L’ospedale unico Alto Vicentino di Santorso è diventato un
libro, stampato in migliaia di copie, costato circa 40mila euro e
ufficialmente sponsorizzato da privati.
Scritto dal giornalista Toni Grossi, fotografato da Bruno Cortiana e
nato per volere del direttore generale dell’Ulss 4 Daniela Carraro,
‘Ospedale Alto Vicentino’ è stato presentato ieri in pompa magna,
accompagnato dal concerto dell’Orchestra Officina Armonica, alla
presenza di molte autorità locali e professionisti della medicina. Il
libro racconta la storia della nuova struttura sanitaria e di come viene
concepito il ricovero ai nostri giorni.
“Sempre meno in ospedale, più cure territoriali”, spiega Grossi nel
libro e in queste poche parole racchiude il nuovo concetto di Sanità,
promosso dall’ospedale di Santorso: una struttura tecnologicamente
avanzata che si occupa dei malati considerati ‘acuti’, mentre per i
lungodegenti l’accoglienza è prevista a domicilio o in quelli che
modernamente vengono definiti ‘ospedali di comunità’.
“Un ospedale culturalmente nuovo – ha spiegato Toni Grossi – per
concezione, modalità operative e modo di concepire la cura. La forma è
essenziale e gradevole, tanto che non ci accorge di essere in ospedale,
ma si potrebbe pensare di essere in un aeroporto o una stazione. E’ una
struttura sanitaria in cui l’essenziale e la sostanza sono al primo
posto”.
Un libro da leggere (in italiano e in inglese, per rispetto ai
pazienti internazionali, come sottolineato da Daniela Carraro) e da
sfogliare, che mostra immagini ‘private’ che sottolineano come si vive
nel nuovo ospedale. “Sono le persone che danno vita ai luoghi”, ha
commentato Bruno Cortiana, che con la sua macchina fotografica ha
ritratto interni tecnologici, vite appena nate, professionisti al lavoro
e attimi di quotidianità all’interno della struttura sanitaria.
Ma perché è stato necessario fare un libro sul nuovo ospedale, nato
praticamente dalla ‘fusione’ del De Lellis di Schio e del Boldrini di
Thiene? Una fusione nata grazie ad un contratto di project financing che
ha scatenato polemiche, aperto inchieste e scoperchiato interessi
privati ed è ancora oggi, a distanza di 3 anni dall’inaugurazione, al
centro di lamentele?
“Ho
voluto un libro sull’ospedale Alto Vicentino per dare risalto alla
parola, non solo alla tecnologia – ha spiegato Daniela Carraro – Alcuni
hanno detto che è un’opera autocelebrativa e in effetti lo è. I
pregiudizi contro l’ospedale stanno svanendo, per lasciare spazio al
riconoscimento delle grandi professionalità mediche e infermieristiche
che lavorano in un ambiente grazioso. Ci siamo messi in mostra per agire
alla luce del sole – ha concluso – e mostrare la complessità degli
interventi di cura”.
Predisposti a guardare con ottimismo al futuro hanno commentato anche
Franco Balzi, padrone di casa in quanto Sindaco di Santorso e Robertino
Cappozzo, presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 4.
“C’è voluto un processo di metabolizzazione del nuovo – ha spiegato
Balzi – ma bisogna guardare al futuro e riconoscere nel nostro ospedale
un modello innovativo che è inserito nella riforma sanitaria regionale
che prenderà il via l’anno prossimo”. Gli ha fatto eco Cappozzo, che ha
detto: “Siamo al punto di partenza di una serie di cambiamenti
importanti. Siamo preoccupati, ma siamo anche abituati ad affrontare i
cambiamenti, per quanto difficili possano sembrare all’inizio”.
