mercoledì 16 settembre 2015

La commemorazione a Luserna






Dalla Francia, 
Didier Peyssonnel e Corinne Agostini (originaria di Valpegara) c'inviano le foto fatte quest'estate 
durante la commemorazione a Luserna 
e noi ben volentieri le condividiamo. Grazie!

14 commenti:

  1. Porca miseria che impressione! Il primo a sx pare il duce!! :-O

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  2. porca miseria comprate un paro de ociai

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  3. E il primo a destra pare el borgomastro nostrano!!

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  4. Ah ah ah sempre i soliti anonimi ridicole macchiette!! :-)

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  5. Ohibò, perdincibacco, .. non scorgo il variopinto luserno folletto! Né sotto puntute aquilose penne e manco all’ombra di forcellose e cangianti piume. Dove sarà mai il menestrello loci, colui a cui è la penna è lieve e il cor sommuove?

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  6. Oggi il Don è poetico, bravò!

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  7. Biry, il Don si è lasciato contaminare dagli anony di Agora. C'è come un vento di poesia sul blog in questo momento mento. Questo non è per dispiacerci.
    "La poesia è un arma carica di futuro".
    Non è una poesia goccia a goccia pensata. Nemmeno un bel prodotto. Non un frutto perfetto. È un poco come l'aria che tutti respiriamo ed è il canto che effonde quanto dentro portiamo.Son parole che tutti ripetiamo, sentendole come nostre, e che volano. Son più di quanto è detto. Sono il più necessario: quello che non ha un nome. Sono grida nel cielo e, in terra, sono atti.
    (Gabriel Celaya)
    "Il fiore della libertà"

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  8. Andrea s'è perso s'è perso e non sa tornare
    Andrea aveva un dolore Riccioli neri.
    C'era scritto sul foglio ch'era morto sulla bandiera
    C'era scritto e la firma era d'oro era firma di re
    Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia.
    Quanti pezzi di Andrea abbiamo raccolto trentacinque anni fa, quando sbronzi di giovinezza e vino malato abbiamo deciso di togliere il cimitero ai camperisti che ci facevano le salsicce alla brace. Per due mesi abbiamo, pulito, raschiato, spianato, gettato ossa sul mucchio, solo i crani mancavano, ah quelli avevano trovato degna sepoltura nel grande ossario voluto dal crapun per ricordarci ogni giorno che eravamo italiani. Abbiamo poi sepolto tutti quei poveri resti, sparsi tra l'erba, alla base della croce e con una benedizione blasfema di grappa. Sono stanco di ricordare morti, ogni albero della mia terra ha le radici nel sangue; continuino quelli con le belle facce ad uccidere i morti, per terra e per mare.
    Lasciatemi così
    come una
    cosa
    posata
    in un
    angolo
    e dimenticata

    Qui
    non si sente
    altro
    che il caldo buono

    Sto
    con le quattro
    capriole
    di fumo
    del focolare
    è Ungaretti, è poesia. e si va, si va,,, Andrea

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  9. Bravo e commovente, grazie, la tua poesia cancella tutte le nefandezze che tanti anonimi scrivono sul blog

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  10. @Andrea : una poesia come un singhiozzo, con parole che mi hanno fatto pensare a "le dormeur du val" del poeta francese Arthur Rimbaud, in Italiano "il dormiente nella valle":

    "E' un anfratto verde dove canta un fiume
    Appendendo follemente all'erba i suoi stracci
    D'argento; dove il sole, dalla fiera montagna
    Risplende: è una piccola valle spumeggiante di raggi.
    Un giovane soldato, la bocca aperta, il capo nudo,
    E la nuca immersa nel fresco nasturzio azzurro
    Dorme; è steso nell'erba, sotto le nuvole,
    Pallido nel suo verde letto dove la luce piove.
    Ha i piedi fra i gladioli, dorme. Sorridendo come
    Sorriderebbe un bimbo malato, fa una dormita:
    Natura, cullalo tiepidamente: ha freddo.
    I profumi non fanno fremere le sue narici;
    Lui dorme nel sole, la mano sul petto
    Tranquillo. Ha due buchi rossi sul lato destro".

    Atrocità delle guerre.

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    1. è bellissima la canzone tratta da questa poesia e cantata da diversi cantautori francesi...

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    2. @Giorgio : si, era cantata, fra altri, da Serge Reggiani e Yves Montand (alias Ivo Livi), entrambi di origine italiana (Reggio Emilia e Toscana), attori e cantanti molto amati in Francia dove erano arrivati, per fuggire dal fascismo, a 8 e 2 anni, con la famiglia.

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  11. Ah, … l’Andrea, ..l’inesausto bardo che risponde in rima anche al Nefasto illirico uso a gettarla in bovina. Agli spirti de’ monti non confassi simulazione alcuna, epperciò sempre appaion con faccia una e saldo core.

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    1. Se avessi un solo pulviscolo di stella del tuo infinito cielo di ironia Don sarei più felice.
      Grazie a Ody e all'anonimo delle 7.57, grazie.
      Un abbraccio alla Carlà e un Caro saluto a Gianni.
      Andrea
      PS Don ho troppo rispetto per le vacche per gettarla in bovina

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