Ohibò, perdincibacco, .. non scorgo il variopinto luserno folletto! Né sotto puntute aquilose penne e manco all’ombra di forcellose e cangianti piume. Dove sarà mai il menestrello loci, colui a cui è la penna è lieve e il cor sommuove?
Biry, il Don si è lasciato contaminare dagli anony di Agora. C'è come un vento di poesia sul blog in questo momento mento. Questo non è per dispiacerci. "La poesia è un arma carica di futuro". Non è una poesia goccia a goccia pensata. Nemmeno un bel prodotto. Non un frutto perfetto. È un poco come l'aria che tutti respiriamo ed è il canto che effonde quanto dentro portiamo.Son parole che tutti ripetiamo, sentendole come nostre, e che volano. Son più di quanto è detto. Sono il più necessario: quello che non ha un nome. Sono grida nel cielo e, in terra, sono atti. (Gabriel Celaya) "Il fiore della libertà"
Andrea s'è perso s'è perso e non sa tornare Andrea aveva un dolore Riccioli neri. C'era scritto sul foglio ch'era morto sulla bandiera C'era scritto e la firma era d'oro era firma di re Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia. Quanti pezzi di Andrea abbiamo raccolto trentacinque anni fa, quando sbronzi di giovinezza e vino malato abbiamo deciso di togliere il cimitero ai camperisti che ci facevano le salsicce alla brace. Per due mesi abbiamo, pulito, raschiato, spianato, gettato ossa sul mucchio, solo i crani mancavano, ah quelli avevano trovato degna sepoltura nel grande ossario voluto dal crapun per ricordarci ogni giorno che eravamo italiani. Abbiamo poi sepolto tutti quei poveri resti, sparsi tra l'erba, alla base della croce e con una benedizione blasfema di grappa. Sono stanco di ricordare morti, ogni albero della mia terra ha le radici nel sangue; continuino quelli con le belle facce ad uccidere i morti, per terra e per mare. Lasciatemi così come una cosa posata in un angolo e dimenticata
Qui non si sente altro che il caldo buono
Sto con le quattro capriole di fumo del focolare è Ungaretti, è poesia. e si va, si va,,, Andrea
@Andrea : una poesia come un singhiozzo, con parole che mi hanno fatto pensare a "le dormeur du val" del poeta francese Arthur Rimbaud, in Italiano "il dormiente nella valle":
"E' un anfratto verde dove canta un fiume Appendendo follemente all'erba i suoi stracci D'argento; dove il sole, dalla fiera montagna Risplende: è una piccola valle spumeggiante di raggi. Un giovane soldato, la bocca aperta, il capo nudo, E la nuca immersa nel fresco nasturzio azzurro Dorme; è steso nell'erba, sotto le nuvole, Pallido nel suo verde letto dove la luce piove. Ha i piedi fra i gladioli, dorme. Sorridendo come Sorriderebbe un bimbo malato, fa una dormita: Natura, cullalo tiepidamente: ha freddo. I profumi non fanno fremere le sue narici; Lui dorme nel sole, la mano sul petto Tranquillo. Ha due buchi rossi sul lato destro".
@Giorgio : si, era cantata, fra altri, da Serge Reggiani e Yves Montand (alias Ivo Livi), entrambi di origine italiana (Reggio Emilia e Toscana), attori e cantanti molto amati in Francia dove erano arrivati, per fuggire dal fascismo, a 8 e 2 anni, con la famiglia.
Ah, … l’Andrea, ..l’inesausto bardo che risponde in rima anche al Nefasto illirico uso a gettarla in bovina. Agli spirti de’ monti non confassi simulazione alcuna, epperciò sempre appaion con faccia una e saldo core.
Se avessi un solo pulviscolo di stella del tuo infinito cielo di ironia Don sarei più felice. Grazie a Ody e all'anonimo delle 7.57, grazie. Un abbraccio alla Carlà e un Caro saluto a Gianni. Andrea PS Don ho troppo rispetto per le vacche per gettarla in bovina
Porca miseria che impressione! Il primo a sx pare il duce!! :-O
RispondiEliminaporca miseria comprate un paro de ociai
RispondiEliminaE il primo a destra pare el borgomastro nostrano!!