Valter Orsi, Sindaco di Schio, comune più popoloso nel territorio
dell’Alto Vicentino, ha precisato: “La realizzazione dell’ospedale con
un contratto di project financing non ha il mio riscontro. Penso che la
ricchezza di un ospedale siano le figure professionali che lavorano al
suo interno. Grandi medici, infermieri e dipendenti di ogni genere,
possono fare grande anche un ospedale che ha muri vecchi. Sono
sicuramente a favore della tecnologia, ma per me al primo posto c’è il
valore umano”.
All’inaugurazione del libro ‘Ospedale Alto Vicentino’ non è mancata
una nota polemica. E’ arrivata dal gruppo non politico ‘La Cordata’, che
ha identificato nella pubblicazione dell’opera uno spreco di danaro.
“Siamo stanchi e delusi di segnalare in continuazione il malaffare
della Sanità veneta nel territorio – recita un comunicato del gruppo –
Ulss 4 è protagonista di esposti a due Procure e al Presidente della
Repubblica, di un ricorso alla presidenza della Regione Veneto e di
istanze a Sindaci del territorio. Le motivazioni vanno da distrazione di
danaro pubblico a sotterfugi di bilancio relativi al contratto di
project financing. Da lamentele di malati deboli e indifesi a genitori
con figli disabili lasciati soli e senza aiuti economici. I posti letto
sono scarsi e non c’è privacy e le liste di attesa sono lunghe. Inoltre –
conclude La Cordata – la struttura necessita continuamente di
manutenzione nonostante sia nuova e molti professionisti hanno preferito
trasferirsi ad esercitare in altri ospedali”.
Anna Bianchini
Nota del direttore
Prima
35mila euro per un giornalino che ti viene recapitato nella buca della
posta. Adesso, un libro che parla dell’ospedale di Santorso che ne costa
40mila. Manca solo il fim. Credo che la dg dell’Ulss 4 Daniela Carraro
stia proprio esagerando e anzichè perdere intere giornate
nell’organizzazione di eventi mondani come quello di ieri, dovrebbe
ascoltare gli utenti, ma soprattutto ‘i deboli’ della comunità, che
vorrebbero meno lustrini e più servizi.
Feste, inaugurazioni di bar, eventi in pompa magna e continui tagli di nastri accompagnati da eleganti ricevimenti stridono con i tempi che corrono, con gente che fa fatica ad arrivare a fine mese e servizi socio assistenziali tagliati senza pietà, che costringono famiglie con anziani, genitori di disabili a svenarsi per pagare privatamente quello che il pubblico non riesce più a coprire.
Che bisogno c’era di un giornalino cartaceo quando l’Ulss 4 ha già un sito internet aggiornato in tempo reale o di un libro come quello appena sfornato, quando la storia della nascita dell’ospedale di Santorso la conosciamo tutti e le cui polemiche sono addirittura al centro di inchieste della magistratura? Ci sembra davvero una sfrontatezza gestire così una Ulss, dove gli utenti lamentano liste d’attesa interminabili, dove ci si rivolge sempre più al privato quando si ha un’emergenza ed i sindaci dell’Alto Vicentino si sono dovuti autotassare della somma di 72 centesimi per abitante per non far gravare sulle famiglie la spesa dei luoghi di ricovero per psichici gravi. Dove i genitori di bimbi gravemente disabili devono arrampicarsi sugli specchi dinanzi alla mancanza di programmi riabilitativi e luoghi di sollievo, che diano loro respiro. E allora, se ci sono questi sponsor così generosi da mattere le mani in tasca e spendere 40mila euro per un libro, che non cambierà la vita di nessuno, perchè non utilizzare quei fondi per scopi pratici che servono ad alleggerire la vita di utenti dell’Ulss 4 che soffrono in silenzio e pur pagando le tasse, devono fare i conti con un quotidiano difficile? Forse la nostra Dg non è a conoscenza di queste realtà? Provi ad informarsi bene su certe situazioni drammatiche della comunità che contribuisce a pagarle lo stipendio. Forse, arriverà il momento di scegliere il sobrio che non ti fa finire sui giornali, ma che incide sulla qualità della vita. E non l’effimero che ha le caratteristiche dello schiaffo in faccia ai deboli.
