mercoledì 25 novembre 2015

Ecco perchè digiunare fa bene

ll digiuno ha virtù di prevenzione, purificazione e guarigione

Il digiuno, cioè il riposo alimentare completo oppure parziale, è uno dei trattamenti più antichi ed efficaci che esistano. Per la forza di guarigione, il digiuno supera in efficacia tutti gli altri procedimenti conosciuti; la sua azione, priva di pericoli e salutare in tante situazioni, è stata comprovata e questo perché il digiuno agisce direttamente sulla causa della malattia, arrivando addirittura a guarirla se mantenuto abbastanza a lungo. I principali effetti del digiuno sono: riposo dell’intero tubo digerente, facilitazione di certi processi e cambiamenti interiori, eliminazione dei residui metabolici e purificazione dell’intero corpo. Ricerche scientifiche recenti hanno dimostrato che il digiuno ha anche importanti virtù antiossidanti.
Quando parliamo di digiuno ci riferiamo principalmente al “digiuno nero”, ovvero al riposo alimentare completo, realizzato per un certo intervallo di tempo solo con acqua. Digiunando un giorno a settimana – questa è la frequenza ottimale per il riposo alimentare totale – offriamo al corpo il tempo necessario per la rigenerazione e la purificazione.
  • E’ obbligatorio bere acqua, almeno 1,5 litri in 24 ore, per evitare la disidratazione del corpo e il blocco renale.
  • Quelli che si sentono spossati durante il digiuno oppure dopo, devono bere più acqua, 3 oppure 4 litri.
  • La cosa migliore è cominciare il digiuno la sera, continuare a digiunare tutto il giorno successivo e mangiare il mattino seguente.
Questo tipo di digiuno è indicato come cura di disintossicazione, essendo la terapia più forte e con gli effetti più rapidi per la guarigione del corpo e dell’anima. Esso rappresenta una modalità essenziale, non solo per la guarigione, ma anche per la trasformazione spirituale dell’essere.
Praticamente, possiamo affermare che il digiuno agisce a livello di tutte le strutture dell’essere, cominciando da quelle più sottili e, attraverso la risonanza, anche a livello fisico.

Il digiuno, un argomento di moda nel mondo della scienza.

Il digiuno nero è arrivato negli ultimi 5-10 anni a catturare l’attenzione degli uomini di scienza. I possibili aspetti psicologici e spirituali del digiuno rappresentano ancora un grande mistero per il mondo medico-scientifico, a questo contribuisce anche il fatto che vi è, nella medicina attuale, una mancanza di strumenti per quantificare e monitorare i processi meno concreti. Benché gli effetti del digiuno rimangano ancora sconosciuti, è stato accertato che esso ha un effetto anti-vecchiaia e che riduce il rischio di sviluppo di patologie.
Si attesta scientificamente che una persona può vivere senza cibo fino a 100 giorni, perché ci sono delle riserve interiori depositate nell’organismo per casi di necessità, sufficienti a mantenere la vita senza cibo, per l’intera durata di una normale malattia. Sono numerosi gli esempi di persone che hanno digiunato 40 giorni per guarire malattie gravi oppure per avvicinarsi a Dio.

Nutrizione e longevità

Il legame tra il tipo di cibo e la longevità è menzionato sin dall’inizio della storia dell’umanità. Nell’antichità, gli eccessi alimentari erano considerati la causa di tutte le malattie, avendo la reputazione di diminuire la vita, mentre la moderazione nell’alimentazione rappresentava una delle “regole d’oro” di qualsiasi strategia terapeutica.
Un’abitudine tradizionale che ha come scopo il mantenimento della salute, praticato ancora nell’Oriente, e quella di “alzarsi da tavola ancora con fame” oppure in altre parole, con lo stomaco pieno solo per metà. I nutrizionisti moderni sono d’accordo su questo punto, considerando la sovralimentazione come uno dei motivi dell’apparizione delle affezioni, inclusa l’obesità.

Cibo puro e cibo impuro

Qualsiasi alimento, anche se naturale, lascia nell’organismo dei residui. Quando mangiamo, l’organismo assorbe dal cibo quello di cui ha bisogno e dopo elimina i residui. L’organismo non può realizzare l’eliminazione quando è sovraccaricato oppure quando – così come succede nella maggior parte dei casi – il cibo mangiato ha una digestione lunga e difficoltosa.
A questo punto i residui si accumulano nei vari organi, specialmente nell’intestino, dove entrano in putrefazione, diventando così una fonte di squilibrio e di malattia per l’intero corpo.In modo tradizionale parliamo di cibi “puri” (quelli che sono benefici per il nostro l’organismo da tutti punti di vista) e cibi “impuri” (quelli che sono nocivi indipendentemente dal motivo). Ovvio che qui non ci riferiamo in nessun caso al fatto che gli alimenti siano lavati e puliti, ma alla loro qualità.

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