Imponente apparato fortificato Italiano risalente alla I^ Guerra Mondiale, abb
astanza ben conservato,
visitabile esternamente e, in parte, internamente.
Colpisce per l'ardita posizione sopra uno sperone roccioso a picco sulla Val d'Astico a 1.096 m. slm.
Il forte domina un lungo tratto della parte mediana della Val d'Astico
ed offre ampie visioni verso l'altipiano di Tonezza del Cimone ed il Monte
Cimone caratterizzato dal ben visibile monumento-ossario.
E' una specifica tipologia fortificata secondo i canoni più 'moderni' della guerra di posizione di inizio secolo.
Il disegno è molto articolato, funzionale e razionale, molto curato,
come curati sono i dettagli architettonici costruttivi.
Davvero bello ed elegante nelle sue concezioni, sebbene si tratti di
deprecabili opere militari che hanno sperperato montagne di soldi
e inghiottito giovanissime vite umane.
Nell'inutile follia di una guerra, probabilmente evitabile.
Un canone ispirato a concetti ancor 'medioevali' di sistemi di protezione,
radicati negli ingegneri e strateghi militari prodotti delle accademie ottocentesche.
Una specie di 'nave corazzata' ancorata sopra una montagna, autosufficente ai propri bisogni
e collegata al fondovalle di Pedescala con una grande teleferica,
che ben presto si trovò fuori luogo in una guerra che fu di posizione,
ma anche a tratti estremamente dinamica, soprattutto per l'incredibile evoluzione tecnologica dei sistemi di armamento.
Costruito tra il 1906 ed il 1911, sul luogo di una più vecchia
postazione d'artiglieria da montagna,
sparò con scarsi risultati alcune cannonate verso il Forte Luserna
'avversario'
diretto della cintura fortificata austriaca durante la primissima fase
della grande guerra,
nei giorni immediatamente successivi all'entrata in guerra con i primi
colpi partiti dal forte di Cima Verena, fase denominata 'la guerra dei
forti'.
Sostanzialmente non venne mai utilizzato in battaglia.
I cannoni vennero smontati e riutilizzati su affusti da campagna in
prossimità del fronte.
Nelle cupole vennero sistemati dei tronchi d'albero che effettivamente
ingannarono l'avversario facendogli credere che la fortezza fosse
operativa.
Subì qualche colpo di grosso calibro d'artiglieria,
in particolare dal 'Barbara' da 380 posizionato a Millegrobbe di Luserna,
nel maggio 1916 per spianare il campo alla 'Spedizione di Primavera'
successivamente denominata Strafexpedition (spedizione punitiva).
Originariamente era armato con 6 cannoni da 149/A (A=acciaio), con gittata massima di 11 km.,
posti sotto cupole girevoli in acciaio di 14 cm di spessore,
totalmente inadatte a sopportare esplosioni di proiettili di grosso calibro a tiro parabolico,
come fu reso evidente nel disastro del forte Verena.
Quattro vecchi pezzi ottocenteschi da 87/B (B=bronzo) su affusto rigido e altri da 75/27,
erano posizionati sulle casematte ed in postazioni da campagna,
disponeva inoltre di alcune mitragliatrici, trincee e postazioni di fucilieri per la difesa ravvicinata.
Verso la Valdastico si affacciava con un osservatorio coperto e al
centro delle cupole vi era una torretta blindata d'osservazione,
girevole e retrattile, per il puntamento dei cannoni.
Sul fronte esposto al nemico la struttura si articolava in un profondo fossato in controscarpa,
battuto da una caponiera a cofano in calcestruzzo, con fessure per mitragliatrici antiuomo.
La guarnigione si componeva di circa 150 artiglieri specializzati da fortezza.
Pur in posizione piuttosto arretrata dal confine, doveva difendere da eventuali invasioni attraverso la Val d'Astico,
con un gioco di squadra con l'altrettanto inutile Forte di Cima Campolongo di Rotzo,
l'ancor in fase costruttiva forte di Campomolon di Tonezza e la Caserma Ratti in Valdastico.
