Prima che leggiate la mia storia, desidero raccontarvi il perchè è stata scritta.
Ogni anno, da qualche tempo, la notte di Natale, senza farmi vedere, lascio davanti alla porta di alcuni amici, una Storia di Natale, che scrivo come mio personale regalo. (a tanti la invio per e-mail come augurio).
Per loro è diventata un'abitudine piacevole e so che danno per scontato, che io la scriva per loro. Quest'anno non ho avuto nè voglia, nè ispirazione e mi sono detta che non bisogna abituare troppo bene le persone, perchè poi si aspettano sempre di più; insomma volevo fare un Natale sabbatico. Ma quando 2 dei tanti amici, mi hanno confessato di essersi alzati più volte nella notte per vedere se avevo lasciato qualcosa, ho capito quanto era importante per loro.
Emozionati mi hanno detto che attendevano con ansia il mio regalo e che sono rimasti delusi e increduli. Così in pochissimo tempo, ho messo sù una storiella e l'ho lasciata davanti alle loro porte, la notte dell'Epifania.
Grazie alle loro parole ho avuto lo stimolo per scrivere e quindi sono io a ringraziarli per avermi dato una spinta.
Dedicata a Gilda, Edoardo e Livia, grandi amici del cuore.
Lucia
“Una notte di magia” Epifania 2014
Succedeva ogni anno, ormai da tanto tempo prima delle festività
Natalizie, La Befana e Babbo Natale si davano appuntamento per raccontarsi le
novità prima di entrare nel periodo chiamato: “Fuori tutto”, che era sempre un
periodo proprio tosto! Avevano deciso di incontrarsi in una grotta in mezzo ai boschi, per non destare sospetti e
lì, tra un brulè e qualche biscotto, discutevano di questo e di quello.
Certamente
erano vestiti normalmente, per non dare nell'occhio: lui con pantaloni di
fustagno e camicia a quadretti, lei con maglione e jeans. Era stata la vecchina
a invitare il vecchio barbuto, l’anno dopo che aveva fatto il suo debutto e aveva
conquistato tutti i bambini e peggio ancora, anche i grandi! Lei, fino a quel
momento era rimasta la regina, l’unica protagonista di quel magico periodo,
l’unica a cui venivano scritte lettere. La sua fama era risaputa da tutti e,
specialmente i bimbi, avevano imparato che lei portava piccoli doni ai bimbi
buoni e carbone, pezzi di legno e cenere, ai più monelli. Era come un giusto
giudice che premiava o puniva a seconda delle azioni commesse e questo era uno
stimolo per comportarsi meglio! Poi il suo arrivo coincideva con quello dei Re
Magi: loro con i doni a Gesù, lei con qualcosa per i bambini buoni; dopo quel
sei gennaio, tutto tornava alla normalità, le feste erano finite, lei era
l’ultima cosa gioiosa di quel periodo così pieno. C’erano stati tempi, in cui sentiva
dire dai genitori ai propri figli: “Gesù
Bambino ti ha portato un regalo”… ma che Gesù Bambino! Lui non aveva nulla,
niente di niente, come avrebbe potuto portare regali? Poi era subentrato quel
Babbo Natale che si era impadronito di ogni cuore: era diventato in poco tempo
l’unico, indiscusso protagonista del Natale. “No, scusate, - disse una volta la
Befana - voi sarete anche un bell’omone vestito di rosso, avrete anche renne
volanti, ma cosa centrate voi con la nascita di Gesù?” Il vecchio quella
volta aveva risposto: "Mia cara
signora, gli uomini mi hanno messo su un piedistallo da cui non voglio
scendere, ma non voglio litigare con lei, facciamo un patto: ci diamo del tu,
siamo colleghi, no? Poi ci teniamo in contatto e vediamo cosa fare".
