Era l’anno 1985, anni buoni per il lavoro, non come ora con
questa crisi che ci attanaglia. Allora
si potevano fare progetti a lungo termine per un futuro migliore.
Si chiamava Carlo il mio amico attore principale di questa
storia, soprannominato “il Bisteccone”, vista la sua corporatura, tendente ad
essere un po’ tondetto sopra la cintura, aveva in mente di cambiare la sua
“quasi” vecchia macchina. Si era fissato nel voler acquistare un marchio
estero, per la precisione una Renault 11.
Il nostro gruppo era molto affiatato, ma bisognava
stare anche molto attenti, perché in
mezzo c’erano degli elementi dei quali
non ci si poteva fidare troppo
in quanto sempre pronti a tirare scherzi e fare burle al malcapitato di
turno.
Questa volta toccò proprio al povero Bisteccone.
Successe che la macchina ordinata mesi prima arrivò nella
concessionaria di Schio da Tomielo.
Bisteccone fiero e felice, dopo un paio di giorni di attesa
per l’immatricolazione del veicolo, andò con suo padre una sera a fine
lavoro a ritirare il gioiello.
L’aveva acquistata super accessoriata, c’era perfino il
climatizzatore, che a quei tempi si poteva considerare un lusso per le nostre
tasche, visto che era un optional innovativo, poi c’erano: alzacristalli
elettrici, insomma sembrava, a sentire lui, una Limousine... Per non parlare
poi del tanto decantato motore, che in confronto a quelli montati sulle nostre
umili Fiat era una vera bomba, consumi ridottissimi, sembrava quasi che dopo
aver percorso centinaia di Km dovesse “travasare” la benzina in esubero in una tanica, visto il bassissimo consumo...
Tutti questi elogi
della mitica Renault 11 continuavano e ne venivano aggiunti sempre di nuovi ogni volta che in
compagnia si parlava di motori e di automobili.
Insomma la sua macchina era la migliore in circolazione.
A furia di sentire tutte le giornate sempre la solita
“solfra” all'amico Riccardo venne
un’idea: “ideare e preparare un bello scherzetto”.
Così naturalmente con la complicità di altri fidati della
compagnia, incominciò ad imbastire il
progetto.
In quei tempi non c’erano certo i sistemi informatici per
modificare o creare documenti, l’unica
possibilità era quella della fotocopiatrice. Fare come si dice in informatica
il copia/incolla, però veniva fatto con forbice e colla vera e propria.
Innanzitutto si preparò il materiale occorrente, serviva in
primis il logo della Renault, poi un
paio di indirizzi e delle altre informazioni, che naturalmente non si potevano
certo chiedere al malcapitato Bisteccone.
Così con l’aiuto di altri astuti colleghi tutte le
informazioni arrivarono in breve tempo.
In pratica lo scherzo, partì da una lettera intestata
Renault, nella quale c’erano scritti tutti i dati relativi ad identificare
esattamente il modello della macchina, il nr. di targa, la sigla del modello,
la data di immatricolazione ed altri
dati precisi per far sì che la lettera
non destasse il minimo sospetto della burla.
Più o meno la lettera riportava questo testo:
Egregio Sig. Carlo,
Non si tratta certo
di una cosa grave, ma siamo spiacenti comunicarle che tutte le gomme montate su
queste vetture tendono dopo qualche migliaio di Km ad ovalizzarsi, quindi
abbiamo ritenuto ns. dovere invitarla a portare la sua auto presso una ns.
concessionaria per fare un controllo “stroboscopico” per verificare l'eventuale
difetto dei suoi pneumatici e in tal
caso, porre il giusto rimedio.
Nel ringraziarla
l’attendiamo in concessionaria.
Questo era il testo scritto, chiusa la lettera venne spedita
all’indirizzo del destinatario.
Dovemmo attendere solo qualche giorno, per capire se la
busta fosse stata recapitata o meno al destinatario e lo capimmo il giorno in
cui non lo sentimmo più elogiare la sua mitica Renault 11.
Tutto taceva, solo le occhiate che venivano scambiate tra
quelli che erano al corrente di tutto ciò la dicevano lunga, però avevamo
previsto la presenza di una talpa
“confidente del Bisteccone” che praticamente ci teneva al corrente dei suoi movimenti perché lui riusciva a mascherare molto bene lo scherzo
subito.
Venimmo a sapere che al ricevimento della lettera si era
talmente spaventato che era andato nella concessionaria Tomielo accompagnato
dal padre per avere spiegazioni su questa lettera.
Il concessionario stupito , rispose che
non era al corrente di questo fatto
e rimase anche parecchio offeso
che la Renault avesse avvisato prima i clienti dei concessionari.
