Durante il 1900 non ci furono solo le
due grandi guerre, quella del "15-18" e quella del "40-45" a portare pene e dolori nella nostra Valle.
Altre catastrofi naturali colpirono gli abitanti
a volte inermi contro questi avvenimenti.
Le annate subito dopo la prima guerra
mondiale furono feconde con abbondantissimi prodotti della terra sia perchè, abbandonata a se
stessa per cinque anni si era ben riposata e anche perché in montagna e nei
dintorni del paese, vi erano dei veri letamai lasciati dai cavalli
dell'esercito austriaco.
Ma ecco una prima disgrazia: La FILOSSERA che si infiltrò nelle
viti e le distrusse (il male si diceva allora, sta nelle radici). Fu fatto
ricorso a nuove piantagioni di viti selvatiche, resistenti al male, per poi innestarle con vitigni di classe superiore che davano del buon vino.
Mi
raccontò mio zio che verso le dieci si trovò ai Baise con trecento e
passa mucche fuggite dalle malghe giù per la Singéla. I vaccari corsi a
recuperarle ebbero il loro bel daffare per riprenderle e riportarle sù.
Quello però che più metteva in apprensione le popolazioni erano LE
FREQUENTI ALLUVIONI.
della Val dei Mori e della Val del Chestele
(o de Menegosto), rotti i muri di riparo, acqua e fango invasero i terreni
agricoli e le abitazioni.
Anche l'Astico non era da meno, nel maggio
del '26 un'eccezionale BRENTANA asportò
la strada sopra il Maso, riversando sui terreni adiacenti enormi quantità
di materiale, distruggendo le rogge delle segherie, travolgendo i ponti
del molino Toldo e di Basso e sotto la Sega Nova, si aprì un varco tra i prati.
Un violento
nubifragio scaricò nelle solite tre valli un cumulo enorme di
sassi e ghiaia.
La Val del Chestele, precipitò nell'asilo, invadendo il pianterreno ed il cortile. La gente accorsa riuscì ad incanalarla
evitando così che il torrente minaccioso portasse via anche le case.
Nella Valle dei Mori, nella sua sorgente erano cadute trombe d'acqua
d'una forza tale che nel terreno mobile avevano scavato un fosso di
dieci - quindici metri di profondità per una larghezza di trenta - quaranta
metri. Tuttora si vede la ferita nella montagna; tutto questo materiale fu
convogliato giù per la stretta valle. Nel salto sopra il pozzo dove i
primi abitanti dei Lucca attingevano l'acqua, a duecento metri sopra la prima
casa, l'insieme di ghiaia sassi ed acqua arrivava con
una forza tale che finivano nei campi sottostanti.
Si racconta che Bepi
Mardemin che si trovava nel campo per salvare i pérseghi, fu chiamato da suo padre, ma, sprezzante del pericolo, gli rispondeva: "pupà ze quij dala pasta
giala"...
In poche ore i terreni che pur si trovavano cinque metri più bassi della
strada furono riempiti come si vedono oggi.
La curva della vecchia Singéla
cominciava a cedere. Se la Valle si apriva la strada, addio ai Lucca!!!
Gli uomini presero i segùni e le menàre e in
poco tempo le do nogare de Lussiàno e le do sieresàre dei Baise dela
Strigia Longa si trovarono attraverso la strada lungo el salìso che scendeva
dalla volta de Menonce. Nessuno potè calcolare quanto materiale fu trascinato alla Dogana che ne rimase
invasa per parecchio tempo.
Vidi questo avvenimento, lo vissi e mi
rimase impresso per la vita.
Finalmente qualche anno dopo il Magistrato delle
acque ed il comune misero in opera lavori per arginare i torrenti:
LE DIGHE.
Lino Bonifaci
Informazioni interessanti. Grazie Lino. E allora nessuna meraviglia se alla fine di maggio di quest'anno sono scesi pochi centimetri di neve sull'Altopiano, fino a ROTZO (documentati da foto, diversamente dalla famosa nevicata del 18 giugno 1923, riportata a voce fino ai nostri giorni. Forse non è cambiato nulla nel ciclo atmosferico. La Natura a volte fa degli scherzi per ricordarci che... con lei non si scherza.
