domenica 26 luglio 2020

Mura piene di vita: una giostra che gira!

Non mi ero mai accorta prima, non ci avevo fatto caso, ma un bel giorno mi sono resa conto che…
La vita che mi girava intorno era tanta ogni giorno: rumori di passi, tanti passi, grida e discorsi, porte che sbattevano, l’orologio che segnava le ore, il suono della campanella, sospiro di studenti e professori e aule, aule piene di adolescenti che si impegnavano a comprendere, per crescere.
Sì, ora avete capito, sono la scuola Secondaria di primo grado di Valdastico, che è attigua alla scuola Primaria, quindi capite la confusione che regna nei cambi d’ora o nei momenti d’intervallo!
Io amo i ragazzi e i bambini, i professori, le maestre i bidelli e qualsiasi persona che, entrando dalla porta, possa portare testimonianze di vita o conoscenze varie. Io sono attiva e sempre pronta, da settembre a giugno; ogni giorno attendo che le aule si riempiano di giovani vite e così mi sento felice. Li vedo ogni anno quelli che iniziano la prima classe... Timidi, in disparte, agitati… io so che è normale e che tra un po’ di tempo prenderanno coraggio e allora sentirò i richiami dei prof anche con loro!
Le vacanze che durante l’anno scolastico mi portano un po’ di respiro sono, come sempre, programmate già dall’inizio dell’anno, quindi io conosco bene i periodi: Natale, carnevale, Pasqua. In quei giorni mi gusto il silenzio che regna sovrano tra le mie mura, in tutte le aule, nella palestra, ma so che passeranno pochi giorni e poi riaccoglierò i miei ragazzi tra le braccia, certa che con me, grazie agli insegnanti, imparano, comprendono, crescono e spero che tutti diventino dei “bravi ragazzi”.
Tutto normale per una scuola, direte voi, sì, fino alle vacanze di carnevale che non sono state le solite, quest’anno 2020. Le mie porte non si sono più aperte, i passi non si sono più sentiti, il vociare tra i corridoi era scomparso, niente campanella, niente ricreazioni in cortile, niente di niente, silenzio irreale! Sacche da ginnastica e cartelline varie, libri sotto i banchi erano rimasti lì, certi di essere usati al più presto, ma…
Ho poi saputo che i ragazzi e i bambini frequentavano le lezioni da casa, a causa di un virus che obbligava tutti a non uscire… da non credere! Mi sono sentita sola, abbandonata e anche triste… allora io non avevo più ragione di esistere? No, assolutamente no! Si potranno fare le lezioni e i programmi previsti, collegandosi on-line, ma vuoi mettere il ritrovarsi insieme, chiacchierare con gli amici, raccontarsi, confidarsi, ridere, scherzare durante le pause, mentre in classe ci si confronta, ci si aiuta, si apprendono nozioni e notizie, si impara a stare insieme con ragazzi che non si conoscono, con i professori con cui si fa un percorso di vita… Non ci credo che sia la stessa cosa, proprio no! 
Ho atteso, giorno dopo giorno, con la speranza di vederli riapparire invece… Ancora e sempre silenzio assoluto, rotto solo dal ticchettio dell’orologio a muro, per me quasi spettrale. Giorni che si sono susseguiti nella calma diventando mesi di solitudine, un lungo tempo che non era quello delle vacanze estive. Mentre rimuginavo su tutto questo problema, pensavo ai maschi che di sicuro erano cresciuti, mentre le femmine si saranno fatte più signorine, più carine… ah! Se mi mancavano! E i Prof? Sento tanto la loro assenza, mi piace ascoltare le loro chiacchiere in sala professori, conoscere le loro vite raccontate in pochi minuti al cambio dell’ora, mentre si danno consigli per qualche ragazzo… E poi, seguirli mentre spiegano le loro materie nelle aule, con ragazzini vivaci che a volte fanno perdere il filo del discorso… Mi mancano anche i bidelli, angeli custodi della scuola, che mi tengono pulita, che sono amici degli studenti e dei professori, soccorritori in caso di bisogno, persone importanti per tutti.
Un giorno di giugno, solitario come sempre, un rumore di chiavi nella serratura, mi ha fatto destare dal mio torpore: finalmente qualcuno!
Avrei voluto gridare per la felicità, ma sono stata a osservare: gli insegnanti erano venuti a prendere il loro materiale, lasciato lì senza pensare che non avrebbero potuto usarlo... toccavano i cassetti, i libri sugli scaffali, i registri e tutto quello che era rimasto lì ad aspettare, quasi con rispetto, con la sensazione di toccare qualcosa di importante, in silenzio…
In quel silenzio ho sentito i loro pensieri: toccare quelle cose che erano abitudinarie, li ha fatti commuovere, perché si erano resi conto di quanto fossero speciali. Anche a loro mancava tanto la scuola, questa è la loro missione, quello per cui si sono preparati, è un pezzo importante della loro vita… Una mancanza per loro, per me, per i bidelli, per i ragazzi… Sì, ne sono certa, nonostante molti non amano frequentare il mio edificio, sono sicura che ci sia stato un vuoto grande, un enorme buco, un libro con tante pagine bianche che sarebbero state scritte insieme: dipinte con i colori dell’amicizia, con allegria, ma anche con difficoltà, con giorni più o meno buoni, ma non da soli, sempre insieme, perché la più grande mancanza è stata l’assenza dei rapporti con i propri coetanei. Per tutte le scuole, di ogni grado e categoria, questo lungo periodo di vuoto, ha tolto tanto e credo che sarà difficile colmarlo, ma ce la metteremo tutta, parola mia!

Ora sono tornata ad essere silenziosa e solitaria, ma questo per me è un periodo normale: è estate, tempo di vacanze! Ora spero tanto che, nonostante tutte le difficoltà che ci saranno, a settembre tutto ricominci e che la giostra della vita torni a girare fra le mie mura, nelle aule, nel cortile davanti a me e allora sì che tornerò a essere felice, anzi, tutti torneremo ad essere felici e ad apprezzare di più le scuole che abbiamo nel nostro territorio e il ruolo dei maestri, insegnanti, professori, bidelli...
Arrivederci a settembre, io vi aspetto!
LA SCUOLA DI VALDASTICO

Ho scritto questi pensieri, mettendomi nei panni della nostra scuola, per ricordare un periodo difficile, nella speranza di un futuro migliore.
Lucia Marangoni








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