Il Forte Ratti è stata una fortezza militare costruita a difesa del confine italiano contro l'Impero Austro-Ungarico (lungo la linea di confine che attualmente si può collocare tra la provincia di Vicenza e il Trentino) sita a 350 m s.l.m. in prossimità dell'abitato di "case Ratti", in Comune di Arsiero. L'opera faceva parte dello sbarramento Agno - Astico - Posina, III
settore - Asiago. Recentemente è stato restaurato grazie al progetto
"ecomuseo Grande Guerra delle Prealpi vicentine".
Fu edificato tra il 1906 ed il 1908. Forte Casa Ratti non è una fortezza paragonabile a quelle costruite sugli altopiani vicentini dagli eserciti italiano ed austro-ungarico, ma, di costruzione più
modesta, era stato concepito solamente con il compito di rappresentare
un estremo punto di sbarramento al nemico -cercando di coadiuvare il forte Corbin nel caso questi fosse riuscito a sfondare il fronte nella Val d'Astico.
All'inizio della Strafexpedition un mortaio austro-ungarico da 380 mm (denominato "Barbara") posizionato nei pressi del Forte Campo Luserna, da cui si poteva vedere il Casa Ratti, lo colpì, provocando grossi
danni alla struttura. In seguito, a causa dell'avvicinarsi del nemico,
gli italiani tentarono di farlo saltare ma l'operazione non riuscì e il
forte fu conquistato dagli austriaci guidati dal tenente Albin Mlaker il 27 maggio 1916, scesi sorprendendo il presidio italiano dal sovrastante Monte
Cimone. Pochi giorni dopo (il 24 giugno) venne fatto saltare dagli stessi
austriaci a causa della ritirata del 1916, su ordine dello stesso
ufficiale austriaco artefice anche della successiva mina sul Monte Cimone. Successivamente fu utilizzato nuovamente dalle truppe italiane, ma solamente come ricovero.
Il forte era armato con 3 cannoni 149G installati in cupole girevoli corazzate da 40 mm.
Dal paese di Arsiero si prosegue per la strada statale della
Valdastico in direzione Folgaria-Lavarone. Poco prima di località
Barcarola una strada, chiusa al traffico veicolare, conduce in breve al
forte.
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