Non si finisce mai di parlare di passione, ma ognuno dice solo frammenti di verità. Il segreto? Ascoltare l'istinto, come quando eravamo ragazzi.
Vittorio Feltri
Dom. 27/09/2015
Dom. 27/09/2015
Gli amori finiscono, ma non si finisce mai di parlare d'amore. Se ne
discute da secoli, da millenni. Sull'argomento hanno discettato
scrittori, poeti e drammaturghi, e sono usciti libri a iosa. Eppure il
tema è sempre d'attualità, nonostante sia stato sfruttato
sino alla noia. Mutano i tempi, mutano i costumi, mutano le sfumature,
ma il seme dell'amore rimane un mistero che vorremmo svelare. Nel
tentativo di capire di che cosa si tratti, diciamo e scriviamo un sacco
di stupidaggini contenenti frammenti di verità,
ma non tutta la verità.
Recentemente la Bompiani ha pubblicato un volume di Antonella
Boralevi, Gli uomini e l'amore: l'ennesimo saggio che cerca di spiegare
l'inspiegabile, analizzando i comportamenti di uomini e donne travolti
dalla passione.
Il testo si fa leggere, è divertente, ma non esaurisce la questione per il semplice fatto che è inesauribile.
I sentimenti, probabilmente, sono «merce» comune, ma ciascuno li vive a proprio modo e li racconta in maniera diversa: a livello individuale ci si innamora e ci si disinnamora in forma unica e irripetibile. Non c'è un individuo uguale ad un altro: siamo soggetti originali e non copie l'uno dell'altro.
Il testo si fa leggere, è divertente, ma non esaurisce la questione per il semplice fatto che è inesauribile.
I sentimenti, probabilmente, sono «merce» comune, ma ciascuno li vive a proprio modo e li racconta in maniera diversa: a livello individuale ci si innamora e ci si disinnamora in forma unica e irripetibile. Non c'è un individuo uguale ad un altro: siamo soggetti originali e non copie l'uno dell'altro.
Antonella Boralevi si danna come una sociologa per trovare una
tipologia universale di innamorato/innamorata. Quando pare l'abbia
trovata, ti accorgi che la sua è soltanto una opinione. Interessante, ma
eccepibile. Non tedierò il lettore elencando gli autori
che si sono dedicati nei secoli allo studio del mal d'amore. Cito
soltanto Stendhal de Il rosso e il nero (l'abatino si invaghisce della
nobildonna, la possiede e dopo un po' non ne può più di lei) e Goethe de
I dolori del giovane Werther, i quali forniscono
un bel campionario delle sofferenze amorose che movimentano l'esistenza
umana, senza però essere in grado di rappresentare coi loro capolavori
l'umanità intera. Operazione, questa, superiore perfino alla mente di
due geni quali quelli menzionati.
Boralevi, va da sé, non ha ambizioni elevate al punto da voler
chiudere il discorso in materia. Si limita a narrare le abitudini
sessuali dei contemporanei di genere specialmente maschile. E qui casca
l'asino. Perché, pur con tutti gli aggiornamenti sul
piano del costume che si registrano negli ultimi anni, occorre
concludere che l'asino (bipede) moderno è simile ai propri avi. Nel
senso che il suo cuore e il suo apparato genitale non si sono
radicalmente modificati.
Andiamo giù piatti. A Dante piaceva da morire Beatrice esattamente
come a me, o a te, caro lettore, piace la segretaria dell'ufficio. C'è
un solo dettaglio da considerare: il sommo poeta, non avendo a
disposizione un motel, non ce la fece a concretizzare;
io, nel mio piccolo, non ho mai avuto difficoltà a recuperare un
giaciglio idoneo alla bisogna. Ma il mio amore e quello di Dante si
assomigliano, benché personalmente non abbia avvertito l'esigenza di
scrivere un poema, mentre lui sì.
