Non è mai stato favorevole all’arrivo dei ‘migranti’ ed ha sempre
dichiarato la contrarietà a quello che per lui è un concetto distorto di
solidarietà. Rossi ha l’amaro in bocca dal giorno in cui è stato, come
altri amministratori, obbligato ad accogliere o peggio, usando la sua
stessa espressione, a ‘raccogliere i sopravvissuti dalla mafia degli
scafisti’ senza avere nessun potere decisionale.
Ma adesso che sono passati ormai 2 mesi dal loro arrivo il sindaco di
Velo deve fare i conti con la realtà e scrollarsi di dosso quella
sensazione di ‘subire passivamente e in silenzio l’assenza dello Stato’.
I profughi ci sono? Rimbocchiamoci le maniche e facciamo di necessità
virtù.
‘E’ ovvio che voglio tenerli occupati – si è giustificato Rossi –
anche se al momento non ci hanno dato particolari motivi di allarme, né i
vicini si sono mai dimostrati ostili verso di loro. A parte qualche
incuria da parte dei giovani africani, che giudico piuttosto
comprensibili in una casa in cui 6 uomini si trovano a convivere, e che
ha portato il comune a fare ben due sopralluoghi per verificare lo stato
dell’abitazione, al momento i rapporto sono sereni’.
Qualche scontro non è mancato tra sindaco e la cooperativa di
Monselice che ha in gestione i profughi. ‘Mancava l’acqua calda – ha
commentato il primo cittadino – ma dopo un ncontro con loro con tanto di
verbale il problema è stato risolto.’
Ma Rossi non vuole dormire sugli allori. Per evitare che la
situazione gli sfugga di mano ha giocato di anticipo ed ha firmato una
convenzione con la cooperativa stessa che prevede l’occupazione di 3 dei
6 profughi in lavori socialmente utili a fianco dei dipendenti
comunali. Il contratto prevede di utilizzare i migranti 4 ore
giornaliere per la manutenzione delle strade comunali, l’eliminazione di
erbacce, la raccolta di rifiuti abbandonati e la pulizia tombini.
L’inizio delle attività è previsto a giorni, entro il mese di settembre.
‘L’occupazione non comporta per il comune di Velo alcuna spesa – ci
tiene a precisare Rossi – perché la cooperativa si accolla le spese di
gestione e di assicurazione, tra cui l’utilizzo di due cittadini di Velo
per delle lezioni di italiano e per le funzioni di controllo’.
Velo è uno dei pochi paesi dell’Altovicentino che ha messo in pratica
una formula di occupazione che legalmente al momento è forse un ibrido
tra volontariato e lavoro. Altro esempio è quello del comune di
Torrebelvicino che sta già utilizzando i profughi da un mese lungo le
strade di collina per togliere le arbacce.
Marta Boriero-Thiene on line
Alla fine sono emerse tutte quelle cose che non si
vorrebbero sentire: profughi che non gradiscono il cibo e lo buttano,
uomini che si rifiutano di fare le pulizie perché “è considerato un
lavoro da donne” e abiti nascosti negli zaini per mostrarsi
infreddoliti. “Non sono tutti così – ha commentato Valter Orsi, Sindaco
di Schio – In mezzo ci sono tante persone che rispettano le nostre
regole e si comportano bene. Purtroppo quando si gestisce un’emergenza e
si mescolano etnie diverse, servono persone che si dedichino ai
profughi a tempo pieno e li accompagnino nell’inserimento nella società.
Le cooperative non bastano, è dimostrato che questo progetto di
accoglienza è fallimentare”.
Passo dopo passo Valter Orsi ha ripercorso l’emergenza profughi a Schio. Lo ha fatto durante la seduta della 4° Commissione, quella che si occupa del Sociale, che si è riunita ieri in Municipio insieme alle minoranze e che ha visto accendersi scintille tra il primo cittadino e Carlo Cunegato, leader di TesSiamo Schio. Scintille che sono volate anche se, alla fine, è risuonato ben chiaro il concetto che “se si potesse scegliere, i profughi e i problemi ad essi correlati, non li vorrebbe nessuno”.
Protagonisti ancora una volta i migranti e l’emergenza che i Comuni devono affrontare per trovare loro alloggio in quattro e quattr’otto non appena la Prefettura ne impone l’arrivo.
“L’emergenza è iniziata quando il Prefetto Eugenio Soldà ha richiesto il De Lellis per ospitare 230 profughi”, ha esordito Orsi, che ha raccontato il procedersi degli avvenimenti fino allo sgombero, di ieri, dei circa 70 profughi ospitati alla ex Colonia di Schio, a Pian delle Fugazze.
