domenica 16 giugno 2013

La mitica Renault 11

Era l’anno 1985, anni buoni per il lavoro, non come ora con questa crisi che ci attanaglia. Allora si potevano fare progetti a lungo termine per un futuro migliore.
Lavoravamo in una fabbrica del vicentino, eravamo la maggior parte
giovani, più o meno della stessa età, il rapporto era straordinario, ci si trovava spesso a turno a casa di qualcuno per grigliate o buone spaghettate. Insomma si stava proprio bene tutti in compagnia.
Si chiamava Carlo il mio amico attore principale di questa storia, soprannominato “il Bisteccone”, vista la sua corporatura, tendente ad essere un po’ tondetto sopra la cintura, aveva in mente di cambiare la sua “quasi” vecchia macchina. Si era fissato nel voler acquistare un marchio estero, per la precisione una Renault 11.
Il nostro gruppo era molto affiatato, ma bisognava stare  anche molto attenti, perché in mezzo c’erano degli elementi  dei quali non ci si  poteva fidare  troppo  in quanto sempre pronti a tirare scherzi e fare burle al malcapitato di turno.
Questa volta toccò proprio al povero Bisteccone.
Successe che la macchina ordinata mesi prima arrivò nella concessionaria di Schio da Tomielo.
Bisteccone fiero e felice, dopo un paio di giorni di attesa per l’immatricolazione del veicolo, andò con suo padre una sera a fine lavoro  a ritirare il gioiello.
L’aveva acquistata super accessoriata, c’era perfino il climatizzatore, che a quei tempi si poteva considerare un lusso per le nostre tasche, visto che era un optional innovativo, poi c’erano: alzacristalli elettrici, insomma sembrava, a sentire lui, una Limousine... Per non parlare poi del tanto decantato motore, che in confronto a quelli montati sulle nostre umili Fiat era una vera bomba, consumi ridottissimi, sembrava quasi che dopo aver percorso centinaia di Km dovesse “travasare”  la benzina in esubero  in una tanica, visto il bassissimo consumo...
Tutti questi  elogi della mitica Renault 11 continuavano e ne venivano  aggiunti sempre di nuovi ogni volta che in compagnia si parlava di motori e  di automobili.
Insomma la sua macchina era la migliore in circolazione.
A furia di sentire tutte le giornate sempre la solita “solfra” all'amico  Riccardo venne un’idea: “ideare e preparare un bello scherzetto”.
Così naturalmente con la complicità di altri fidati della compagnia, incominciò ad imbastire  il progetto.
In quei tempi non c’erano certo i sistemi informatici per modificare o creare  documenti, l’unica possibilità era quella della fotocopiatrice. Fare come si dice in informatica il copia/incolla, però veniva fatto con forbice e colla vera e propria.
Innanzitutto si preparò il materiale occorrente, serviva in primis  il logo della Renault, poi un paio di indirizzi e delle altre informazioni, che naturalmente non si potevano certo chiedere al malcapitato Bisteccone.
Così con l’aiuto di altri astuti colleghi tutte le informazioni arrivarono in breve tempo.
In pratica lo scherzo, partì da una lettera intestata Renault, nella quale c’erano scritti tutti i dati relativi ad identificare esattamente il modello della macchina, il nr. di targa, la sigla del modello, la data di immatricolazione  ed altri dati precisi  per far sì che la lettera non destasse il minimo sospetto della burla.
Più o meno la lettera riportava questo testo:
Egregio Sig.  Carlo,
siamo qui per comunicarle che abbiamo ricevuto dalla Casa Madre Renault una comunicazione riguardante le vetture prodotte nel periodo, tra maggio e settembre di quest’anno 1985. Tale comunicazione riguarda anche la Sua Vettura, essendo stata immatricolata proprio in tale periodo.
Non si tratta certo di una cosa grave, ma siamo spiacenti comunicarle che tutte le gomme montate su queste vetture tendono dopo qualche migliaio di Km ad ovalizzarsi, quindi abbiamo ritenuto ns. dovere invitarla a portare la sua auto presso una ns. concessionaria per fare un controllo “stroboscopico” per verificare l'eventuale difetto dei suoi pneumatici e in tal  caso, porre il giusto rimedio.
Nel ringraziarla l’attendiamo in concessionaria.
Questo era il testo scritto, chiusa la lettera venne spedita all’indirizzo del destinatario.
Dovemmo attendere solo qualche giorno, per capire se la busta fosse stata recapitata o meno al destinatario e lo capimmo il giorno in cui non lo sentimmo più elogiare la sua mitica Renault 11.
Tutto taceva, solo le occhiate che venivano scambiate tra quelli che erano al corrente di tutto ciò la dicevano lunga, però avevamo previsto la presenza di  una talpa “confidente del Bisteccone” che praticamente ci teneva al corrente dei suoi  movimenti perché lui  riusciva a mascherare molto bene lo scherzo subito.
Venimmo a sapere che al ricevimento della lettera si era talmente spaventato che era andato nella concessionaria Tomielo accompagnato dal padre per avere spiegazioni su questa lettera.
Il concessionario stupito , rispose  che  non era al corrente di questo fatto  e rimase  anche parecchio offeso che la Renault avesse avvisato prima i clienti dei concessionari.
Così per accertarsi meglio “essendo lui un piccolo concessionario” telefonò ad una concessionaria più grande per sentire un loro parere e il Direttore  invitò immediatamente il Bisteccone a recarsi già l’indomani da loro per leggere anche lui tale documento. Così il Bisteccone con suo padre dovette tornarsene a casa mogio-mogio senza essere  venuto  a capo della questione.
L’indomani,  come d'accordo, si recarono a Thiene alla concessionaria Renault e lì esibirono al Direttore la lettera. Dopo averla letta molto attentamente anche il Direttore ne rimase stupefatto asserendo che neanche lui aveva ricevuto comunicazioni in merito dalla casa madre.
Così dopo varie ipotesi pensò di telefonare al centro smistamento Renault Italia di Bologna, spiegando la questione e mise in allarme il centro stesso; la telefonata fu lunga e varie volte smistata in vari uffici di competenza, ma senza nessun risultato o chiarimento in merito.
Nessuno era al corrente che la casa madre Renault avesse inviato ai propri clienti avvisi del genere.
Fu allora che il Direttore si accorse che  c'era un errore nei dati anagrafici:  partita iva e capitale sociale non corrispondevano esattamente  ai loro fogli di carta intestata Renault.
Il Direttore della concessionaria di Thiene si mise le mani  come a coprirsi il volto dalla vergogna, ma anche per non farsi vedere perchè stava scoppiando da ridere, alla fine il Direttore della concessionaria di Thiene, prese il padre del Bisteccone da una parte e sottovoce gli pose una domanda:  “scusa Antonio ma che rassa de toso ghetu?" Come ad indicare che forse era meglio capire quanto il Bisteccone fosse tonto per essere caduto in uno scherzo del genere.
Tra la nostra compagnia le ipotesi e le trame di questa burla durarono per parecchio tempo, ma soprattutto il povero Bisteccone dovette sorbirsi per parecchio tempo una domanda.
Essendo lui  un saldatore, aveva in dotazione una saldatrice che per il trasporto era dotata di tre ruote in gomma e così  quando qualcuno passava nella zona dove lavorava il Bisteccone, vedendo la saldatrice, si fermava e chiamandolo chiedeva:

