lunedì 2 settembre 2024

Man sante

 

Gianni Spagnolo © 24H30
Le mani sono gli organi più attivi del nostro corpo. Per lo meno sono sempre in vista e ce ne serviamo per ogni un’infinità di necessità. Ci sono altre parti del nostro corpo che operano molto più indefessamente e nel nascondimento, il cuore per dirne una, ma sono le mani quelle su cui esercitiamo il maggior controllo, visivo e operativo.
Queste nostre estremità possono dire molto di noi, delle nostre occupazioni e anche della nostra vita. Ma stanno ormai tramontando i tempi in cui dalle mani si capisce la professione di qualcuno. Mani da falegname, con le dita monche; da muratore, solcate dalle crepe e corrose dalla calce; da contadino, con la terra insinuata sottopelle; da lavandaia, consumate dalla lisciva; da filatrice, solcate dallo sfregamento; da impiegato o intellettuale, belle curate e morbide. Inteso, queste ultime, di chi usasse meno le mani e più il cervello per guadagnarsi da vivere. 

Le mani da lavoratore non avevano protezioni, segnalavano la fatica e le stagioni mostrando vistosi i segni del lavoro. Valeva ancora la considerazione di necessità che la pelle, a suo modo, così come le ginocchia sbucciate, si rigenerasse naturalmente e gratis, mentre guanti e tessuti di protezione non erano lussi che ci si poteva permettere.

Ferite, crepe, sporcizia insinuata nelle rughe e sotto le unghie, deformazioni e consunzioni dovute all’uso, alle malattie, agli attrezzi e dai materiali maneggiati. Mani forti e allenate, che rappresentavano la storia di una vita e che tornavano riparate soltanto per chi aveva la fortuna di arrivare a tarda età e poter godere di qualche anno di riposo.

Ho un ricordo indelebile delle mani di mio padre prima che morisse, in tarda età. Affusolate, leggere e lisce come mai erano state, con la pelle sottile e diafana che lasciava intravedere e contare ogni vena, ogni osso. Mani che la vecchiaia pareva aver rinnovato e ripulito di ogni fatica, di ogni segno di dolore, quasi a predisporle per l’abbraccio al Creatore.
Per tutta la mia vita le avevo viste forti e vigorose, sempre in azione, sempre ferite dai segni della professione e d’inverno dilaniate dalle crepe. Mani come quelle che avevano in tanti della generazione dei nostri padri. Mani che hanno costruito il nostro attuale benessere senza tanto badare al loro. Man sante!




2 commenti:

  1. Ricordo mio padre, lavorando in segheria d’inverno, aveva sempre le mani screpolate, le curava mettendo sulle mani la resina delle piante e … funzionava!

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  2. Quella mano Gianni dove l'hai presa?

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