martedì 7 luglio 2020

La donna nella famiglia di un tempo non molto lontano


La donna nella famiglia aveva il più grande dei poteri: quello di formare i futuri uomini.
La donna aveva le chiavi della società. Il tessuto sociale è sempre stato gestito, coltivato e custodito dalle donne, unico baluardo di stabilità rispetto ai maschi che morivano in guerra.
Un simile grande potere ostacola il controllo dei grandi sistemi e l'economia libera, perchè la donna insegnava la buona educazione, ovvero la gentile attenzione al prossimo, che è un orpello inutile all'economia. La donna insegnava a risparmiare e a investire in costruzione sociale, ma all'economia serve che la gente spenda in cose inutili per arricchire pochi.
Bisognava distogliere la donna dalla sua libertà domestica imprigionandola nelle chele del lavoro stipendiato. Il post-femminismo introduce questa ideologia, che deriva dall'iper-liberismo, per cui la donna che vorrebbe scegliere il più duro, ma soddisfacente lavoro domestico, è accusata di tradimento della causa anti-patriarcale, derisa, convinta di essere socialmente inutile e si fa spesso leva sulla sua "indipendenza", intendendo quella economica. L'attrazione della donna alla costruzione sociale viene assorbita dai "social" digitali illudendo quella parte del suo cervello che è biologicamente portata e sviluppata per tessere relazioni, che sul digitale sono finte, ma ingannano il cervello.
Agendo in questo modo si distrugge la famiglia e il tessuto sociale costruito dalla donna. Si convince così che la scuola, e si intende lo stato, debba educare e non solo istruire, togliendo l'onere alla famiglia che non ha più alcun senso.
È l'alba del mondo nuovo di Huxley.
(dal web)

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