“Un’emergenza che abbiamo dovuto affrontare come fosse un terremoto – ha sottolineato il Sindaco – e per scelta amministrativa ho deciso di gestirla senza coinvolgere l’assessorato al Sociale, che già di suo lavora ben oltre le ordinarie competenze”.
Che non corra buon sangue tra il primo cittadino e l’opposizione rappresentata da Pd e TesSiamo Schio era ben chiaro da quando, dopo una visita alla Colonia, Cunegato e altri ‘oppositori’ hanno documentato con foto e video la situazione di degrado nella quale venivano ospitati i migranti, chiedendo le dimissioni di Orsi e facendo rimbalzare Schio agli ‘onori’ della cronaca nazionale. Un’accusa che alla fine è terminata con un generale “è colpa della cooperativa”, anche se al Sindaco è stata duramente contesta la scelta di ‘relegare’ i profughi al Pian delle Fugazze. “In un’ottica di accoglienza diffusa e con l’obiettivo di integrare gli stranieri nel territorio – ha commentato Cunegato – sarebbe stato meglio dividerli in piccoli gruppi e utilizzare strutture come il De Lellis, il Coni, il Soligo del Tretto o alcuni appartamenti del Comune. Strutture più dignitose, perché per noi vengono prima gli uomini. L’ideale sarebbe costruire un Hub a livello regionale, come succede nel resto dell’Europa, centri di smistamento che nel giro di pochi giorni determinano se i migranti siano profughi o clandestini e li ricollocano come ‘ospiti’ o li rispediscono a casa”. “Un modello che non appoggio – ha commentato Orsi – perché si è già dimostrato ampiamente inefficace. Io sono a favore del ‘Progetto di accoglienza diffusa’ proposto dal Sindaco di Santorso Franco Balzi e sottoscritto dalla grande maggioranza dei Sindaci dell’Alto Vicentino. Non l’ho ancora firmato perché abbiamo perplessità sull’effettività dell’accordo – ha continuato il Sindaco – ma lo firmerò di sicuro, perché impegnare il Prefetto a rispettare quote di profughi stabilite insieme, è l’unica forma di ‘tutela’ e programmazione che abbiamo per i Comuni. Certo che, dopo aver sentito il Prefetto dire ‘D’ora in poi farò i cavoli miei, un percorso democratico a questo punto è difficile’, è facile comprendere le mie perplessità”.
Accoglienza diffusa per l’opposizione e anche per l’amministrazione quindi. Ma a suon di polemiche. “Siamo d’accordo sulla malagestione da parte della cooperativa – ha sottolineato Cunegato – ma non è giusto generalizzare e screditarle tutte. Chiediamo alla giunta di iniziare a lavorare insieme ad un percorso di accoglienza diffusa distribuita in strutture adeguate, corsi di lingua e processi di integrazione”. Una richiesta che ha visto Orsi fermo in una posizione di ‘transizione’: “Sono a favore dell’accoglienza diffusa, ma non ho intenzione di mettere personale del Comune a disposizione dell’emergenza profughi. L’amministrazione comunale non può accollarsi ulteriori costi. Lo stato non usa i beni demaniali per alloggiare i profughi, perché sa che dovrebbe sostenerne le spese, per questo scarica il barile sui Comuni, che sono già al limite delle forze. Mi dispiace che le foto scattate dall’opposizione a Pian delle Fugazze siano state strumentalizzate per farmi apparire come un ‘orco’ – ha continuato Orsi. Se avete trovato sporco, chiedetevi chi doveva fare le pulizie e leggete il contratto stipulato con la cooperativa. Davanti ai problemi riscontrati nella gestione dei profughi l’amministrazione aveva scelto di tacere su alcuni fatti negativi, come il cibo buttato o il non voler fare le pulizie, per non creare allarmismo. Per attuare l’accoglienza diffusa è necessario il consenso della società e la società vuole sicurezza e ordine”.
Anna Bianchini Thiene on line
Schio. Scontro sui profughi .Cunegato: “Colonia scelta sbagliata, meglio De Lellis o Coni”
Passo dopo passo Valter Orsi ha ripercorso l’emergenza profughi a Schio. Lo ha fatto durante la seduta della 4° Commissione, quella che si occupa del Sociale, che si è riunita ieri in Municipio insieme alle minoranze e che ha visto accendersi scintille tra il primo cittadino e Carlo Cunegato, leader di TesSiamo Schio. Scintille che sono volate anche se, alla fine, è risuonato ben chiaro il concetto che “se si potesse scegliere, i profughi e i problemi ad essi correlati, non li vorrebbe nessuno”.
