina, lo considererai immondo. Non mangerete la loro carne e non toccherete i loro cadaveri [Deuteronomio 14, 8]
Secondo la Kasherùt infatti (le regole dettate nella Torah, soprattutto nei libri Levitico e Deuteronomio) in generale sono puri gli animali contemporaneamente con lo zoccolo spaccato e ruminanti (come la mucca o la capra), cosa che esclude categoricamente cavalli, muli, asini e cammelli. Illeciti anche selvaggina (carnivori ma anche conigli e lepri), crostacei e molluschi ma permessi i pesci (che abbiano squame e pinne) e alcuni volatili come pollo, il tacchino, l’oca (non i rapaci) e tutti i tipi di vegetali. Per essere Kashèr (adatti) le carni poi devono essere macellate secondo la shechitah, la macellazione rituale che prevede il taglio della gola dell’animale così da ottenere una morte rapida dell’animale e il completo dissanguamento. Per completare la casherazione, che toglie ogni traccia di sangue, la carne viene poi messa in ammollo per almeno mezz’ora e poi coperta di sale. A tavola poi non possono essere mescolati carne e latticini, il che rende Taref (non adatti) i formaggi prodotti con caglio animale ma anche le cotture nel burro. Il vino non è proibito ma solo se preparato secondo i metodi kashèr.

Cristianesimo

I primi cristiani mantennero in parte i divieti giudaici, come quello di non mangiare le carni degli animali sacrificati agli idoli, di non toccare il sangue e di non mangiare il cavallo. Ma poi tali precetti si persero, seguendo le parole di Gesù che rifiutava i formalismi ebraici
Non quello che entra dalla bocca rende impuro l’uomo, ma quello che ne esce [Matteo 15, 11]
Così per i cristiani l’unico limite è per la carne e gli insaccati nei venerdì di Quaresima e il digiuno il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo, oltre un generico richiamo alla sobrietà e a non cadere in peccati di gola. A testimonianza delle origini anche culturali e igienico-sanitarie delle regole alimentari, si noti che la Chiesa ortodossa etiopica (Tewahedo) proibisce la carne di maiale.

Buddismo e Induismo: vegetariani sì o no?

L’Induismo ritiene che ogni forma di vita sia sacra e, oltre al divieto di uccidere l’animale sacro per eccellenza (la mucca, considerata fondamentale per la vita contadina), prevede il vegetarianesimo: quindi nella sua forma più ortodossa sì solo a latticini e non sempre alle uova, ma a seconda delle aree geografiche si possono incontrare deroghe per carni ovine, pollo e pesce. Altra proibizione, che vale però per i bramini ma non è tassativa per gli altri fedeli, è il consumo di alcolici. Buddha invece non ha mai vietato espressamente la carne, ma non consumarla segue il precetto di rispettare ogni forma di vita e contribuire affinché nel mondo ci siano meno uccisioni possibili. Quindi il vegetarianesimo è una pratica positiva, comunque non da ritenersi tassativa: basti pensare che un monaco buddista, di norma vegetariano per scelta, non può comunque rifiutare un piatto di carne che gli viene offerto perché l’accoglienza della generosità altrui è più importante di qualsiasi regola alimentare.

di Stefano Padoan
la cucina italiana.it

1 commento:

  1. Umberto Veronesi, oncologo dice : Un' alimentazione corretta deve fare a meno della carne.
    Allora, a parte i concetti religiosi, quale cibo (e come) dobbiamo mangiare per essere in buona salute ?


    https://www.youtube.com/watch?v=EVoyO9uTDKc

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