Feste, inaugurazioni di bar, eventi in pompa magna e continui tagli di nastri accompagnati da eleganti ricevimenti stridono con i tempi che corrono, con gente che fa fatica ad arrivare a fine mese e servizi socio assistenziali tagliati senza pietà, che costringono famiglie con anziani, genitori di disabili a svenarsi per pagare privatamente quello che il pubblico non riesce più a coprire.
Che bisogno c’era di un giornalino cartaceo quando l’Ulss 4 ha già un sito internet aggiornato in tempo reale o di un libro come quello appena sfornato, quando la storia della nascita dell’ospedale di Santorso la conosciamo tutti e le cui polemiche sono addirittura al centro di inchieste della magistratura? Ci sembra davvero una sfrontatezza gestire così una Ulss, dove gli utenti lamentano liste d’attesa interminabili, dove ci si rivolge sempre più al privato quando si ha un’emergenza ed i sindaci dell’Alto Vicentino si sono dovuti autotassare della somma di 72 centesimi per abitante per non far gravare sulle famiglie la spesa dei luoghi di ricovero per psichici gravi. Dove i genitori di bimbi gravemente disabili devono arrampicarsi sugli specchi dinanzi alla mancanza di programmi riabilitativi e luoghi di sollievo, che diano loro respiro. E allora, se ci sono questi sponsor così generosi da mattere le mani in tasca e spendere 40mila euro per un libro, che non cambierà la vita di nessuno, perchè non utilizzare quei fondi per scopi pratici che servono ad alleggerire la vita di utenti dell’Ulss 4 che soffrono in silenzio e pur pagando le tasse, devono fare i conti con un quotidiano difficile? Forse la nostra Dg non è a conoscenza di queste realtà? Provi ad informarsi bene su certe situazioni drammatiche della comunità che contribuisce a pagarle lo stipendio. Forse, arriverà il momento di scegliere il sobrio che non ti fa finire sui giornali, ma che incide sulla qualità della vita. E non l’effimero che ha le caratteristiche dello schiaffo in faccia ai deboli.
Natalia Bandiera
Di certo non hanno scritto tutte le porcate che hanno fatto nella costruzione di uno stabile che pur essendo nuovo ha bisogno di continua manutenzione straordinaria, hanno abbandonato due ospedali che potrebbero ancora funzionare visto tutti i soldi che hanno speso per rimettere a nuovo vari reparti poi hanno detto che non sono più a norma,nella sede di via Rasa a Thiene hanno buttato soldi a gogò per abellire gli uffici e adesso tutto abbandonato,hanno speso soldi a dir loro per rendere a norma l'ospedale di Thiene per portare la sede ulss,se nella nuova riorganizzazione della sanità Veneta l' Ulss 4 sparisce cosa ne facciamo di tutto questo e tutti i soldi spesi per niente solo per appagare i soliti noti chi li restituirà, tanto alla fine paga sempre pantalon, di questo statene certi che nel libro della grande DG (mi vien da ridere) non troverete scritto niente
RispondiEliminaUno schifo legalizzato, uno sperpero di risorse e denaro nostro, un mastodonte dalle barriere architettoniche che parlano da sole.
RispondiEliminaUno sperpero di spazio e di energia estiva ed invernale, camminate interminabili per arrivare dove devi andare, dopo giravolte e parolacce.
Miliardi di vecchie lire per dotare l'ospedale dei pannelli fotovoltaici che si sono dileguati, spariti, dicono diventati inutili dopo che Schio si è prestato al grande intruglio: portiamo il calore all'ospedale, l'inceneritore diventa termovalorizzatore, siamo autorizzati a raddoppiarlo e raddoppiare inquinamento e favori alle lobby delle scoasse, che vi nascondono rifiuti speciali, maialerie scavate dalla terra dei fuochi e portate qua a bruciare... restituite al mittente…. brava tutta la catena