Nel consiglio comunale straordinario dell’altra sera, convocato a
seguito delle numerose insistenze dei casottani, non è stata sufficiente
la proposta di delibera presentata dal consigliere di maggioranza
Florio Sartori, con lo scopo di creare rilevanti pressioni verso gli
enti preposti che hanno la facoltà di autorizzare la costruzione del
calcificio. ‘La stessa Regola di Casotto – ha sottolineato Sartori in
Consiglio – ha presentato già una serie di osservazioni di carattere
procedurale, urbanistico, ambientale e geologico’.
In particolare, ha precisato il consigliere, quella dove sorgerebbe
il calcificio sarebbe una nuova zona produttiva, in contrasto con quanto
previsto dal Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp),
norma che verrebbe ‘scavalcata’ solo dalla concessione trentennale,
tuttavia prorogabile. Senza contare le ‘importanti mancanze
metodologiche’ che rendono poco credibile lo studio sulle emissioni
inquinanti, le quali non tengono conto della complessa orografia della
valle.
Proprio in relazione alle emissioni non c’è una visione univoca nella
maggioranza consiliare. Lo stesso sindaco Roberto Carotta ritiene che
il progetto, che sta attendendo il parere della commissione regionale e
quello definitivo del consiglio comunale di Valdastico, presenti uno
studio dei fumi che ‘rientrano nei parametri di legge’. Anche per il
rischio idrogeologico dell’area è necessario attendere il parere dei
tecnici della Regione Veneto, mentre si concorda che la frazione di
Casotto è penalizzata sia perché l’edificio è troppo vicino al centro
abitato, sia perché è troppo grande l’impatto visivo del complesso
produttivo.
La consapevolezza che Casotto è contraria alla costruzione del
calcificio e che la gente va ascoltata c’è tutta, ma il Primo cittadino
non nasconde la convinzione che il consiglio comunale di Pedemonte non è
certo la sede adatta per bloccare il progetto o decidere i passi
salienti dell’opera, costruita in territorio di Valdastico.
A Pedemonte non è rimasto quindi altro da fare che rinviare a nuova
data da destinarsi e a nuovo consiglio comunale la votazione di una
delibera condivisa in tutti i punti. La palla passa al comune di
Valdastico, al quale si chiede in tempi brevi di realizzare uno studio
scientifico a controllo dei dati forniti della Fassa Bortolo e valutare
seriamente la delocalizzazione del calcificio al di fuori della vallata.
Altovicentinonline
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