Il Corbin in parte già disarmato, come pure il Campolongo maggiormente devastato,
venne abbandonato con l'avanzata austro-ungarica.
Era collegato con audaci sentieri e un sistema di trincee, tra le
quali trovò la morte il noto scrittore triestino Carlo Stuparich, al sistema difensivo del Monte Cengio dove si concentrò l'ultima disperata difesa per fermare la 'Spedizione di Primavera'.
I danni sono imputabili principalmente al sabotaggio, nei settori delle batterie di cannoni,
da parte della guarnigione italiana in ritirata, mentre il resto dell'opera e le caserme rimasero sostanzialmente intatte.
Fu utilizzato dagli imperiali come deposito di retrovia nelle battaglie del Cengio.
Quindi rioccupato dagli italiani a seguito della ritirata austroungarica sulle linee Assa-Ortigara.
Nel primo dopoguerra venne impiegato come caserma e zona di addestramento militare e dalla guardia forestale,
e successivamente finì per essere completamente abbandonato.
Come per gli altri forti italiani, non subì le devastazioni strutturali degli anni '30 da parte dei 'recuperanti',
che distrussero pressoché tutte le fortezza austriache, ma spoliazioni di attrezzature e suppellettili di ferro
in quanto costruito 'in economia' con grossi spessori di cemento ed impasto di pietrame grossolano,
fino a 2,5 m. per le coperture e i basamenti delle cupole girevoli d'acciaio, ma senza armature in metallo.
Una architettura costruttiva molto raffinata esteticamente, con lavorazioni e dettagli di pregio,
tuttavia carente nella sostanza,
anche per motivi finanziari nonostante l'immane spreco di denaro pubblico ai fini militari avvenuto ad inizio secolo.
Per i paesi del fondovalle e le contrade dell'altopiano questo enorme impegno costruttivo,
concentrato in una serie di fortezze e strade di servizio,
fu motivo di un piccolo 'boom' economico di inizio secolo che venne poi pagato come ben sappiamo.
I ruderi in abbandono vennero acquistati dalla famiglia Panozzo,
che pazientemente nel corso degli ultimi decenni ha ripulito le strutture e operato qualche piccolo intervento di restauro.
Pregevole soprattutto per l'aspetto di lasciare intatte le ferite e i segni del tempo vissuto.
Nella fortezza e nei dintorni vennero girate alcune scene del film 'I recuperanti' di Ermanno Olmi nel 1969.
Nella caserma di comando è stato allestito un piccolo museo e un piccolo e simpatico bar-ristorante.
Approfitto di questo post per iniziare una discussione che spero avrà molte risposte...
RispondiEliminaDue settimane fa ho percorso il sentiero che collega Pedescala al Forte Corbin (CAI 635) e, una volta giunto a destinazione, il cancello d'ingresso era chiuso nonostante fossero le 10.20 (la domenica il forte dovrebbe aprire alle 10.00!); sono rimasto un pò scoraggiato, ad ogni modo dopo pochi minuti i proprietari sono arrivati ed hanno aperto...
Quello che voglio chiedere a chi ha più esperienza di me sulle spalle, è questo: secondo voi è giusto che un patrimonio storico come il Corbin sia di proprietà privata? Capisco che solitamente un privato abbia maggiori possibilità di investimento (e meno burocrazia!) di un ente pubblico per le opere di ristrutturazione e manutenzione, però ritengo inopportuna questa condizione!
Capisco che ci sia un biglietto da pagare per visitare l'interno del forte e i suoi reperti, però che vengano recintati anche gli spazi aperti di fatto privando gli avventori di godere del panorama sulla valle mi sembra penalizzante...
Voglio dire, perchè il Forte Campolongo è stato ristrutturato nell'ambito del progetto "Ecomuseo" ed è liberamente accessibile mentre il Corbin no? Nessuno ha voluto comprarlo oppure non è mai stato messo in vendita?
A maggior ragione, vorrei segnalarvi il sito www.collezionerovini.it che pubblicizza una collezione permanente di reperti bellici a Treschè Conca, visitabile con ingresso libero nonostante i costi per l'illuminazione e la pulizia e la necessità di qualcuno "di guardia"...non è un pò contrastante col Forte Corbin?