RispondiEliminaBella la foto di apertura dell'articolo che mostra la valle in epoca ormai lontana. Si vedono le "vanede", i campi, i prati... tutto ben lavorato sia dalla parte di Valpegara che dalla parte di Valdastico (dalla Campagna al Casotto). Segno di vitalità contadina di altri tempi.
IL VENTO DELLA VALLE
Hai ragione Lino, credo che queste "stranezze" ci siano sempre state. Ieri a Livigno nevicava alla grande, vabbè che siamo sui 1.800, ma Campolongo allora?
RispondiEliminaMagari l'anno prossimo ci brucia di caldo!
Comunque Lino tu continua a raccontarci, che scrivi sempre cose interessanti da sapere.
Ciao
grazie di informarci o ricordarci, Lino, che la valle ha conosciùto le sue miserie nel passato.
RispondiEliminaMi piace molto la foto dove si vedono i campi coltivati. Adesso trovo che il terreno si imboschisce un po troppo. Una più grande umidità puo avere conseguenze localmènte ?
Interessanti queste tue notizie, Lino.
RispondiEliminaSe ne hai altre, posta, che prendo nota; sapere le tarversìe dei nostri ce li fa amare di più, poveretti!
A proposito degli escrementi dei cavalli, la raccolta era una attività, esercitata dai più bisognosi, ma era
una attività comunque.
E come lavoravano assieme, nei momenti del bisogno, i nostri vecchi! Sempre le "brentane" a far la parte peggiore... ma anche
il contrario, cioè la siccità. Dalla siccità alla carestìa il passo è breve, anche oggi, e in Valle, come sugli altipiani,
molti morirono di fame!
Oh Vento della Valle,quella del maggio di questo anno fu un piccolo scherzo della natura
RispondiEliminaLa nevicata del 18 giugno 1923 fu un disastro economico per i malghesi(persero un mese di latte)e per i Baise :i campi e prati semi distrutti.E qualche mucca finita nella Torra. Alago,ce ne saranno ancora delle notizie a volte belle a volte tristi come è la vita.
Brao Lino, i me contava anca a mi de quela volta che el vache xe vegnù do da montagna.
RispondiEliminaA son scapà via dala Odette che la vole pissicanalizarme. La ga da essare na pele quela!
Ma a no go mia capiò, ti stavitu ai Baise o ai Luca? Parché se te stavi ai Baise chissà quante volte che se ghemo cojonà traverso la Tora quando ca nava su da me santolo, in quel posto che ciamè la Beladelàra.
ahahaha ! Non credere che potrai scappare cosi, in 4 e 4 = 8, cambiando, magari, di nome, di pelo, o di lingua (tranne il russo, o cinese, eventualmente) Inutile anche mettere un sacco sulle 3 teste, ti riconoscerei lo stesso. In 48 eri sulla Tora o in Francia ?
RispondiEliminaMa esiste la verità? La vita come la immaginiamo di solito potrebbe anche essere una rete arbitraria e artificiale di illusioni da cui ci piace lasciarci circondare. Nel 48 fui in France poi anche in altri luoghi, mais maintenant je suis si près de vous que vous ne pouvez jamais imaginer. Il pourrait sembler que le coeur de ce blog bat dans l'Isère. Nespà Linò?
EliminaLes gens qui disent que la vérité n'existe pas, en sont ils certains ? Dire que la vérité est relative, n'est ce pas une façon de se dédouaner de beaucoup de choses ?
EliminaElle est complexe dans un monde qui se veut complexe.
Pelucheux,ténébreux, suspicieux, granuleux, sulfureux, impétueux, grincheux, sentencieux .......Jamais : heureux, harmonieux, généreux, élogieux, mélodieux ?
Pourquoi ne pas adopter une "tranquillité sceptique" ? Ca donne de la "légèreté" qui n'est pas insoutenable, en fin de compte.
(En m'indiquant de fausses pistes, vous allez faire ressortir Rothbart Sponcio)
Caspita! che fine ha fatto la foto che mi interessava, da far vedere a mio nipote??? Oppure ho le traveggole???
