Caro direttore,
da anni ci siamo ormai assuefatti alle spudorate menzogne dei politici. Dal «meno tasse per tutti» al «milione di posti di lavoro» di Berlusconi, al «rimpatrieremo 600 mila clandestini» di Salvini, all’«abbiamo sconfitto la povertà» di Di Maio, solo per citare alcune promesse da marinaio, siamo arrivati al «nessuno perderà il lavoro a causa del coronavirus» di Gualtieri. Mentire non vuol solo dire una cosa non vera, ma anche fare promesse che si sanno inattuabili, distorcere i fatti, sottacere lo scopo reale di un atto politico. Di fronte a questo mare di bufale, mi chiedo quanto la stampa e i media contribuiscano a fare da cassa di risonanza. Capisco le difficoltà di fare buona informazione in questa palude, ma penso che il giornalista dovrebbe ogni tanto incalzare il politico di turno ricordandogli le bugie dette. Perché compito dell’informazione in una democrazia è in primis quello di informarci di cosa stanno veramente facendo Lor Signori con i nostri soldi e in nostro nome.
Umberto Baldo
da anni ci siamo ormai assuefatti alle spudorate menzogne dei politici. Dal «meno tasse per tutti» al «milione di posti di lavoro» di Berlusconi, al «rimpatrieremo 600 mila clandestini» di Salvini, all’«abbiamo sconfitto la povertà» di Di Maio, solo per citare alcune promesse da marinaio, siamo arrivati al «nessuno perderà il lavoro a causa del coronavirus» di Gualtieri. Mentire non vuol solo dire una cosa non vera, ma anche fare promesse che si sanno inattuabili, distorcere i fatti, sottacere lo scopo reale di un atto politico. Di fronte a questo mare di bufale, mi chiedo quanto la stampa e i media contribuiscano a fare da cassa di risonanza. Capisco le difficoltà di fare buona informazione in questa palude, ma penso che il giornalista dovrebbe ogni tanto incalzare il politico di turno ricordandogli le bugie dette. Perché compito dell’informazione in una democrazia è in primis quello di informarci di cosa stanno veramente facendo Lor Signori con i nostri soldi e in nostro nome.
Umberto Baldo
Caro signor Baldo,
Fare promesse che spesso non vengono mantenute è una delle caratteriste della politica, non soltanto ai nostri giorni. Le pagine di storia sono piene di fantastici progetti che non sono mai stati realizzati. Certamente i politici nell’era dei social network sono diventati specialisti nell’arte di lanciare promesse mirabolanti che durano il tempo di una giornata impegnata a raccogliere like. Poi si può passare a un’altra promessa con l’illusione che il mondo digitale divori tutto istantaneamente e che ogni cosa sia presto dimenticata. Io penso che la prova della realtà, prima o poi, arrivi per tutti i politici. E spesso sono dolori per chi la deve affrontare: il grandissimo consenso sparisce in pochi mesi, i presunti leader che sembravamo proiettati a un duraturo successo svaniscono in pochi mesi.
Lei ha ragione: compito dell’informazione è analizzare scrupolosamente le proposte, sottoporle a un esame serio rispetto alla loro realizzabilità, verificare quanto alla fine è stato fatto. Dobbiamo lavorarci con impegno anche se è difficile stare dietro alla girandola di promesse. È un dovere da coltivare: non c’è niente di peggio dell’illusione di una promessa che al momento in cui è stata pronunciata era già priva di senso.
Fare promesse che spesso non vengono mantenute è una delle caratteriste della politica, non soltanto ai nostri giorni. Le pagine di storia sono piene di fantastici progetti che non sono mai stati realizzati. Certamente i politici nell’era dei social network sono diventati specialisti nell’arte di lanciare promesse mirabolanti che durano il tempo di una giornata impegnata a raccogliere like. Poi si può passare a un’altra promessa con l’illusione che il mondo digitale divori tutto istantaneamente e che ogni cosa sia presto dimenticata. Io penso che la prova della realtà, prima o poi, arrivi per tutti i politici. E spesso sono dolori per chi la deve affrontare: il grandissimo consenso sparisce in pochi mesi, i presunti leader che sembravamo proiettati a un duraturo successo svaniscono in pochi mesi.
Lei ha ragione: compito dell’informazione è analizzare scrupolosamente le proposte, sottoporle a un esame serio rispetto alla loro realizzabilità, verificare quanto alla fine è stato fatto. Dobbiamo lavorarci con impegno anche se è difficile stare dietro alla girandola di promesse. È un dovere da coltivare: non c’è niente di peggio dell’illusione di una promessa che al momento in cui è stata pronunciata era già priva di senso.
Vale
sempre, figuriamoci in una situazione di emergenza come questa.
(da Corriere.it-Luciano Fontana)
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