RispondiEliminaAh ah ah sempre i soliti anonimi ridicole macchiette!! :-)
RispondiEliminaOhibò, perdincibacco, .. non scorgo il variopinto luserno folletto! Né sotto puntute aquilose penne e manco all’ombra di forcellose e cangianti piume. Dove sarà mai il menestrello loci, colui a cui è la penna è lieve e il cor sommuove?
RispondiEliminaOggi il Don è poetico, bravò!
RispondiEliminaBiry, il Don si è lasciato contaminare dagli anony di Agora. C'è come un vento di poesia sul blog in questo momento mento. Questo non è per dispiacerci.
RispondiElimina"La poesia è un arma carica di futuro".
Non è una poesia goccia a goccia pensata. Nemmeno un bel prodotto. Non un frutto perfetto. È un poco come l'aria che tutti respiriamo ed è il canto che effonde quanto dentro portiamo.Son parole che tutti ripetiamo, sentendole come nostre, e che volano. Son più di quanto è detto. Sono il più necessario: quello che non ha un nome. Sono grida nel cielo e, in terra, sono atti.
(Gabriel Celaya)
"Il fiore della libertà"
Andrea s'è perso s'è perso e non sa tornare
RispondiEliminaAndrea aveva un dolore Riccioli neri.
C'era scritto sul foglio ch'era morto sulla bandiera
C'era scritto e la firma era d'oro era firma di re
Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia.
Quanti pezzi di Andrea abbiamo raccolto trentacinque anni fa, quando sbronzi di giovinezza e vino malato abbiamo deciso di togliere il cimitero ai camperisti che ci facevano le salsicce alla brace. Per due mesi abbiamo, pulito, raschiato, spianato, gettato ossa sul mucchio, solo i crani mancavano, ah quelli avevano trovato degna sepoltura nel grande ossario voluto dal crapun per ricordarci ogni giorno che eravamo italiani. Abbiamo poi sepolto tutti quei poveri resti, sparsi tra l'erba, alla base della croce e con una benedizione blasfema di grappa. Sono stanco di ricordare morti, ogni albero della mia terra ha le radici nel sangue; continuino quelli con le belle facce ad uccidere i morti, per terra e per mare.
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
è Ungaretti, è poesia. e si va, si va,,, Andrea
Bravo e commovente, grazie, la tua poesia cancella tutte le nefandezze che tanti anonimi scrivono sul blog
RispondiElimina@Andrea : una poesia come un singhiozzo, con parole che mi hanno fatto pensare a "le dormeur du val" del poeta francese Arthur Rimbaud, in Italiano "il dormiente nella valle":
RispondiElimina"E' un anfratto verde dove canta un fiume
Appendendo follemente all'erba i suoi stracci
D'argento; dove il sole, dalla fiera montagna
Risplende: è una piccola valle spumeggiante di raggi.
Un giovane soldato, la bocca aperta, il capo nudo,
E la nuca immersa nel fresco nasturzio azzurro
Dorme; è steso nell'erba, sotto le nuvole,
Pallido nel suo verde letto dove la luce piove.
Ha i piedi fra i gladioli, dorme. Sorridendo come
Sorriderebbe un bimbo malato, fa una dormita:
Natura, cullalo tiepidamente: ha freddo.
I profumi non fanno fremere le sue narici;
Lui dorme nel sole, la mano sul petto
Tranquillo. Ha due buchi rossi sul lato destro".
Atrocità delle guerre.
è bellissima la canzone tratta da questa poesia e cantata da diversi cantautori francesi...
Elimina@Giorgio : si, era cantata, fra altri, da Serge Reggiani e Yves Montand (alias Ivo Livi), entrambi di origine italiana (Reggio Emilia e Toscana), attori e cantanti molto amati in Francia dove erano arrivati, per fuggire dal fascismo, a 8 e 2 anni, con la famiglia.
EliminaAh, … l’Andrea, ..l’inesausto bardo che risponde in rima anche al Nefasto illirico uso a gettarla in bovina. Agli spirti de’ monti non confassi simulazione alcuna, epperciò sempre appaion con faccia una e saldo core.
RispondiEliminaSe avessi un solo pulviscolo di stella del tuo infinito cielo di ironia Don sarei più felice.
EliminaGrazie a Ody e all'anonimo delle 7.57, grazie.
Un abbraccio alla Carlà e un Caro saluto a Gianni.
Andrea
PS Don ho troppo rispetto per le vacche per gettarla in bovina