RispondiEliminaQua ne manca una! Ieri sera, quando ho postato, son sicuro che c'era!!
Mi dispiace Alago, ma ho preso "cicchetto" dai dx Torra per aver violato il loro copyright e mi hanno imposto di toglierla quanto prima possibile. Siccome io l'avevo scaricata tempo fa per caso da google immagini, non saprei dove indirizzarlo. Dì a tuo nipote che metta un messaggio nell'ultimo post del blog di Casotto che gli segnalino dove poter visualizzarla.
RispondiEliminaSe son gentili lo faranno di propria iniziativa... tanto leggono anche qua. Con tutte le foto che posto io in giro per il web, e mi son costate non ti dico, son lieto di metterle a disposizione e conoscenza dei nostri valligiani, che diamine! vedere altri che fanno i gelosi... mah...
EliminaE poi, scusa, caso mai è google che se la deve prendere con te..
Mi stupisce anche me, sai Alago. Penso che dobbiamo collaboràre in questa ricerca di archivi della Val d'Astico. Stessa cosa anche per la genealogia ! Non si puo andare avanti cosi.
EliminaOdette, sei la più titolata a criticare questa presa di posizione assurda! Con tutto quello che hai fatto e continui a fare nelle ricerche in mezzo mondo, e negli archivi francesi, per trovare foto, ricostruire storie, date, lavori, cantieri che i nostri hanno diretto e conclusi portando lustro alla Valle!
EliminaMe lo go imaginà ,Sponcio" che in sti giorni, che te ghe mancà, ti si na a fare gli esercizi spirituali chez ODETTE.
RispondiEliminaFin agli anni cinquanta e anche piu' tardi i Baise pur abitando ai Lucca coltivarono le terre degli avi in contrà Baise.
Chi sa quante volte ca te go crià là: " Paga le campane....."Con la Beladalara a se ciamavimu e a se parlavimu.
La ne dava l'ora de parar su le vache alla sera co gerimu al Soiolo al pascolo.
Odette ed Alago, ricordatevi che la TORRA era confine di stato fino a meno di un secolo fa. La differenza fra la
destra e la sinistra è grande come profondo è il solco della Torra.Mi sembra di averlo scritto già tante volte.
Sponcio" non mi ha mai contradetto'
Ma dei, vutu vedare che quel picolo sprotòn tacaisa sbecalòn te geri ti?
EliminaSe te vui catare un paragon giusto biogna che te ciami in causa la Fossa delle Marianne, no quel sgrafeto dela Tora. Xe scrito anca nele sacre scriture: ..Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso.. (inter nos et vos abyssi magnæ ).
Si, lo sappiamo Lino! Ma sappiamo anche che fisicamente confini non esistevano, erano molto in uso le passerelle ed i ponticelli... così i nostri antenati ST o DT li troviamo nei registri di Brancafora, come nei registri di Forni... dalla Valsugana alla Valposina l'interscambio tipo "ratto delle Sabine" reciproco era realtà consolidata. DT o ST siamo tutti parenti, ma veramente.
RispondiEliminaSe stiamo a bagolare, ST/DT va benissimo, ma solo per bagolo. O vogliamo essere Repubblica di SMarco/Conti Trapp??
Lino, Alago : non volevo credere fino ora ! Da cosa vengono queste differenze ? Puoi dircelo un'altra volta ? La Pedagogia è ripetere e ripetere...
RispondiEliminaIo che ho antenati da ST e DT (genealogia conferma) da Luserna, Lavarone, a Tonezza e forse più lontano, la mia origine è ? Cimbra, Tedesca, Veneziana, Padovana, Fiorentina, Ferrarese, Francese, (quando hanno invaso il Veneto) ? Mi sembra avere sentito parlare di Europa... E questo il secondo interesse della storia e della genealogia : capire da dove veniamo per sapere dove andiamo.
