venerdì 19 ottobre 2018

La Milizia dei 7 Comuni nell'Alta Val d'Astico

[ Gianni Spagnolo © 17/10/2018 ]
In tempi moderni sono stati chiamati anche gli “Alpini della Serenissima” per le analogie di reclutamento territoriale e di specialità che li caratterizzavano. La loro è una storia lunga e rappresentativa dell’autonomia di quella che è ritenuta fra le più antiche federazioni del mondo: la Reggenza dei Sette Comuni, il cui embrione risale addirittura al 1259 col nome di Lega delle Sette Terre Sorelle. "Slege un Lusaan, Genewe un Wüsche, Ghelle, Rotz, Rowaan: Dise saint Siben, Alte Komeun, Prüdere Liben" (Asiago e Lusiana - Enego e Foza - Gallio, Rotzo, Roana: Questi sono i Sette Antichi Comuni, Fratelli Cari).

Fu il conte Francesco Caldogno, Provveditore ai confini della Serenissima, che nel 1623 diede organizzazione e addestramento militare formale ad una milizia stabile locale, con lo scopo di custodire i paesi e i passi di confine e perciò esonerata da obblighi militari foranei. Ecco l’incipit con cui Il Caldogno ne presentò la proposta:
.. Essendo questi popoli ferocissimi, nati ed allevati nel freddo e nel caldo e in continue fatiche e sudori, e fatti molto robusti et bellicosi et naturalmente inclinati alle guerre... parono più atti ad ogni atione e per la disposicione dell'aria ivi più d'ogni altro luogo di quelle montagne di maggior bontà, che perciò rende gli uomini più abili et disposti alla milizia nella quale hanno fatto e fanno tuttavia grandissima riuscita ..

Era perciò già da secoli che i montanari dei 7 Comuni garantivano in proprio il territorio e militavano con onore, ma su base volontaria, anche fuori di esso al comando di capitani locali. Non dilunghiamoci però in argomenti che si possono approfondire più compiutamente altrove e concentriamoci invece sull’ordinamento di questo piccolo esercito locale nell’ambito della nostra Valle.
Ci viene in aiuto l’atto riportato in foto, redatto nel 1725 dal notaio di San Pietro: Antonio Toldo di Battista (Nicola), in cui i capi della nostra Centuria conferiscono procura ad un veneziano, affinché promuova presso il Serenissimo Governo l’istanza di conferma a Sergente del Quartiero di Antonio Sartori di Roana. Il documento è interessante perché elenca i nominativi degli ufficiali locali e rivendica orgogliosamente la prerogativa che a comandarli sia un nativo dei 7 Comuni e da loro conosciuto ed espresso e che perciò lo si confermi, senza cambiamenti. In ragione anche del fatto che l'abitare in loco e conoscere i sottoposti garantisce la prontezza operativa alla difesa del territorio. Questa è una istanza parziale di Forme, San Pietro, Pedescala e Laste (Lastebasse non era ancora stata fondata); altre dello stesso tenore saranno fatte contestualmente dalle altre Centurie. Forni, Tonezza e Laste non facevano parte dei 7 Comuni, ma vennero dal Caldogno aggregati alla Milizia per opportunità strategica e contiguità territoriale e culturale.

In Christi nomine Amen. Ab Ipsius Nativitate: 1725 indictione terza, nel giorno di venerdì 24 Agosto: atto fatto alli Forni nello pubblico campo dello Serenissimo Principe: presenti l’Ill.mo Giacomo Cerato fu Battista e l’Ill.mo Zuane Cerato fu Angelo: tutti delli detti Forni testimonij assieme con me infrascritto nodaro: chiamati e preparati alle cose infrascritte:
Sono comparsi nel suddetto Loco presenti l’infrascritti officiali e soldati del Quartiero di Forni quali sono.
Capo di 1oo: Ill.mo Sig. Francesco Lorenzi di Bastian.
Alfiero: Ill.mo Sig. Carlo Menegato di Gio:Maria.
·      Laste:
Caporal Antonio Slemer di Antonio, Sotto Caporal Zuane Pieroto di Pietro.
·      San Pietro:
Caporal Lorenzo Lorenzi di Andrea, Sotto Caporal  Antonio Toldo di Battista, Sotto Caporal Battista Slaviero  di Gio:Maria.
·      Pediscala:
Caporal Michael Pretto di Zuane, Sotto Caporal Lunardo Matiello di Giacomo, Sotto Caporal Battista Pretto di Zuane.
Facendo in nome loro e per loro soldati presenti hanno unitamente eletto e legano per loro Procuratore l’Ill.mo Sig. Gio:Battista Zanfermo abitante in Venetia, abscente ma come Procuratore à poter in nome di detti officiali e soldati presentar suplica avanti all’Illustrissimo Serenissimo Principe o in qualunque altro loco ove occorresse per il che non sia fatto novità e che sia confirmato l’Ill.mo Sig. Antonio Sartori che anno servito con pontualità e obbedienza è a gradimento per loro Capitanio di detto Quartiero per esser nativo e abitante delli quattro Quartieri ove è commandato d'esser necessario che il Capitanio sia delli stessi Quartieri acciò in ogni occorrenza sia prestato con più pontualità e prontezza il servizio del Serenissimo Principe per essere li più vicini alli confini di stato estero. Prometendo detti constituenti tutto quello sarà fatto e operato dal suddetto Procuratore aver fermo ratto e gratto sotto solene obbligazione in forma scritta.
Io Antonio Toldo figlio di Battista di San Pietro di Val d'Astico del comune di Rozzo, nodaro pubblico con veneta vheritate in fede mi sotto scrivo. Al D.D.E.D.B.V.M. 

