16-20/07/1944
– Fucilazione e distruzione in Contrà Costa
Nome del compilatore la
scheda: Pierluigi Dossi
I.STORIA
Località | Comune | Provincia | Regione |
Contrà Costa | S. Pietro Valdastico | Vicenza | Veneto |
Data iniziale:
16 luglio 1944
Data finale:
Vittime decedute:
Totale | U | Bambini (0-11) | Ragazzi (12-16) | Adulti (17-55) | Anziani (più 55) | s.i. | D. | Bambine (0-11) | Ragazze (12-16) | Adulte (17-55) | Anziane (più 55) | S.i | Ign |
5
|
5
|
0
|
0
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5
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0
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0
|
Di cui
Civili | Partigiani | Renitenti | Disertori | Carabinieri | Militari | Sbandati |
1
|
4
|
Prigionieri di guerra | Antifascisti | Sacerdoti e religiosi | Ebrei | Legati a partigiani | Indefinito |
Elenco delle vittime decedute:
Domenico Fabrello "Rosso",
cl 25; partigiano;
Giulio Greselin "Bocia",
cl 26; partigiano;
Lino Munari "Lino", cl
22; partigiano;
Silvio Pretto, cl 15; civile,
fucilato malgrado fosse estraneo alla guerriglia e con i documenti
personali in regola;
Giacomo Sella "Urban",
cl 26; partigiano.
Descrizione sintetica
Il giorno successivo all’attacco partigiano alla Colonia “Umberto I” di Tonezza, contro la GNR e le “Fiamme Bianche”, e all’attacco agli 11 camion della Todt in Val d’Assa, i nazi-fascisti iniziano un vasto rastrellamento-rappresaglia che dura due giorni e colpisce Tonezza, S. Pietro Valdastico (soprattutto Contrà Lucca e Costa), Rotzo, Roana (particolarmente Contrà Toccoli), con numerosi arresti, saccheggi e incendi di abitazioni, fabbricati rurali e malghe. In Val d’Assa operano circa 500 “Cacciatori degli Appennini” del 7° Btg 2° Regg e circa 1000 “russi”. In Contrà Costa, all’alba, i tedeschi circondano le case e iniziano a sparare con i mortai, poi iniziano il rastrellamento che porta alla cattura e alla fucilazione di 4 partigiani del Btg “Apolloni”della “Garemi” e un civile. Verso le ore 17,00 ha inizio l’incendio di tutte le case della contrada: 13 case distrutte, 10 famiglie e 39 persone gettate sull’lastrico. A Contrà Toccoli di Roana, nel pomeriggio del 16 luglio numerosi uomini sono arrestati e condotti a Mezzaselva. |
Modalità dell’episodio:
fucilazione.
Violenze connesse all’episodio:
catture e deportazioni; saccheggi e
incendi, Contrà Costa totalmente distrutta.
Tipologia:
rastrellamento-rappresaglia
II.
Responsabili
TEDESCHI:
Autori: reparti tedeschi e
Ost.-Batt. 263.
Ost-Bataillon 263. Si
tratta di un reparto costituito da quattro compagnie specializzate
nella repressione antipartigiana e composto da volontari provenienti
dall'Europa orientale, in prevalenza georgiani, ucraini e dal
Wolgadeutschen (abitanti della regione del Volga di origine tedesca),
facenti parte dell’Armata Cosacca e arruolati dalla Wehrmacht e
guidati da ufficiali e sottufficiali tedeschi. L'Ost-Bataillon 263 è
stato trasferito nel Vicentino dal Cuneese nel maggio ‘44, proprio
per fronteggiare la minaccia partigiana, su ordine del generale
Toussaint, Plenipotenziario della Wehrmacht in Italia. Inizialmente,
dunque, il reparto è sotto la direzione della Leitkommandantur di
Verona e quindi della dipendente Platzkommandantur di Vicenza. Il
Comando e il grosso del Btg ha sede a Marano Vicentino ed è diretto
del "Boia di Marano", il capitano della Wehrmacht, Fritz
Buschmeyer. Altri reparti minori sono distaccati a Santorso, Schio,
Torrebelvicino. Successivamente troviamo reparti a S. Antonio del
Pasubio, dall'autunno anche a Cogollo, Arsiero, Treschè Conca e
altre località dell’Altopiano di Asiago. A Marano Vicentino è
operativo da subito un Commando caccia (Jagdkommando) con 30 uomini e
3 ufficiali, comandato dal s. tenente Schrick; è dotato di 2
autocarri, armati di due mitragliatrici e un mortaio. La prima
importante operazione che vede impegnato l' Ost-Bataillon 263 è un
rastrellamento in Altopiano il 4-5 giugno ‘44, in collaborazione
con una compagnia del 3° Btg., 12° Regg. SS di Polizia e forze
fasciste. Il 16-18 giugno è impegnato in Val Leogra per
l'Operazione “263” culmina con l'attacco a Contrà Vallortigara.