Guarda Odette, visto che sia tu che Alago avete fatto indagini di persona e quindi sapete bene come sono gli intrecci parentali in valle, specie nel passato, possiamo ben evitare di porre il problema sull’origine delle nostre genti. Che gli insediamenti siano stati veneti, reti, celti, latini, cimbri, o chissàchi, oppure una stratificazione di tutti questi, dopo mille anni di mescolamenti siamo di un’unica stirpe, quella umana.
EliminaNessuna distinzione fra paesi, contrà e masi può essere quindi ricondotta a questioni genetiche e chi lo fa è in malafede. Certo che conflitti, secolari diatribe, diffidenze e rancori fra le varie comunità ci sono e forti. D’altra parte dove covano gli odi più duri a morire? Nelle famiglie e nelle piccole consorterie, dove la convivenza forzata può facilmente creare anche i presupposti per divisioni e diffidenze acerrime più che in contesti più popolosi e allargati.
È la testa delle persone a creare le divisioni, non certo il loro sangue.
I nostri vecchi erano accorti anche nelle politiche maritali. Conoscevano, per secolare sapienza contadina, cosa comportasse l’eccessiva consanguineità e cercavano di conseguenza di rinnovare il sangue quando possibile.
Su tutti valga un esempio matematico: l’indice demografico si muove con base 2 (perché 2 sono i genitori) e potenza generazionale. Quindi se vogliamo sapere quante persone ci sarebbero volute nell’arco di 30 generazioni (circa 800 anni) per ottenere uno di noi attuali viventi, senza che ci sia stata alcuna parentela trasversale fra gli ascendenti, dovremmo fare:
[2 elevato alla (30-1)]. Cioè 2 (=numero di genitori) elevato alla 29ma potenza (=numero delle generazioni – 1).
Provate a fare il conto e poi confrontatelo con il numero delle persone che abitavano nell’alta Vald’Astico e sulle montagne confinanti intorno al 1200, (cioè meno di mille) e avrete la proporzione del grado di consanguineità che lega, da sempre, tutti gli abitanti della zona.
Se poi ci godiamo a farci del male rinfocolando mai sopiti distinguo e divisioni, ormai archiviate dalla storia e dall’economia, invece di cooperare per evitare di estinguerci, questo penso appartenga più propriamente alla sfera psichiatrica.
Non vorrei essere stata fraintésa : penso che la mèta degli aderenti,(io compresa) al blog, e di riunire e non di fare male o dividere. Questa era la mia volontà e forse mi sono spiegata male. Scusate.
EliminaMa certo Odette, interpreti correttamente il nostro pensiero. Il mio rilievo finale, se è a quello che ti riferisci, non era certo rivolto a te, ci mancherebbe!
EliminaGianni, sarebbero, gli antenati di 30 generazioni, esclusa la propria, 536.870.912. Evviva!!!
EliminaNon dubitavo che, da bravo tecnico, ci avresti fornito il dato seduta stante.
EliminaProprio così; è una cifra incredibile se pensiamo che nel XIII° secolo l'intera Europa contava una popolazione di neanche 70 milioni di individi. Figuriamoci cosa questo significhi rapportato all'isolamento e alla ridotta mobilità delle nostre microscopiche comunità. Che qualche avo accasatosi in valle sia stato retico, romano, cimbro o boscimano, lanzichenecco o francese, tutti noi ne avremmo oggi indistintamente i geni in corpo (salvo ovviamente qualche sacca che si ritiene propagata per partenogenesi).
Scolteme belo, te sarè anche l’aministratore del blog, ma de femene, lasetelo dire no te ghin capissi nostrega. Come fetu a tratare les Grandes Dames con sti argomenti astrusi, sapientini e sti toni profesorali? Logico che dopo le se nibia. Ghe vole legeresa, tato, poesia, savuarfer. Le xe mobili al vento come piumini de cigno, leggeri, fluttuanti evanescenti.
EliminaSponcio, sei forte! Non vedo l'ora che tu la possa incontrare, ed esserci anche io... Un evento storico! Ma forse la conosci già, questa perla della nostra Valle, sei un birbone matricolato!
EliminaOdile me prit la main avec un large sourire comme je n'en avais jamais vu. Elle avait des joues rouges comme des tomates...
