mercoledì 22 gennaio 2014

Marco del pan


Chiuso l’ultimo panificio 

nel comune di Valdastico



Il pane è un alimento di uso quotidiano sulle nostre tavole, ha vari modi di essere consumato e tanti sono i formati e le qualità che si trovano in commercio. Quando una famiglia viveva di stenti, si diceva che non aveva nemmeno un tozzo di pane; nel Padre Nostro si recita: ”dacci oggi il nostro pane quotidiano” come preghiera per avere di che sfamarsi, ci si raduna intorno ad un altare per spezzare il “Pane di vita”. 
Possiamo quindi capire quanto importante, unico e insostituibile sia il pane. Quando nei nostri piccoli paesi, un panificio chiude, la tristezza è ancora più grande perché viene a mancare qualcosa d'insostituibile. Il profumo del pane appena sfornato è uno dei ricordi che la nostra mente e l’olfatto sa apprezzare e che porta gioia. 
Marco Bonifaci, da più di 50  anni si è impegnato al difficile lavoro del panettiere, nel suo forno situato a San Pietro Valdastico, con l’aiuto e il supporto della moglie Nadia, ha portato avanti un’attività che gli è stata tramandata dalla famiglia. 


Il Panificio Bonifaci è stato fondato da Marco Bonifaci Senior nel 1904; la grande guerra vide la famiglia profuga in provincia di Pavia, precisamente a Stradella.  Durante il secondo conflitto mondiale, il figlio di Marco, Mario, è in guerra, quindi il lavoro del panificio viene svolto e portato avanti dalle sorelle Rosetta e Caterina. Nel 1945/46 il forno viene trasferito nel nuovo fabbricato che affianca l’abitazione della famiglia. Molte persone della famiglia si susseguono nella conduzione del panificio fino ad arrivare al 1975, quando Marco Junior inizia a portare avanti l’attività. Assieme alla moglie Nadia e ad alcuni famigliari, il panificio continua la produzione con nuovi formati di pane e le mitiche “Fugasse de Marco” molto apprezzate specialmente dai bambini. Sentire il profumo delle piccole focacce che venivano offerte agli alunni durante la “Festa degli Alberi”, infondeva una gioia indescrivibile!  



Il lavoro del panettiere richiede sacrificio: se il pane deve essere pronto alle prime luci dell’alba, si comprende che le ore notturne sono quelle dove si lavora, ma l’ingrediente principale deve essere la passione e l’amore per un mestiere antico, che porta a superare il sonno e la stanchezza. Nel panificio di Marco si potevano gustare tanti tipi di pane che erano venduti nel negozio attiguo al forno, ma che arrivavano, portati a domicilio, nelle case di gran parte dei paesi della valle. 


C’è da precisare che Nadia, maestra elementare, si è 
veramente impegnata quando il lavoro lo permetteva, ed è sempre stata a fianco di suo marito, sia nella lavorazione che nella distribuzione. Ora il pane arriva da altri forni, fuori dalla valle, e ci sembra proprio di aver perso qualcosa che difficilmente potrà tornare… Credo che Marco, dopo tutti questi anni, si meriti un po’ di riposo, ma sono certa che la nostalgia del suo lavoro e del profumo del suo pane, si farà sentire. Ora ha tempo, più tempo da passare  con la sua famiglia e i suoi amici che in questi anni gli sono stati vicini e attendevano di poter godere totalmente della sua compagnia. 

A tutta la famiglia Bonifaci, partendo da chi ha fondato il panificio e andando avanti fino ad oggi, va un grazie per il lavoro e l’impegno  che hanno messo nella loro attività.

                                       Lucia Marangoni





(il filmato è gentilmente concesso da Gino Sartori che ringrazio)

5 commenti:

  1. Grazie Lucia per questa bella testimonianza su Marco e grazie a Gino del video. magistrale!!! E a Marco mille complimenti per aver portato avanti il panificio di famiglia per mezzo secolo. E' stata ricordata la moglie Nadia, le sorelle e i cognati. Un pensiero alla sua cara mamma, che è stata anche lei una colonna del panificio. "Marco, te si sta bon come el pan.... anche con i clienti che i te pagava alla fine del mese, o i faseva finta de desmentegarse!". Adesso divertiti.
    Il Passator Cortese

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  2. "Dopo il pane, l'educazione è la prima necessità del popolo" A loro due, Marco e Nadia, facevano loro questa frase di Danton, il rivoluzionario francese del 18°s. Un panificio è anche vita in paese.

    Marco, ti auguro di essere un pensionato felice, con Nadia e famiglia !

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  3. Che pecà, che tristessa.

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  4. Ragazzi su ' un po' di allegria !!!!!! Cerchiamo di dare una mano a MARCO un consiglio "anche se non ne ha bisogno":MARCO chissa' quanto pan che te ghe' fatto ; te ghe continua' la sto ria de to pupa' e de to nono a ghi partecipa' ala storia dela VALE adesso riposete e serca de recuperare el tempo passa 'a respirare farina par farne trovare la CIOPA DE PAN FRESCO.TANTI AUGURI A TE E AI TUOI CARI .UN CALOROSO ABBRACCIO. GRAZIEEEEEEEEEEE.

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  5. un peccato che non vada avanti l'attivita.. buona pensione e bel video

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