Perché? Noi maschi, e forse anche le femmine, amiamo intensamente chi
non abbiamo avuto la soddisfazione di scopare. Coloro, invece, le quali
abbiamo possedute, prima o poi, desideriamo scaricarle. È brutto. È
squallido, ma è così. Con le mogli e le amanti
il gioco è analogo: fai il pazzo per averle e, dopo un periodo più o
meno lungo, anzi, più o meno breve, non resisti alla routine e
preferisci abbatterti in poltrona a vedere Porta a Porta, con Vespa
mattatore, che non ospitarle nel tuo letto dato che, poi,
a esercizio ultimato, esse pretendono le coccole quando tu ambisci ad
accendere una sigaretta e a togliertele dalle balle.
D'altronde, il sesso in sé, una volta spentasi la cosiddetta libido,
si presta a interpretazioni umoristiche. Infatti, la fatica è tanta, il
godimento dura poco e la posizione è ridicola. Antonella Boralevi, nella
sua disamina, è fin troppo generosa e attribuisce
un valore notevole agli istinti carnali, tant'è che, basandosi sulle
statistiche, fa un'affermazione stupefacente: le escort in Inghilterra,
nel quinquennio, sono aumentate da 14mila a 28mila, e i gigolò (o
toyboy) sono addirittura triplicati, 16mila. Segno
che la parità tra uomo e donna, anche nel settore più delicato, quello
della bramosia sessuale, è un traguardo prossimo.
Non tutte le persone hanno una condotta identica. C'è chi rifiuta
legami stretti e chi, viceversa, si sposa ogni due per tre, ossia in
qualsiasi circostanza in cui si «scaldi», salvo scoprire che il proprio
«calore» o attrazione, o come diavolo si chiami,
si protrae al massimo un paio d'anni, dopo di che questo maschio è
pronto per un nuovo divorzio e un nuovo matrimonio. Un dramma
soprattutto economico. Al quarto sposalizio, il povero disgraziato è sul
lastrico e gli tocca sfamarsi alla Caritas. Non è una
bella performance. Ovvio che l'uomo plurimaritato sia destinato a
nausearsi, e allorché gli capiti sotto gli occhi una gonnella appetibile
sia indotto alla fuga.
In effetti i divorzi sono diminuiti quanto i matrimoni: ti credo, con
quel che costano... Sette milioni di italiani adulti sono single: non è
un caso né un capriccio se, alle delizie, dell'accoppiamento, essi
preferiscano il surrogato dell'onanismo. Che
ha il vantaggio di essere gratis e non impone perdite di tempo che
impediscano di assistere alla finale di Champions. La psicologia
maschile in teoria sarebbe complicata, ma si semplifica per cause di
forza maggiore.
Ciascuno di noi invero avrebbe l'opportunità di regalarsi una
esistenza gradevole con la donna giusta accanto, in una unione che non
scada come una mozzarella. Sarebbe sufficiente imparare a essere
spontanei e ad ascoltare la voce che ci parla nell'intimo
e suggerisce con giudizio ciò che è opportuno fare e non fare.
Il segreto per scongiurare le corna passive e attive è temerle,
sapendo che farle e subirle provoca amarezza e problemi, oltre che
pentimenti, liti e sconforto.
Dovremmo rammentare le pulsioni dell'adolescenza, l'età in cui ci si
educa, si sentono i primi e decisivi turbamenti, si è presi da
sentimenti autentici, sinceri. Penso che per vivere in due senza
irritazioni, si debba avere al proprio fianco la compagna
(o il compagno) di banco ideale, quella ragazza con la quale il tempo
condiviso non era un peso, ma una letizia. Stare insieme con lei dava
una sensazione di completezza: bastava uno sguardo per capirsi, ti
veniva spontaneo aiutarla e chiederle aiuto; la mattina,
incontrandola a scuola - e poi nella vita - il tuo (e il suo) animo si
rasserenava, cosicché nasceva una complicità che fa rima con felicità.
Una felicità elementare, quella che ti pervase il giorno in cui,
entrambi timorosi di essere interrogati dal professore, la tua mano e la
sua si congiunsero sotto il banco, di nascosto, e da allora non si sono
più staccate. L'amore per me è questa cosa qua.
Il resto è energia sprecata.
.... è circonvenzione di incapace!
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