La
vecchia accettò, ma anno dopo anno, la fama del suo collega cresceva, cresceva,
tanto che ormai era diventato lui il simbolo del Natale, lui era tanto atteso;
riceveva sacchi di lettere, aveva un gran da fare e un mucchio di sosia
invadevano paesi e città, tutti vestiti di rosso con una gran barba finta …
ecco, finta! Come poteva essere vero uno che si metteva la barba finta? Ma la
cosa che rattristava di più la vecchina era che ormai lui, con tutta la sua
magia, aveva rubato il Natale, aveva sottratto a tutti il vero spirito di quella
festa, aveva cambiato con cose materiali il senso della venuta di Gesù. Mai e
poi mai, la befana avrebbe usurpato un posto tanto importante, lei era sempre
rimasta fedele al suo compito che riteneva tanto importante, ma ormai ... poco le
restava da fare. Niente letterine, niente sospiri di bimbi alle finestre,
niente la magia di una notte, niente gioia di visi illuminati dalla contentezza
di aver ricevuto un premio o rattristati per aver capito che non si erano
comportati bene e quindi avrebbero fatto buoni propositi, niente...
Erano anni
che si trascinava lenta, a cavalcioni della sua scopa che
non avrebbe cambiato per
nessun mezzo moderno, perché lei ci teneva alle tradizioni, ma le sembrava che
ormai anche la sua tradizione, si stesse affievolendo e lentamente sarebbe
scomparsa se più nessun bambino l’avesse fatta vivere.
Anche quel dicembre
2013, tra un sorso di brulè e un bagigio, lei aveva provato a spiegare a
Babbo Natale quello che provava, come il suo cuore aveva bisogno dei bambini,
come la sua leggenda stesse scomparendo, come lei si sentiva senza più
motivazioni... “Che dirti - rispose il vecchio - io ho un gran lavoro e tu sei
disoccupata, ma che posso fare, non sono stato io a volere tutto questo! Però sono d’accordo nel dire che ci vorrebbe un po’
più di attenzione a te, che da tempo immemorabile voli nel cielo stellato di
gennaio e sei un simbolo speciale…”.
Lui aveva poco tempo per parlare, doveva
correre via, prepararsi … lei avrebbe avuto ancora alcuni giorni prima che
arrivasse la sua notte, la notte di magia, la notte del suo meraviglioso volo,
ma ne aveva poca voglia. Non aveva ancora sentito parlare di lei, nessun
bambino la nominava, nessuna pubblicità, nessuno slogan, nessun manifesto, né
festa per lei… nessuno si ricordava più dei tempi passati quando si attendeva in
silenzio l’arrivo dell’Epifania, quando a letto si stava in ascolto di
qualsiasi rumore che potesse far pensare al suo arrivo...
Lei guardava dalle
finestre e attendeva che il sonno imprigionasse tutti i bimbi, aspettava che
gli occhietti fossero chiusi, per poter entrare nelle cucine e depositare
qualcosa nelle calze appese ai camini. Poi al mattino, se ne stava nascosta a
godersi lo spettacolo: quante grida di gioia, quanta sorpresa, quanta
incredulità! La Befana era passata e nessuno aveva sentito nulla! Sì, ora i
camini erano pochi, ma la sua tradizione poteva continuare, bastava un po’ di
... fantasia! Ma in qualche parte c’era ancora chi aveva fantasia, che credeva
in lei? Continuava a chiederselo mentre i giorni passavano veloci… Era
arrivato il nuovo anno, il 2014 aveva fatto il suo ingresso e si avvicinava la
data fatidica: era il 5 gennaio e il
giorno stava lasciando il posto alla notte; la Befana se ne stava davanti al
camino con il fuoco acceso, guardava le faville salire verso il cielo,
rileggendo le poesie scritte su di lei, guardava i disegni e le immagini di
come veniva rappresentata e … pensava, pensava ...
