Quando frequentavo le elementari,
molti… anni fa, era consuetudine imparare tante poesie: erano allo
stesso tempo esercizio di memoria ed apertura a mondi quasi
immaginari o lontani dal nostro quotidiano. Tra le molte poesie del
tempo, che ritmavano pure festività e stagioni, c’era quella,
bellissima, del Pascoli, sulla Befana (…viene viene la Befana, vien
dai monti a notte fonda…ricordate?) . Quella vecchina non era per
noi propriamente bonaria, anche se la sapevamo giusta, e la sua
attesa incuteva sempre un certo timore. La sera appendevamo un nostro
calzettone sul passante della stufa a legna e poi filavamo a letto
sperando di non svegliarci assolutamente per qualche strano rumore:
guai se l’avessimo vista, la Befana, o l’avessimo disturbata!
Appena sorgeva il giorno, di corsa in cucina… oh sì, era venuta!
Svolgevamo il filo di lana che chiudeva la parte aperta del
calzettone ed infilavamo la mano a tastare… e meraviglia! Ecco un
mandarino, qualche carruba, noccioline americane e caramelle a
fruttino… che leccornie per noi, per me! E finalmente potevo pure
respirare perché non c’era carbone e questo significava che ero
stata buona. Il poco che diveniva molto, anzi, moltissimo, tanto da
colmare il cuore. Non sono una nostalgica perché ogni tempo è da
vivere in pienezza, ma perché non provare a riservare il Natale
all’attesa del bambinello, che è già dono per tutti, e riportare
all’Epifania lo scambio di altri doni? Comunque, per chi volesse
rileggere le strofe della poesia del Pascoli, ecco “La Befana”.
Ada
La
Befana
Viene
viene la Befana,
vien
dai monti a notte fonda.
Com’è
stanca! La circonda
neve,
gelo e tramontana.
Viene,
viene la Befana
Ha
le mani al petto in croce,
e
la neve è il suo mantello,
ed
il gelo il suo pannello
ed
il vento la sua voce.
Ha
le mani al petto in croce
E
s’accosta piano piano
alla
villa, al casolare,
a
guardare, ad ascoltare,
or
più presso, or più lontano,
piano
piano, piano piano.
Che
c’è dentro questa villa?
Uno
stropiccio leggero:
tutto
è cheto, tutto è nero,
un
lumino passa e brilla.
Che
c’è dentro questa villa?
Guarda
e guarda: tre lettini
con
tre bimbi a nanna , buoni.
Guarda
e guarda: ai capitoni
c’è
tre calze lunghe e fini.
Oh!
Tre calze e tre lettini….
Il
lumino brilla e scende,
e
ne scricchiolan le scale,
il
lumino brilla e sale
e
ne palpitan le tende.
Chi
mai sale? Chi mai scende?
Coi
suoi doni mamma è scesa,
sale
con il suo sorriso.
Il
lumin le arde in viso
come
lampada di chiesa.
Coi
suoi doni mamma è scesa.
La
Befana alla finestra
sente
e vede, e s’allontana.
Passa
con la tramontana,
passa
per la via maestra,
trema
ogn’uscio, ogni finestra.
E
che c’è nel casolare?
Un
sospiro lungo e fioco,
qualche
lucciola di fuoco
brilla
ancor nel focolare.
Ma
che c’è nel casolare?
Guarda
e guarda: tre strapunti
con
tre bimbi a nanna, buoni.
Tra
le ceneri e i carboni
stan
tre zoccoli consunti.
Oh!
Tre scarpe e tre strapunti.
E
la mamma veglia e fila,
sospirando
e singhiozzando,
e
rimira, a quando a quando,
oh!
Quei tre zoccoli in fila….
Veglia
e piange, piange e fila.
La
Befana vede e sente,
fugge
al monte ch’è l’aurora:
quella
mamma piange ancora
su
quei bimbi senza niente.
La
Befana vede e sente.
La
befana sta sul monte,
ciò
che vede è ciò che vide:
c’è
chi piange, c’è chi ride,
essa
ha i nuvoli alla fronte
mentre
sta sul bianco monte.
(G.Pascoli)
Ada, perché limitarsi nel bene, (due caramelle + un mandarino, non costa molto !), Limitiamoci nel male, nel modo che possiamo e se la vita c'è lo permette.......??
RispondiElimina"E un vento caldo soffierà sui deserti del Maragia', dall'Alaska al Canada'. una stella brillerà e seguirla lei dovra',
per volare verso il nord la strada è lunga ma la bufera vincerà. E cantando Trullala', la Befana se ne va. E cantando Trullala' Trullalero Trullala Trullala' Trullala' Trullala' ...."
cara Odette, grazie per averlo sottolineato, mai limitarsi nel Bene! ma..limitarci nella ricerca di beni che magari portano a scordare il calore del poco condiviso, che diventa molto, questo sì, di questo sono fautrice! sessant'anni fa le due caramelle+un mandarino che trovavo nella mia calza erano davvero moltissimo! un abbraccio e buona Epifania a tutti. Ada
RispondiEliminaDa buona golosa adoravo la calza della Befana e mi divertivo a schiacciarla con le mani per indovinare cosa nascondeva!!!!! Floriana
RispondiEliminaLa Befana l'ho vista oggi pomeriggio nei pressi della casa di riposo di Valdastico, aveva una scopa con luci lampeggianti ed un sacco pieno di caramelle, bagigi e cortecce!!
RispondiEliminaTasi Nicolò, tasi ca jero drio a fare le bruschéte e gò sentìo na scampanelàda ca gò anca ciapà paura...
RispondiEliminavérdo la finestra e vedo la BEFANA in medo ala strada co na spassaòra lampegiante... massa bela... la me gà dito che la jera nà ala casa de riposo e che la li gà fati anca piàndare i veciòti poarìti... dopo la me gà saludà e la zé nà in là... (almeno che qualcheduna ca vudo na bona idea!!! E BRAVA LA BEFANA CON LA SPASSAòRA LAMPEGIANTE!!!
Carla, vito ca te si sempre co la testa sule nuvole? La gheto fotografà? No, vero?! Desso ridivimu un poco anca 'naltri...
RispondiEliminaTe ghè rasòn Alago, la me gà ciapà de soprassalto... e setu che da come che la parlava la me paréva na s-cianta anca in cerina??? ah ah ah................... se la sonàva in te ogni porta e da tuti la gà acetà un gioséto, magari par scaldàrse fora..........
Eliminasi cussi a ghi trova naltra riceta : la befana al gioséto (graspa o viski ?)
EliminaAlago, ghetù visto come chi pensa ai estracomunitari ? Desso no ne resta pi che farse un romanso, co l'acueta in boca !
EliminaChi che vede la befana na volta a l'ano e chi che la ga par le savate tuto l'ano. Proprio vero chel mondo l'è mal spartìo.
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