Come sono lontani a volte i pensieri dei figli da ciò che crediamo. Quella falsa sintonia con loro è solo un ricordo di quando erano bambini.
Non esiste un’età senza paura. Siamo fragili sempre, da genitori e da figli, quando bisogna ricostruire e quando non si sa nemmeno dove gettare le fondamenta. Ma c’è un momento preciso, quando ci buttiamo nel mondo, in cui siamo esposti e nudi, e il mondo non ci deve ferire.
La natura è bella per i ricchi, non se devi lavorare come uno schiavo.
Li ho letti tutti i libri di questa autrice, mi piace la profondità con cui scrive. Mi piace il suo non detto, il rispecchiarmi in tanti sentimenti che descrive così bene da farmi sentire " nel libro".
Ancora una volta l'Abruzzo, le originali, il rapporto madre - figlia e padre - figlia, ma qui c'è soprattutto il tema di quello che un evento tragico, peraltro realmente accaduto anni prima e ripreso nel romanzo, lascia nel territorio e nella popolazione, raccontato quindi non dai protagonisti, ma da tutto ciò che sta intorno. Interessante questa prospettiva alla quale mai avevo pensato.
Libro abbastanza breve, due piani temporali, fughe e ritorni, la fatica di stare e la difficoltà di andare, l'amore complicato per chi ci ha dato la vita e per coloro ai quali l'abbiamo donata.
"...come sono diversi figli visti da lontano.
Sfocati, imprecisi, irreali..."
Sempre consigliato!
Ross
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