Così per accertarsi meglio “essendo lui un piccolo
concessionario” telefonò ad una concessionaria più grande per sentire un loro
parere e il Direttore invitò immediatamente il Bisteccone a recarsi
già l’indomani da loro per leggere anche lui tale documento. Così il Bisteccone
con suo padre dovette tornarsene a casa mogio-mogio senza essere venuto
a capo della questione.
Così dopo varie ipotesi pensò di telefonare al centro
smistamento Renault Italia di Bologna, spiegando la questione e mise in allarme il centro stesso; la
telefonata fu lunga e varie volte smistata in vari uffici di competenza, ma
senza nessun risultato o chiarimento in merito.
Nessuno era al corrente che la casa madre Renault avesse
inviato ai propri clienti avvisi del genere.
Fu allora che il Direttore si accorse che c'era un errore nei dati anagrafici: partita iva e capitale sociale non corrispondevano esattamente ai loro fogli di carta intestata Renault.
Il Direttore della concessionaria di Thiene si mise le
mani come a coprirsi il volto dalla
vergogna, ma anche per non farsi vedere perchè stava scoppiando da ridere, alla
fine il Direttore della concessionaria di Thiene, prese il padre del Bisteccone
da una parte e sottovoce gli pose una domanda:
“scusa Antonio ma che rassa de toso ghetu?" Come ad indicare che
forse era meglio capire quanto il Bisteccone fosse tonto per essere caduto in
uno scherzo del genere.
Essendo lui un
saldatore, aveva in dotazione una saldatrice che per il trasporto era dotata di
tre ruote in gomma e così quando
qualcuno passava nella zona dove lavorava il Bisteccone, vedendo la saldatrice,
si fermava e chiamandolo chiedeva:
"Oooh Bistecòn..., varda che me par che le rue dela saldatrice
le sia ovalisà!
Nico Sartori
Grande Nico storia molto divertente, complimenti gino
RispondiEliminagRAssie compaesan, bei tempi, parchè el lavoro el xera più piacevole che adesso.
EliminaSono passati solo trent'anni e queste macchine sembrano pezzi da museo.
RispondiEliminaMama che presto che se fà a vegnér veci.
Bravo Nico a rinverdire situazioni e abitudini che ci erano familiari e che ora sembrano lontane anni luce.
Mi sono divertita un mondo con questa storia ; sono degli scherzi come li facevamo "sti anni", dai quali si poteva tirare una morale. Complimenti Nico per il racconto !
RispondiEliminaMi ricordo di un storia vecchia (anni 20-25 ?) capitàta ad un uomo di Valpegara, un po scherzoso, un po oratore, dotto per tante cose (lo chiamavano dottore !), sempre elegante, e che aveva molto successo con le ragazze. Fastidio o gelosia della concorrenza ?... Una notte, di ritorno di Forni dove era andato ritrovare una bella, arrivato al cimitero di Forni, visse degli spettri, di lenzuoli bianchi vestiti, legati alla porta del cimitero. Gridavano il suo nome. Fuggi a gambe levate, sopraffatto dalla paura. Per qualche tempo non fu più tanto arzillo in società e le serenate si svolgevano sotto il sole...
Se tu Odette ti sei divertata a leggerlo, pensa quanto ci siamo divertiti noi a parteciparvi in prima persona e seguirne gli eventi. Proprio fantastico e con nessuna cattiveria naturalmente.
EliminaCome dice la signora Odette era scherzi innocenti di quando si aveva poco e ci si accontentava di ancor meno. E si rideva, di quelle risate sonore che facevano star bene.
RispondiEliminaBravo Nico!
Heidi non dire signora, sono Odette !
EliminaMadame, come disse il nostro Totò: signori si nasce e io modestamente lo nacqui!
EliminaAh no fratello mio, il nome falso no! Non hai bisogno di dare il nome falso. Sei il barone Zazà e modestamente a te si aprono porte, portoni e portelle, blog ed anche Sgresende diverse !
EliminaCiao Nico, mi sembra di vederlo quel bistecon che controlla le ruote per vedere se sono diventate angurie.......eravate una bella banda di burloni!!!!Sempre simpatici i tuoi racconti, un bacione a Lisa Anne e Davide da Floriana
RispondiEliminaCiao Florianna, e si el bistecon un bel tipo, ma comunque uno ch eha accettato abbastanza bene lo scherzo. Ti giuro che però ci siamo proprio divertiti un sacco.
EliminaA proposito finita la "fugassa"????
Tu in cambio salutami tutto il resto della compagnia di quella giornata.
ciao
A la gheva anca mi la renò e la nava de lusso ciò. Aproposito gavio vansà un fià de menestron?
RispondiEliminaFloriana con una ENNE sola
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