Pensavo,ma forse sono ancora un grande ingenuo! che su questo blog che leggo sempre con interesse avrei trovato qualche messaggio di solidarieta verso il popolo Francesé dopo gli attentati odiosi subiti venerdi scorso.Questa non e morale ma sono principi di una societa libera, e stato più facile criticare l'arrivo in paese di qualche profugo Africano oppure fare l'apologia del libro di Orianna Falacci.In paese dà vicino o dà lontano tutte le famiglie hanno un rapporto con la Francia e il suo popolo ,ancora oggi molti sono i paesani che vi abitano.La foto con la bandiera Francesé e la frase di Isaac Asimov definisce bene la vigliaccheria degli autori, e la minaccia che rappresenta per la democrazia ,senza dimenticare il dolore di tutte le famiglie vittime della barbaria umana,percio penso che la gravita degli avvenimenti meritava qualcosa di più.Saluti sinceri à quelli i che fanno vivere il blog Giulio
Un po' hai ragione Giulio. La sensibilità è una materia strana e ognuno ne dispone secondo le proprie esperienze e i condizionamenti sociali. Siamo portati a valutare le cose nelle nostre prospettive di paura, interesse e prossimità. La strage dei 147 studenti kenyoti del 2 aprile, per esempio, non ci ha fatto fare una piega. Eppure le circostanze non erano molto diverse, anche se lo è certamente la prossimità culturale. Penso che molti pensino che finché non tocca a noi possiamo anche permetterci di essere superficiali e fatalisti.
Penso che gran parte dei lettori di questo blog abbiano sentito dolore e paura per l’avvenimento accaduto in Francia, ma non solo perché la strage poteva accadere, in qualsiasi posto, da noi. I francesi hanno combattuto per la nostra indipendenza e sono stati nostri alleati durante le due guerre mondiali. Molti nostri valligiani, nel dopoguerra e fino ai primi anni ‘70 si sono recati in Francia e hanno potuto, lavorando sodo, mantenere la propria famiglia. Penso che l’Italia, per riconoscenza, dovrebbe fare un po’di più delle semplici parole di circostanza pronunciate dai nostri governanti finora.
Pensavo,ma forse sono ancora un grande ingenuo! che su questo blog che leggo sempre con interesse avrei trovato qualche messaggio di solidarieta verso il popolo Francesé dopo gli attentati odiosi subiti venerdi scorso.Questa non e morale ma sono principi di una societa libera, e stato più facile criticare l'arrivo in paese di qualche profugo Africano oppure fare l'apologia del libro di Orianna Falacci.In paese dà vicino o dà lontano tutte le famiglie hanno un rapporto con la Francia e il suo popolo ,ancora oggi molti sono i paesani che vi abitano.La foto con la bandiera Francesé e la frase di Isaac Asimov definisce bene la vigliaccheria degli autori, e la minaccia che rappresenta per la democrazia ,senza dimenticare il dolore di tutte le famiglie vittime della barbaria umana,percio penso che la gravita degli avvenimenti meritava qualcosa di più.Saluti sinceri à quelli i che fanno vivere il blog Giulio
RispondiEliminaUn po' hai ragione Giulio. La sensibilità è una materia strana e ognuno ne dispone secondo le proprie esperienze e i condizionamenti sociali. Siamo portati a valutare le cose nelle nostre prospettive di paura, interesse e prossimità. La strage dei 147 studenti kenyoti del 2 aprile, per esempio, non ci ha fatto fare una piega. Eppure le circostanze non erano molto diverse, anche se lo è certamente la prossimità culturale. Penso che molti pensino che finché non tocca a noi possiamo anche permetterci di essere superficiali e fatalisti.
RispondiEliminaPenso che gran parte dei lettori di questo blog abbiano sentito dolore e paura per l’avvenimento accaduto in Francia, ma non solo perché la strage poteva accadere, in qualsiasi posto, da noi.
RispondiEliminaI francesi hanno combattuto per la nostra indipendenza e sono stati nostri alleati durante le due guerre mondiali.
Molti nostri valligiani, nel dopoguerra e fino ai primi anni ‘70 si sono recati in Francia e hanno potuto, lavorando sodo, mantenere la propria famiglia.
Penso che l’Italia, per riconoscenza, dovrebbe fare un po’di più delle semplici parole di circostanza pronunciate dai nostri governanti finora.