Protagonisti ancora una volta i migranti e l’emergenza che i Comuni devono affrontare per trovare loro alloggio in quattro e quattr’otto non appena la Prefettura ne impone l’arrivo.
“L’emergenza è iniziata quando il Prefetto Eugenio Soldà ha richiesto il De Lellis per ospitare 230 profughi”, ha esordito Orsi, che ha raccontato il procedersi degli avvenimenti fino allo sgombero, di ieri, dei circa 70 profughi ospitati alla ex Colonia di Schio, a Pian delle Fugazze.
“Un’emergenza che abbiamo dovuto affrontare come fosse un terremoto – ha sottolineato il Sindaco – e per scelta amministrativa ho deciso di gestirla senza coinvolgere l’assessorato al Sociale, che già di suo lavora ben oltre le ordinarie competenze”.
Che non corra buon sangue tra il primo cittadino e l’opposizione rappresentata da Pd e TesSiamo Schio era ben chiaro da quando, dopo una visita alla Colonia, Cunegato e altri ‘oppositori’ hanno documentato con foto e video la situazione di degrado nella quale venivano ospitati i migranti, chiedendo le dimissioni di Orsi e facendo rimbalzare Schio agli ‘onori’ della cronaca nazionale. Un’accusa che alla fine è terminata con un generale “è colpa della cooperativa”, anche se al Sindaco è stata duramente contesta la scelta di ‘relegare’ i profughi al Pian delle Fugazze. “In un’ottica di accoglienza diffusa e con l’obiettivo di integrare gli stranieri nel territorio – ha commentato Cunegato – sarebbe stato meglio dividerli in piccoli gruppi e utilizzare strutture come il De Lellis, il Coni, il Soligo del Tretto o alcuni appartamenti del Comune. Strutture più dignitose, perché per noi vengono prima gli uomini. L’ideale sarebbe costruire un Hub a livello regionale, come succede nel resto dell’Europa, centri di smistamento che nel giro di pochi giorni determinano se i migranti siano profughi o clandestini e li ricollocano come ‘ospiti’ o li rispediscono a casa”. “Un modello che non appoggio – ha commentato Orsi – perché si è già dimostrato ampiamente inefficace. Io sono a favore del ‘Progetto di accoglienza diffusa’ proposto dal Sindaco di Santorso Franco Balzi e sottoscritto dalla grande maggioranza dei Sindaci dell’Alto Vicentino. Non l’ho ancora firmato perché abbiamo perplessità sull’effettività dell’accordo – ha continuato il Sindaco – ma lo firmerò di sicuro, perché impegnare il Prefetto a rispettare quote di profughi stabilite insieme, è l’unica forma di ‘tutela’ e programmazione che abbiamo per i Comuni. Certo che, dopo aver sentito il Prefetto dire ‘D’ora in poi farò i cavoli miei, un percorso democratico a questo punto è difficile’, è facile comprendere le mie perplessità”.
Accoglienza diffusa per l’opposizione e anche per l’amministrazione quindi. Ma a suon di polemiche. “Siamo d’accordo sulla malagestione da parte della cooperativa – ha sottolineato Cunegato – ma non è giusto generalizzare e screditarle tutte. Chiediamo alla giunta di iniziare a lavorare insieme ad un percorso di accoglienza diffusa distribuita in strutture adeguate, corsi di lingua e processi di integrazione”. Una richiesta che ha visto Orsi fermo in una posizione di ‘transizione’: “Sono a favore dell’accoglienza diffusa, ma non ho intenzione di mettere personale del Comune a disposizione dell’emergenza profughi. L’amministrazione comunale non può accollarsi ulteriori costi. Lo stato non usa i beni demaniali per alloggiare i profughi, perché sa che dovrebbe sostenerne le spese, per questo scarica il barile sui Comuni, che sono già al limite delle forze. Mi dispiace che le foto scattate dall’opposizione a Pian delle Fugazze siano state strumentalizzate per farmi apparire come un ‘orco’ – ha continuato Orsi. Se avete trovato sporco, chiedetevi chi doveva fare le pulizie e leggete il contratto stipulato con la cooperativa. Davanti ai problemi riscontrati nella gestione dei profughi l’amministrazione aveva scelto di tacere su alcuni fatti negativi, come il cibo buttato o il non voler fare le pulizie, per non creare allarmismo. Per attuare l’accoglienza diffusa è necessario il consenso della società e la società vuole sicurezza e ordine”.
Anna Bianchini Thiene on line
spero che anche il comune diValdastico copi l iniziativa di velo.Salendo x la strada del monte verso rotzo ci sarebbe proprio bisogno di una bella pulizia.ed è triste vedere questi profughi sul ponte al maso che stanno lì a guardare ........Forse sentirsi utili dà dignità
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