EliminaMadona ancora a sti livei? Par na fotografia? Si spera sempre in qualche cambiamento, ma pare che le assurdità siano ben che dure a morire. Lassei nela so brodaglia ransa e paseghe parsora. Credime no val la pena perdere tempo con serti elementi a no cavarisi un ragno dal buso. Invese che criarghe delà che i paghe le campane deso crieghe VELA' VELA' BUTEVE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaMamma mia che filone, per aver cercato una foto tolta dal Blog! lo avessi saputo avrei cercato altre vie per reperirla, colpa mia, pazienza.
EliminaPer- jo condor; Il tuo commento non merita risposta,si commenta da solo.
RispondiEliminaPer- Alago ; Il blog riprenderà quanto prima in forma più moderna confidiamo in MadMax. La foto che ti interessa si trova pubblicata sul blog di Casotto. info sotto la voce (Metamorfosi n°4 del 20/4/2012) .Se mi contatti le farò avere a te a tuo nipote,
Il giorno (8/12/ 2013)organizzerò la terza mostra Gente di Casotto con oltre 350 foto e documenti della mia frazione dove potrai attingere a quello che più ti può interessare, anche per dimostrarti che non viviamo nella brodaglia RANSA.
Per-Carla; La foto in argomento non esiste su Google,ma solo sul blog di Casotto, la foto si va ad aggiungere ad altre foto
più tre filmati riguardanti l'acqua della bussa con il Cogolo della Anguane. Carla sei libera di prelevare le foto che ti interessano purché per correttezza ne devi citare la FONTE. Dico questo per esperienza personale.
Grazie Sera, così va bene! Alla mostra di Casotto ci vengo ogni anno, e la ho sempre apprezzata, ed anche, a dirti il vero, ho sempre la digitale con me. Anzi ancora, ti dirò che sulla versione precedente del Blog di Casotto, avevo trovato una foto di un tale Alfredo fotografato, secondo didascalia, alla cascata della Torra; secondo me era una foto fatta alla cascata di Valpegara dal fotografo di Valpegara, Emilio. Non la ho più ritrovata, per confrontarla con le foto che ho io, sulla cascata.
EliminaLa Carla: una persona magnifica, guai non la avessimo!
Devo dire che la foto di Alfredo con le sorelle Anna,Stefania ('anno 1924),alla cascata della Torra, qualche dubbio è sorto anche in me. Forse intendi come cascata di Valpegara quella che noi chiamiamo le Pozze di fronte a Casotto?
EliminaLa possiamo confrontare il prossimo 8/12. Anche se ritengo molto improbabile recarsi in giacca e cravatta e le sorelle coi tacchi da Casotto basso fin lassù. Possiedo molte foto della cascatella ghiacciata (recenti). Mio nipote MadMax su
You-Tube ha postato molti filmati, compresa la cascata gelata, cerca la voce" ASANET" SERA" OTTOSERA"
La prossima mostra sarà intitolata ( Casotto Ieri e Oggi). Ti aspetto.
Grazie ancora , Sera; a Valpegara, spostata di un centinaio di metri rispetto alle prime case quando ci si arriva da Forni, c'è la cascata della Valpegara; questa zona, un piccolo anfiteatro naturale, era un luogo prediletto da Emilio "Baruchei" come scenografia per le sue foto. Fra poco invio alla Carla una di queste foto, e poi a seguire delle altre. Se la autorizzi a passarmi la tua mail, che penso la abbia, te ne spedisco qualcuna, così puoi vedere. Sono comunque sicuro che la foto di questo Alfredo e sorelle sia stata scattata da Baruchei (Emilio Fontana) di Valpegara, morto nel 1926.
EliminaCertamente si ! Aspetto conferme. Ho letto il tuo messaggio a MadMax di essere collaborativi,ebbene ti confermo che in questo momento sto mettendo gli scarponi per un giro sul Croier,Bisele,Luserna, con Ottosera e Gino Sartori . Più di così...
Eliminasai come piacerebbe fare questo giro con voi?! purtroppo fratture pregresse non mi permettono più molta strada a piedi! buona escursione!
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