Due ettometri di asfalto
drenante e il tratto di provinciale della Val d’Astico fra Scalini
di Arsiero e contrà Barcarola,
diventerebbe meno pericoloso per colpa di un asfalto liscio e spesso
inumidito a causa dell’acqua che scola dalla roccia affiorante in
piena curva. Si aggiunga inoltre l’aumento progressivo del traffico
pesante (+20% annuo) che ingorga la circolazione. Il quadro generale
della situazione è pertanto molto allarmante, visto che la sicurezza
stradale su quel tragico pezzo di strada è estremamente compromessa.
Gli incidenti che succedono sono sempre d’una certa gravità anche
perché spesso coinvolgono soggetti che non ne hanno colpa. Altro
problema impressionante è il blocco della circolazione, con gravi
inconvenienti per il traffico in generale.
L’eziologia dei fatti
punta il dito su tre piaghe allarmanti e cioè: la troppa velocità,
l’asfalto viscido e il tracciato a
doppio esse.
Sull’ultimo punto è per il momento preferibile non discutere per
non scatenare argomenti che implicherebbero aspettative di rango
economico, men che meno sul dilemma velocità, anche perché
eventuali limiti non li rispetterebbe sicuramente nessuno.
Quanto alla voce asfalto
drenante, che oltre a risolvere in modo stabile il problema della
sicurezza stradale comporterebbe una spesa non eccessiva, è invece
auspicabile che la Vi.abilità,
intervenisse prontamente per scongiurare la catena di fatti dolorosi.
Si parla della posa di un manto antiscivolo-skin,
che per sua natura vanta una straordinaria ruvidità e quindi una
maggior tenuta sul bagnato.
C’è, invero, la teoria
del cuscinetto che si formerebbe fra l’asfalto e la ruota in caso
di pioggia, che ridurrebbe l’attrito provocando l’acquaplanning.
Ma in materia ci sono chiare evidenze sulla bontà del prodotto e in
proposito si citano arterie di notevole importanza, sulle quali
l’asfalto antiscivolo-skin
ha ridotto al minimo gli incidenti nei punti dove questi in
precedenza avvenivano con molta frequenza.
Sulla stessa provinciale
della Val d’Astico sono due i casi in cui l’asfalto drenante si è
affermato positivamente, vale a dire: nei pressi del ponte
della Civetta
e alla pontara
cd. di Casotto,
dove la posa del manto grezzo ha posto un limite ai ripetuti
sbandamenti.
Domenico Giacon
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