(foto
da ingrandire)
“Vulgus vult
decipi”,
“La
gente vuol farsi ingannare”. Il motto è di qualche secolo fa, ma
vale tuttora quando trattasi di curiosità o peggio ancor di pseudo
misteri. Una mattina di tanti anni fa mi trovavo da una famiglia di
Pedescala. Tutt’un tratto, da un furgone in strada, un signore
gridava: Ecco, una sorpresa per sole 10.000 lire! Erano scatoloni da
50x50 abbastanza leggeri, ma non ha importanza quando si tratta di
sorprese, anzi! In breve si formò la ressa così che pure la signora
della casa andò a comprarne uno. Rientrata, lo posò sul tavolo, lo
aprì con quella delicatezza con cui si scartocciano i regali e, dopo
aver estratto un’infinità di paglia, ecco finalmente una
bamboletta di plastica. Ma nel frattempo il furgone se la squagliò.
Ebbene, tra i
tanti segni che in questi giorni inquietano il mondo, era giusto che
almeno uno apparisse anche in Val d’Astico. Erano le 17.41 di
domenica 21 ottobre 2018, quando, all’appropinquarsi d’un cielo
caliginoso che avanzando da oriente pareva deciso a scatenare il
peggio, ecco che un raggio di sole, come un faro improvviso nella
notte, squarciò per quaranta secondi l’arcano fino ad imbattersi
sui brulli scogli di Luserna, tanto da apparire un incendio. Pura
fatalità, ma al di là d’una possibile interpretazione spiritosa,
c’è nessuno che sappia attribuire allo sporadico evento un senso
in chiave apocalittica. In pallio, un equo riconoscimento!
(D.G.)
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