Forse le mie parole sembrano più polemiche di quanto in realtà vogliano essere, mi affido a voi per ulteriori commenti, opinioni e delucidazioni al riguardo...
Sai Nicolò chel'ho saputo postandolo? Mi trovi pienamente d'accordo con te!!!
RispondiEliminaCaro Nicolò, la Valle (non solo quella) è disastrata perché? L'esempio che porti è significativo di come la classe politica che abbiamo sia da sempre ignorante ed ingrata, gli amministratori insensibili... negano la propria storia con i fatti; ed i fatti son questi che rilevi; un patrimonio, che è costato sforzi immani ed è costato vite umane, viene lasciato all'oblio; così cresciamo i nostri figli nella ignoranza della propria storia, e dei propri valori, come sempre dico; e se non li conosci, non li difendi, per il semplice fatto che non sai di averli; e non sai che devi rispettare il sacrificio di coloro che sono stati obbligati a morire per te, perché non sai che c'è stato questo sacrificio, tanto grande, quanto imposto. Non si tratta di banale retorica, perbacco! Gli altri Stati non fanno così, e fra l'altro ricavano qualche utile per i residenti, figli di quei martiri. Chiediamo, per esempio ad Odette, come è in Francia il rispetto per il passato...
RispondiEliminaSe vogliamo vedere come era la Valle cento anni fa, dobbiamo andare nei musei austriaci! Assurdo!
Stenghele, con la sua opera meritoria, non ha trovato partecipazione, incentivi, da parte delle locali amministrazioni, se non uno sterile “bravo” alla fine della fiera.
Nessuna iniziativa, con beneficio della Valle, per il centenario della Grande Guerra! Alla Valle solo i sacrifici e le disgrazie, i benefici ai soliti; che sono gli stessi (oh, intendiamoci! "mutata mutandis", son gli stessi) che ora si vogliono ingrassare "gasandoci" coi Tir!!! 35.000 al giorno sono programmati per la A31, per attraversarci ed andare oltralpe, dove già arrivano via mare; e via mare ci arrivano, ad Amburgo, Rotterdam, ecc, senza inquinare, e con consumi energetici ed ambientali insignificanti rispetto al trasporto via terra!!! Il sindaco è così illuminato, che diffonde la convinzione che sia un bene, porti progresso alla Valle con il gas ed il rumore e l'inquinamento... si informasse, il furbo cireneo della politica, di cosa voglia dire dirottare da mare a terra il traffico mercantile!! Perché questa A31 non serve un bel niente a noi, al Veneto, all'Italia: serve alla congrega. Il porto per sbarcare sulla A31 i container cinesi è pronto, predisposto con un "project financing" ( tipo Ospedale di Santorso, per capirci) indovinate da chi?? Ecco, avete già capito... NON FINIRO' MAI DI DIRE CHE LA SERENISSIMA CI HA SEMPRE SFRUTTATI, SEMPRE!!! ALTRO CHE LEONE DI SAN MARCO! LEGGESSE UN PO' LA STORIA CHI LO INVOCA! nei tempi recenti ci hanno portato via: ghiaia (marogne), ed acqua (acquedotti); ora si apprestano a portarci via l'aria!!! Ma nei tempi più antichi, ci portarono via la vita! sfruttati alla fame, per sopravvivere con quello che ci restava dopo i "tributi" .
Il porto di Venezia si è attrezzato per scaricare i TIR, non i container... Dicano i sindaci della Valle (leggono, sì, leggono il blog! hanno “staffette” e “vedette”!) e della Provincia quanto lavoro porteranno ai nostri giovani questi Tir che, sbarcati, verrebbero immessi nella A31 per valicare le Alpi! Con pedaggi dal costo “politico” perché il costo reale renderebbe l'autostrada deserta! LO HANNO GIA’ DICHIARATO CHE IL PEDAGGIO NON PAGHERA’ MAI QUESTA AUTOSTRADA! LO SANNO IN PARTENZA, I CRIMINALI DELL’AMBIENTE, che il costo di trasportare le merci cinesi sarà sulle tasse che NOI pagheremo! Il che tradotto significa: pur di farci attraversare dalle merci cinesi, oltre a farci soffocare, pagheremo loro le spese di trasporto. Evviva!!!