I giorni passati aveva visto
alla tv tanti di quei film che avevano come protagonista il suo collega, da
esserne quasi nauseata, li aveva guardati per capire, ma ormai c’era poco da
capire... E la pubblicità? Un bombardamento di pubblicità con quel … aveva un
po’ di rabbia e a volte non aveva sentimenti di amicizia, ma in fondo era
soltanto un suo collega e non aveva colpa di niente... Su di lei nessun film,
nessun annuncio, nessuna pubblicità, nessuna parola a parte qualche calza piena
di dolcetti e qualche ”befana fantoccio” che emetteva grida terrificanti, ma
tutto si riduceva a un paio di giorni prima dell’Epifania.
Aveva maturalo
l’idea di fare qualcosa, ma cosa fare? All'improvviso le venne un’idea! Uno
sciopero sarebbe stato ideale in quel momento: se lei non si fosse presentata
al suo annuale appuntamento con i bambini, tutti avrebbero parlato di lei,
avrebbero scritto articoli, l’avrebbero chiamata, intervistata, fotografata e
così avrebbe potuto prendersi la sua rivincita! Si sarebbero accorti che lei
era importante, molto di più di quel vecchio panciuto sempre sorridente, tutti
avrebbero capito che non si poteva fare a meno della Befana e forse avrebbero
ricominciato ad apprezzarla e ad amarla come un tempo. Sì, aveva deciso per lo
SCIOPERO della BEFANA, le sembrava l’unica cosa da fare per riprendere il suo
posto, la sua identità, la sua vera missione! Già vedeva i titoli dei giornali:
”SCOMAPRSA LA BEFANA” e ancora “ CERCASI DISPERATAMENTE LA BEFANA”. Poi, anche
le trasmissioni televisive, avrebbero parlato di lei in “CHI L’HA VISTA” e la trasmissione sarebbe
stata seguita da una moltitudine di persone. Eppure, nonostante quei pensieri
tanto determinati, non riusciva a pensare a quella notte senza di lei, così
prese la sua sfera e guardò un po’ in giro ... vide calze attaccate in attesa di
essere riempite, qualcuno che diceva di non credere nella Befana, qualcuno
troppo grande per pensarci ... ma più di tutto vide bambini saturi dei regali
ricevuti a Natale, tanti, troppi doni! Alcuni erano già stati dimenticati in un
angolo, altri già rotti, altri ancora messi da parte poiché erano veramente
troppi perché un bimbo potesse apprezzarli e divertirsi, uno spreco enorme e
poi, buoni o cattivi, tutti avevano ricevuto doni, quello la rattristava tanto:
cosa potevano aver capito quei bambini? Girò ancora la sfera e vide una nonna
con un libro in mano che rileggeva le tante letterine scritte un tempo dai suoi
figli e le tante risposte della Befana ... si fermò ad ascoltare alcune storie
che aveva scritto su quella magica notte, la sentì raccontare al nipotino,
seduto sulle ginocchia, una storia fantastica sulla vecchia in groppa alla
scopa e il bimbo l’ascoltava senza quasi respirare... Il piccolo le disse che
avrebbe fatto un disegnino per la sua Befana! Ma allora c’era ancora chi
credeva in lei, chi sperava nel suo arrivo, chi le voleva bene!Deludere chi
l’aspettava non era certo da lei, eh no! Le era bastato poco: sapere che la
sua tradizione non era del tutto scomparsa le aveva dato una nuova carica e ora
sapeva cosa doveva fare. Si mise il fazzoletto, gli scarponcini, i guanti e lo
scialle, prese il suo sacco con le caramelle, i dolcetti, i mandarini e i bagigi
e alcuni pezzetti di carbone; non
dimenticò qualche libretto e dei semplici
giochi, tirò fuori la sua scopa magica e uscì nella notte. Aveva piovuto
per due giorni, ma ora il cielo era
sgombro dalle nubi e pieno, colmo di stelle: mille luci brillavano nella notte
e di lì a poco, anche lei avrebbe fatto parte di quel meraviglioso quadro, ne
sarebbe stata parte viva... Sorrise prima di gridare nella notte: “Fermi tutti,
la Befana sta arrivando!”.
