Reverendissimo
Arcivescovo Lauro Tisi, Reverendi Sacerdoti, Congiunti di Don
Alberto, Signori Sindaci e Amministratori di Pedemonte e
Luserna, Autorità e Comunità Parrocchiali presenti.
Porgo il mio saluto ad
ognuno di Voi e pensieri affettuosi per il nostro Don Alberto, in
qualità di coetaneo e amico carissimo, con il quale ho vissuto
l’infanzia e la prima gioventù nei tempi lontani di Don Arcangelo
Riz e Don Ettore Pederzolli impareggiabili maestri di vita oltre che
educatori severi di un catechismo rigido e illuminato, guida
fondamentale di vita spirituale e cristiana.
Oggi Don Alberto ritorna
tra noi preannunciato dal suono delle nostre campane e di Luserna,
fuse in una unica melodia a memoria della nostra comune identità
storica tutt’ora testimoniata, anche dall’antico sentiero delle
origini, fonte di immaginazione collettiva che tutt’ora espande
nelle due Comunità reminiscenze affettive e voglia di stare assieme
per superare le frequenti solitudini.
In questi ultimi anni questi
lembi si storia portavano anche a Te reminiscenze di un passato
lontano, ma non dimenticato, che per noi anziani rappresenta ancora un
prezioso sostegno di vita.
Anche per questo il tuo
domenicale salire a Luserna per la Santa Messa era, oltre che dovere
di scelta pastorale, motivo di gioia da consumare nell’abbraccio
della storia e nella sacralità della devozione ai Supremi Valori.
Animato dallo zelo e dal
desiderio di memorie imperiture hai scritto per noi il Libro delle
origini, Brancafora, dove le parole sono sentimenti e amore, esperienze
di vita, desiderio di donare un volto a Pedemonte con lineamenti
profondi della nostra esistenza fisica territoriale altrimenti
consegnata al destino di una espressione geografica marginale,
insignificante, ignorata e chiusa tra le pieghe dei monti. Grazie Don
Alberto anche per questo privilegio.
Don Alberto, hai
rappresentato fino ai nostri giorni con gande dignità, intelligenza
e prestigio, uno degli ultimi preziosi anelli di congiunzione dell’antica appartenenza della nostra Parrocchia all’Arcidiocesi di
Trento dalla quale siamo stati separati, ignorando il tacito dissenso
della Comunità, per motivi ispirati più dalle ragioni del secolo,
che al dovere di un riordino dei servizi religiosi per i quali ora
esprimiamo gratitudine alla Diocesi Berica.
Caro Don
Alberto, rimangono incancellabili i frequenti momenti della Tua
presenza tra noi nella gioia e nella sofferenza, come rimangono
indimenticabili i pellegrinaggi con la nostra Comunità nelle lontane
terre dell’Impero per ricordare i momenti della dolorosa esperienza
del nostro profugato: Braunau,Vorarlberg, Boemia e altri luoghi remoti
dove sono tutt’ora sepolti nostri congiunti, soprattutto bambini,
che abbiamo il dovere di ricordare in un luogo dedicato alla memoria
a testimonianza che ”nel nostro cuore nessuna croce manca”.
Caro Don Alberto, con fede
e amore infinito per Gesù ti sei unito a noi nella esperienza di
sofferenza, tutt’ora viva, di questo male oscuro che perseguita
l’umanità e che ha spento molte vite anche nel nostro Paese. In
questi ultimi tempi il nostro Campo Santo testimonia più che mai la
nostra fragilità e il suo amore di grembo materno per l’accoglienza
dei nostri Cari.
Ora Tu sei con loro al cospetto della suprema
bellezza del Signore e la Madonna. Dà ad ognuno il bacio della pace e
una carezza come simbolo di unione tra i nostri cuori.
Don Alberto, circa 10
giorni or sono ero a Luserna con Te e amici, e ancor prima a Trento
con Mario e Alberto, per parlare dei 150 anni della nostra Chiesa e
dare lustro a questo evento straordinario anche a memoria delle sue
origini quando la Comunità era riuscita nell’intento nonostante la
sua endemica povertà. Anche in questo compito eri per noi Angelo
Custode e guida sapiente impegnata all’idea con profonda cultura
animata dalla fede, convinto che il nostro Paese onorerà ora questa
circostanza con il dovuto sostegno.
Don Alberto in questo
momento in cui ci stiamo avviando ai riti di congedo ti prego di
rimanere spiritualmente vicino a tutti noi.
Prega, come Tu sai pregare
con voce meravigliosa, presso l’Altissimo, per il futuro delle
nostre Comunità; per gli anziani affinchè la grazia divina li
sostenga, gli ammalati perché trovino conforto nelle loro famiglie e
le locali strutture di accoglienza, i giovani affinchè scelgano il
nostro Paese come progetto finale di vita e luogo di fioritura per
nuove esistenze.
Don
Alberto chiudo con un grande abbraccio, che vuole essere universale e
amplesso affettuoso da custodire nel cuore sigillato per
l’eternità. Un rinnovato grazie alle Autorità Religiose e Civili
presenti, alle Comunità partecipi a questo solenne momento di
amicizia e vicinanza per un grande fratello che ha varcato la soglia
del Cielo. Partecipo ancora il personale cordoglio ai congiunti di Don
Alberto testimoni di appartenenza ad una grande Famiglia della quale
devono sentirsi fieri e onorati.
Pedemonte, 23 luglio 2020
Bruno Scalzeri
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