Non mescolerei la Serenissima di allora con l'omonima società di oggi, né la Storia con le sue moderne e stolte rappresentazioni di comodo.
EliminaLa Repubblica di Venezia non fu diversa, nell'esercitare il suo dominio, delle altre autorità stauali dell'epoca, facendolo, forse, con agire più mercantile e levantino, com'era nella sua indole, che palesemente impositivo. Sudditi si era, non cittadini: del leone marciano, come di quelli dei Tudor, dei gigli di Francia come delle colonne di Spagna. Era il tempo. Va anche detto che le nostre comunità di "dettero" al Veneto Dominio nel 1404, non furono conquistate di spada. Dai tributi della SRV esse furono spesso esentate, certo non per magnanimità, ma per interessi di confine. La Milizia dei 7 Comuni fu la prima ad accorrere in aiuto di Venezia e l'ultima a deporre le armi. Un senso di appartenenza durato quattro secoli e mai più ripetuto. Questo, secondo me, significa ancora qualcosa.
Esattamente come dici Phil, sudditi si era, e sudditi si rimane però, per mano di noi stessi che ci diamo gli amministratori che abbiamo.
EliminaE se non è stata la spada a costringerci, ricorda che la "manovalanza" bellica se le veniva a prendere, la "Serenissima", e chi non seguiva l'ordine era morto, una volta "preso".
Non sono direttamente informato delle vicende che portarono la famiglia Panozzo ad acquistare il sito del Forte, se non ricordo male dovette vantare qualche diritto precedente sull’area, conculcato dall’espropriazione bellica. Credo Nicolò che non sia tanto da stigmatizzare la proprietà privata del sito, quanto l’insensibilità pubblica che non tutela il territorio, i monumenti, le memorie ed il rispetto della propria storia. In poche parole la CULTURA. Questa è una parola che spesso suscita distacco e sospetto nell’opinione pubblica, quando non un aperto ostracismo. Come italiani siamo gli ingrati e snaturati depositari di un patrimonio culturale unico al mondo, ma questo sembra non ci riguardi. Abbiamo voluto scimiottare gli altri fondando totalmente la nostra economia su capannoni, manifatture e relative infrastrutture, che hanno snaturato la nostra terra stanno lasciando il vuoto. E questo ha condizionato il nostro pensiero: quel che non porta vantaggio immediato e tangibile non merita considerazione.
RispondiEliminaChi si occupa della cosa pubblica poi, su nostra delega (consapevole o inconsapevole) è forse l’aristocrazia della nostra società ? ( beninteso nel senso etimologico del termine, di governo dei migliori). Sono i migliori delle nostre schiere quelli a quali affidiamo democraticamente i nostri destini? I più idonei e attrezzati? Formati e provati dalla serietà degli studi, del comportamento e della vita? Non pare proprio! Sono i professionisti del consenso, che si conquista molto più facilmente mentendo, simulando, promettendo a vanvera, entrando negli ambienti giusti e blandendo gli elettori. Una persona seria, preparata, di provata competenza e affidabilità non dispone di queste attitudini, non ne è capace e soprattutto non troverebbe certo albergo nel consesso politico attuale.
Come fare allora?
Apprezzare, coltivare e custodire il pensiero critico e manifestare senza timore le proprie opinioni chiedendo puntualmente conto agli amministratori di ogni parola, decisione, proposta, progetto o delibera che hanno detto o non detto, fatto o non fatto A NOME NOSTRO.
Bastano i cani a custodire un gregge di pecore, ma questi non servirebbero a niente con le capre, men che meno con i camosci.
Chapeau!
EliminaIo non posso che condividere i pensieri di Alago e Phil.