Salì cavalcioni
della sua scopa e volò in alto, sempre più in alto, fino quasi a toccare le
stelle; da lassù tutto era meravigliosamente stupendo, magnifico, unico e
inimitabile! Ripensò ai suoi propositi .. per fortuna non aveva fatto sciopero,
non avrebbe potuto godere di un simile spettacolo e sarebbe stato veramente un
gran peccato! Aspettò volando fino a notte
fonda, poi lentamente cominciò il suo giro e la gioia di essere lì in
quei momenti, le fece dimenticare tutto quello che aveva tanto mediato, quei
pensieri che le avevano rattristato il cuore. Calza dopo calza svuotò il
contenuto del suo sacco e, prima che spuntasse il giorno, aveva terminato il
suo compito.
Si fermò su una nuvola a riposare, mentre la luce iniziava a illuminare
tutto sotto di lei; ora si vedevamo bene i monti, i boschi, il torrente, le
case, i paesi e le contra': qualche balcone lentamente si apriva, le luci nelle
cucine si accendevano: un nuovo
giorno stava per iniziare! Stava quasi
per andarsene, quando sentì delle grida: alcuni bimbi, appoggiati ai davanzali,
gridavano al cielo - “Grazie Befana, ti voglio bene!” - Che regalo inaspettato! Era
incredula, ma allora il suo arrivo portava ancora gioia, la vecchia Befana era
ancora attesa, non si erano scordati di lei!
Le stelle si erano spente, ma il cielo aveva un colore irreale, quasi
fatato e lei era dentro la magia, no, lei era la Magia!!!
Alzò gli occhi e ringraziò i Re Magi perché
quella volta era lei che aveva ricevuto un grande dono: la certezza che era
l’unica, insostituibile, magnifica, meravigliosa, preziosa, sorprendente,
straordinaria … lei era, e sarebbe sempre stata, la mitica e intramontabile … BEFANA!
Con la speranza che la Befana
continui a vivere, dedico questa storia a tutti quelli che conservano sempre un
cuore bambino.
Buona Befana a tutti e ... Non dimenticatevi mai di lei!
Lucia
Cara Lucia anch'io sono rimasta male... Quando siamo ritornati dalla s.Messa ho cercato anch'io sotto la porta di papà Edo e quando non ho trovato niente ho pensato passerà più tardi..... Complimenti sei bravissima
RispondiEliminaAllora c'è stat più di una persona che aspettava... ma come vedi ho rimediato! Grazie Lucia
EliminaGRAZIE LUCIA non sapevo dell'esistenza di questa tradizione da parte tua verso alcuni amici.Leggendo la storia sono tornato bambino e ho riprovato le emozioni di quei risvegli alla mattina della BEFANA.Ti prego di continuare questa usanza ti saremo tutti grati e aspetteremo con ansia di leggere delle belle storie della VECCHINA CON LA SCOPA. Una befana seria non puo' far dispiacere ai bimbi di 50 , 60 , 70anni e oltre.CIAO
RispondiEliminaLa Befana è UNICA, Italiana ! Lucia, devi continuare a farla vivere.
RispondiEliminaLa storia di Natale che lasci a tuoi amici davanti la loro porta è una bellissima idea. Mi fa pensare alla caccia alle uova nascoste, a Pasqua, dalle campane al ritorno da Roma. Talvolta è il coniglietto che li mette nel prato. In Francia, questo gioco piace molto ai bambini. Non conta il regalo, conta il pensiero, il gioco.
Brava come sempre la nostra Lucia.
RispondiEliminaGrazie Lucia di aver riportato alla luce la nostra cara BEFANA!!!Unica come ci hai tu descritto, di un valore ben diverso del Babbo Natale..che bei ricordi della nostra infanzia..bravissima!!
RispondiEliminaGrazie Maria, è un piacere leggere un tuo commento, noi ci intendiamo che è un piacere, vero???un abbraccio Lucia
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