Quando la riorganizzazione della repressione, in base al compromesso
Kesselring-Wolff, il territorio viene diviso in “Settori di
sicurezza”, affidati a “Comandanti di sicurezza”,
unici responsabili locali della contro-guerriglia, il 2 luglio '44,
mediante ordine diretto di Wolff, Buschmeyer viene nominato
Comandante di sicurezza del Settore Vicenza-Nord. L'area in
questione comprende i centri di Recoaro, Valdagno, Arzignano, Schio,
Piovene Rocchette, Arsiero, Marano Vicentino, Thiene, Marostica,
Bassano del Grappa, Asiago, ed è divisa in due sottosettori: quello
“Ovest”, con propria sede a Valdagno, Quello “Est” a Bassano.
Unico compito di Buschmeyer è la lotta alle bande, e per assolverlo
sono a sua disposizione assoluta tutte le unità che si trovano nel
Settore, cioè reparti della Wehrmacht, della Luftwaffe, delle SS di
Polizia, dell'Organizzazione Todt e le formazioni repubblichine.
Negli ultimi giorni della guerra, l’Ost-Bataillon 263 si riunisce a
Pedescala.
ITALIANI:
Collaboratori: 7° Btg 2° Regg
Legione GNR “Cacciatori degli Appennini” e altri reparti RSI.
Legione GNR “Cacciatori degli
Appennini”. E' un corpo speciale della GNR per la lotta
antipartigiana costituitosi il 1.4.44 nel Centro Addestramento
Reparti Speciali (CARS) che aveva sede a Parma, presso il 43°
Comando Militare provinciale. Il 1° aprile ’44 nascono i tre
reggimenti della Legione GNR “Cacciatori degli Appennini” (1°,
2° e 3°): il 1° Regg., con centro di mobilitazione presso il 41°
Dep. Misto Provinciale di Ferrara, è organizzato in 4 btg.: 1° Btg.
Granatieri; 2° Btg. Cavallieri della Lombardia; 3° Btg. Alpini
Bergamo; 4° Btg. Alpini Cadore; una Compagnia comando reggimentale;
è costituito con elementi dell’esercito; comandante, ten.