RispondiEliminaIn questa Valle,in questo Paese manca il coraggio di manifestare il proprio pensiero, di contraddire le stupidaggini sparpagliate al vento da amministratori , che seppure eletti e quindi espressione di volere popolare, non hanno saputo dimostrare quel minimo di competenza necessaria e richiesta per un corretto uso ed utilizzo della cosa pubblica.
Chi esprime pensiero contro viene tacciato e sputtanato per essere un rompiballe, un sempre contro..........questo per ossequiosa sudditanza al "potere vigente".
Io sono certamente un rompiballe per chi ci governa, ma ho anche avuto il coraggio, per essere chiaro, di denunciare ed affermare riferito al mio comune che "In un simile contesto di pensiero , io mi ritengo cittadino di un comune "mafioso" , perché al prossimo cambio di potere amministrativo le responsabilità e colpe verranno spudoratamente capovolte nella logica del servilismo a chi comanda."
Per dare voce anche a chi è contro, a chi CREDE di avere il diritto di esprimere il proprio pensiero in libertà, in contraddittorio ho realizzato un BLOG che chiamerò PELO & CONTROPELO, dove cercherò, meglio se cercheremo di fare il pelo a quello che non funziona, aiutati da chi ci vorrà fare il contropelo, spaziando su tutti gli argomenti costruttivi ed utili per la nostra Valle.
Questo anche perché non ritengo corretto utilizzare le pagine di BRONSESCOVERTE per argomentazioni che non sono tipiche allo spirito del Blog stesso
Bene, bene. Trés bien.
EliminaWhen the Going Gets Tough, the Tough Get Going.
Sperremo che sia pelo de beco nostran e no peluche da sagra.
Sponcio prende la tessera n. 1 del tuo blog, dove esprimerà la sua coté più seria e pungente.
Bon Courage!
E mi la n 2!!
EliminaVai con la n. 3.
EliminaPermettimi però un consiglio spassionato, perché ho visto che sei preparato, determinato e coraggioso, ma un po' irruento: ricordati che l'ironia e, dove serve, il ridicolo, sono strumenti molto più taglienti ed efficaci della spada.
Vedi Phil, nella mia vita ho avuto rapporti con etnie diverse e persone di culture diverse.
EliminaNon sono MAI stato falso ed opportunista, e quando ho sbagliato le mie responsabilità me le sono prese TUTTE.
La mia natura e cultura tecnica mi fanno odiare le ipocrisie, e se una cosa è nera non può essere bianca. Il compromesso se necessario sarà grigio con tendenza al nero.
Concordo sull'ironia ed il ridicolo, e pure sull'irruenza, ma stare sempre a 90....basta !
Si, indubbiamente è meglio avere una visuale a 360° che a 90.
EliminaA 90 ti vedi solo la punta delle scarpe e poi dovrebbe essere abbastanza scomodo, anche se pare ci sia chi si diverte.
Phil, candalostrega, legi chìve: Agentes, et consentientes, pari poena puniendi.
Sursum mentem et corda, ab honesto virum bonum nihil deterret.
Sponcio, a 90 le chiappe sono abbastanza .. aperte! non ti dico a 360!!! L'ideale dell'angolo sarebbe 0, quindi testa alta che gira attorno all'asse verticale: 90 a dritta, 90 a manca. Poi piroetta di 180 e ripetere il brandeggio.
EliminaSono i professionisti del consenso, che si conquista molto più facilmente mentendo, simulando, promettendo a vanvera, entrando negli ambienti giusti e blandendo gli elettori. Una persona seria, preparata, di provata competenza e affidabilità non dispone di queste attitudini, non ne è capace e soprattutto non troverebbe certo albergo nel consesso politico attuale.
RispondiEliminaBastano i cani a custodire un gregge di pecore, ma questi non servirebbero a niente con le capre, men che meno con i camosci.
Scusi signor Phil, dalla fretta ho dimenticato di dire che HO COPIATO le sue parole perchè le faccio anche mie. Lei ha detto parole da VANGELO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaQuanti d'accordo con Phil?
Mi lora la numero 4!
RispondiEliminaBravo Maule to un bel bacheto e muvi fora ben el formigaro.
la 5 ala lenguabifida
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