"Oooh Bistecòn..., varda che me par che le rue dela saldatrice le sia ovalisà!

Nico Sartori

13 commenti:

  1. Grande Nico storia molto divertente, complimenti gino

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    1. gRAssie compaesan, bei tempi, parchè el lavoro el xera più piacevole che adesso.

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  2. Sono passati solo trent'anni e queste macchine sembrano pezzi da museo.
    Mama che presto che se fà a vegnér veci.
    Bravo Nico a rinverdire situazioni e abitudini che ci erano familiari e che ora sembrano lontane anni luce.

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  3. Mi sono divertita un mondo con questa storia ; sono degli scherzi come li facevamo "sti anni", dai quali si poteva tirare una morale. Complimenti Nico per il racconto !
    Mi ricordo di un storia vecchia (anni 20-25 ?) capitàta ad un uomo di Valpegara, un po scherzoso, un po oratore, dotto per tante cose (lo chiamavano dottore !), sempre elegante, e che aveva molto successo con le ragazze. Fastidio o gelosia della concorrenza ?... Una notte, di ritorno di Forni dove era andato ritrovare una bella, arrivato al cimitero di Forni, visse degli spettri, di lenzuoli bianchi vestiti, legati alla porta del cimitero. Gridavano il suo nome. Fuggi a gambe levate, sopraffatto dalla paura. Per qualche tempo non fu più tanto arzillo in società e le serenate si svolgevano sotto il sole...

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    1. Se tu Odette ti sei divertata a leggerlo, pensa quanto ci siamo divertiti noi a parteciparvi in prima persona e seguirne gli eventi. Proprio fantastico e con nessuna cattiveria naturalmente.

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  4. Come dice la signora Odette era scherzi innocenti di quando si aveva poco e ci si accontentava di ancor meno. E si rideva, di quelle risate sonore che facevano star bene.
    Bravo Nico!

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    1. Heidi non dire signora, sono Odette !

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    2. Madame, come disse il nostro Totò: signori si nasce e io modestamente lo nacqui!

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    3. Ah no fratello mio, il nome falso no! Non hai bisogno di dare il nome falso. Sei il barone Zazà e modestamente a te si aprono porte, portoni e portelle, blog ed anche Sgresende diverse !

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  5. Ciao Nico, mi sembra di vederlo quel bistecon che controlla le ruote per vedere se sono diventate angurie.......eravate una bella banda di burloni!!!!Sempre simpatici i tuoi racconti, un bacione a Lisa Anne e Davide da Floriana

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    1. Ciao Florianna, e si el bistecon un bel tipo, ma comunque uno ch eha accettato abbastanza bene lo scherzo. Ti giuro che però ci siamo proprio divertiti un sacco.
      A proposito finita la "fugassa"????
      Tu in cambio salutami tutto il resto della compagnia di quella giornata.
      ciao

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  6. A la gheva anca mi la renò e la nava de lusso ciò. Aproposito gavio vansà un fià de menestron?

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  7. Floriana con una ENNE sola

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