colonnello Emanuele Bruno; il 2° Regg., con centro di mobilitazione
presso il 43° Dep. Misto Provinciale di Parma e 80^ Legione GNR
“Farnese” di Parma, è organizzato in 3 btg e una compagnia
comando reggimentale; è costituito da elementi della GNR ed elementi
specializzati dell’esercito: comandante, ten. colonnello Aurelio
Languasco; il 3° Regg., con centro di mobilitazione presso il 43°
Dep. Misto Provinciale di Parma, è organizzato in 2 btg e una
Compagnia comando reggimentale; è costituito con elementi delle
federazioni fasciste repubblichine ed elementi specializzati
dell’esercito: comandante, ten. colonnello Alberto Zaccherini. La
Legione scioglie i comandi e le compagnie comando reggimentali,
munendo i btg. di autonomia amministrativa (la nuova numerazione è
1° e 2° Btg per i due già appartenenti al 1° Regg., 3° e 4°
Btg. Alpini “Cadore” per quelli del 2° Regg.). Il
personale così recuperato serve a ripianare le defezioni dai vari
reparti. Nel novembre ’44 a Legione “Cacciatori” diventa Gruppo
Battaglioni “Cacciatori degli Appennini”. A questa unità è
affiancato da subito un DVK (Comando di collegamento germanico), il
cui responsabile è il colonnello delle Waffen SS, Josef Heischmann,
ufficialmente addetto al Q.G. del generale Jürgen von Kamptz
(Comandante dell'ORPO – polizia d'ordine – in Italia); di fatto
Heischmann non è un semplice ufficiale di collegamento, ma è il
vero comandante della "Cacciatori degli Appennini". La
situazione di questo corpo d’élite del fascismo repubblichino è
migliore rispetto a quella di altri reparti, tuttavia dei 9.000
uomini necessari a costituire tutti i btg., alla metà di giugno ’44
si arriva a malapena a 3.500. I Cacciatori vengono richiesti dai
tedeschi contro i partigiani in Veneto (Asolo, Asiago, Recoaro e
Thiene) già nel giugno del ’44. Il 16 luglio ’44 il 7°
Btg del 2° Regg. opera con l’Ost.-Battalion 263 un rastrellamento
il Val d’Assa, in Altopiano dei 7 Comuni. I reparti sono costellati
di defezioni e sbandamenti: nel 2° Regg. dei 3.000 uomini partiti
dall’Emilia per il ciclo operativo anti-partigiano in Veneto,
arrivano nella zona Recoaro-Thiene circa in 600. A settembre ’44, i
Cacciatori partecipano al rastrellamento di Granezza e al
rastrellamento del Grappa.
Estremi e Note sui procedimenti:
Non ci sono specifici procedimenti penali collegati direttamente alla vicenda. |
III.
Memoria
Monumenti/Cippi/Lapidi:
Monumento con doppia lapide. |
Luogo della memoria:
Contrà Costa, lungo la strada S. Pietro Valdastico – Rotzo. |
Onorificenze
Commemorazioni
IV.
Strumenti
Fonti utilizzate per la Descrizione
sintetica:
ASVI, Danni di Guerra, b. 28, 87, 105,
110, 128, 130, 131, 136, 137, 159, 167, 168, 187, 212, 218, 226, 239,
245, 320, 332, 336, fasc. 1465, 5428, 6600, 6986, 8180, 8322, 8392,
8786, 8787, 8788, 8815, 10510, 11101, 11157, 11158, 12665, 14668,
15016, 15495, 16330, 16762, 22224, 23349, 23369, 23713; PA. Gios,
Resistenza Parrocchia e Società, cit., pag. 145-147, 157-160,
nota 18; PA. Gios, Il comandante “Cervo”, cit., pag.
60-61; PA. Gios, Controversie sulla Resistenza, cit.,
pag. 97; V. Panozzo, La Resistenza in Tresché Conca, 1943-1945,
cit., pag. 23; B. Gramola, T. Marchetti, M.G. Rigoni, Una strage
impunita, cit., pag. 54-55; Il Patriota del 29 luglio
1945, pag. 2, articolo di Angelo Costa: Appunti di cronistoria
partigiana; G. Vescovi, Resistenza nell’Alto Vicentino,
cit., pag. 103; Com. Veneto-Trentino, Brigate d’Assalto Garemi,
cit., pag. 116-117; E. D’Origano, Diari della Resistenza,
cit., pag. 200-210; LL. Sella, Valdastico in quel tempo, cit.,
pag. 57-66; A. Rizzi, La Valle della giovinezza, cit., pag.
259-260.
Bibliografia:
|
Fonti archivistiche:
|
Sitografia e multimedia:
V.
Annotazioni
VI.
Credits
Istituto Storico della Resistenza e
dell’Età Contemporanea della Provincia di Vicenza “Ettore
Gallo”.
Archivio di Stato di Vicenza.
è interessante che fra le referenza ci sia il testo scritto dal nostro Sella Luigi "Buja", bravo all'autore
RispondiEliminaManca chi è rimasto a guardare ...
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