L’organico della Milizia era costituito infatti da 14 Centurie, distribuite in 4 Quartieri: 1) Asiago e Canove, 2) Gallio e Lusiana, 3) Foza ed Enego, 4) Roana e Rotzo, comandate da quattro Sergenti. (Oltre a Valstagna, Oliero e Campolongo, nel Canal del Brenta, che formavano un Quartiere a sé). Ogni centuria era divisa in 4 squadre, assegnate a un caporal maggiore e ogni squadra a sua volta in due sottosquadre, al comando di un caporale. L'Alfiere aveva il compito di portare e di difendere la bandiera e perciò era il più prestante dei militi. Il vessillo in dotazione ad ogni Centuria era drappo bianco con l'effigie del Leone di San Marco sul verso e lo stemma dei 7 Comuni sul retro.
La truppa era armata di moschetto e pistola, che i militi potevano portare liberamente anche nella vita civile per singolare privilegio; concessione che creò però problemi ed abusi. La divisa comune era una giubba verde con gilet rosso a bottoni metallici, pantaloni al ginocchio e calzature di cuoio. Il cappello era in feltro, con la tesa destra rialzata in cui era inserito un ramoscello d’abete o una coccarda. La divisa degli ufficiali e dei graduati differiva solo per la finitura dei tessuti e degli accessori.
Nella Milizia si parlava il cimbro, la lingua comune, ma gradualmente s’inserì il veneto, seguendo il decorso delle rispettive località di provenienza. Tutte le cariche erano elettive, votate dalle assemblee dei capifamiglia dei diversi paesi componenti i Quartieri, anche se vi furono tentativi, sempre respinti, di renderle ereditarie. Ufficiali e sottufficiali erano infatti espressi generalmente dalle famiglie più eminenti nei paesi, sia per ragioni di censo e istruzione, che di prestigio e controllo. Su tutti furono i Cerato a ricoprire un plurisecolare ruolo di comandanti militari e patrocinatori della Milizia e anche qui vediamo due loro esponenti quali testimoni dell’atto di procura.
Comanda la Centuria (Capo di 100) Francesco Lorenzi dalle Forme, la cui famiglia s'era accasata lì nel secolo precedente proveniente da San Pietro. La contra’ Forme era chiamata dai vecchi “i Alfieri”, perché essa espresse più volte il portabandiera della Centuria. Anche la contra’ Tamburinari di Lastebasse prese il nome dal ruolo di tamburino svolto da un suo esponente. Ciò a testimoniare l'attaccamento che la nostra gente sempre ebbe per questa milizia, che sentiva propria espressione e frutto dei singolari privilegi di autogoverno che godevano i 7 Comuni.
Ft: Archivio di Stato di Vicenza - Arch. Not. A. Toldo q.B. - 1725-67 bb. 2189 /V.1
Ft. Wikipedia: Federazione dei Sette Comuni














3 commenti:

  1. Gianni, ancora una volta ci hai deliziato con una spigolatura storica molto interessante (e,soprattutto, ben storicamente documentata) sia dal punto di vista dei "caratteri" della popolazione dell' Alta Val d'Astico, sia dal punto di vista della "autonomia (mi sembra di aver letto qualcosa su questa milizia anche su "Memorie istoriche dei sette comuni vicentini" dell Abate Agostino Dal Pozzo (ma si trattata di un accenno molto sintetico e parco dal punto di vista informativo). Inutile rinnovarti, per l'n-esima volta, il nostro apprezzamento (credo di poter parlare anche a nome degli altri lettori del blog) verso il tuo impegno nel mantenere viva la nostra storia e le nostre tradizioni. Un mio personale apprezzamento anche per il rigore scientifico delle tue ricerche e per il tuo prosare

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    1. Grazie dell'apprezzamento Giorgio. Sono spigolature, come dici propriamente, ma che aiutano a capire un po' della nostra storia minuta e spesso misconosciuta. Sappiano quasi tutto di Napoleone, ma molto poco del nostro stesso sangue. Peccato che ai più non interessino.

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  2. Molto interessante, dovremmo valorizzare di più la storia di questa antichissima federazione. Bello sarebbe riscoprire la bandiera delle diverse centurie. Ottimo lavoro

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