mercoledì 24 gennaio 2024

Matrimonio alla veneziana

Anticamente i matrimoni si facevano a Venezia secondo l'uso asiatico narrato dal greco Erodoto, il padre della storia. Dove erano solite raccogliersi le giovani, in un preciso giorno dell'anno, si riunivano anche i giovani della medesima borgata per scegliere la sposa tra esse che, a seconda della bellezza della preferita, dovevano pagare una somma per dotare le donne più bruttine (una specie di legge di compensazione). 

Ma siccome Venezia è nata cristiana, ristabilendo l'equità dei due sessi, si stipulò anche una sorta di contratto "alla scoperta" perciò, deliberando preventivamente il connubio, le donzelle si dirigevano, accompagnate dai loro parenti, a San Pietro di Castello per la festività della Purificazione di Maria.

Portando la dote in una cassetta, chiamata arsella, le donzelle aspettavano gli sposi per celebrare le nozze in quella chiesa episcopale (un'usanza simile c'era anche in Transilvania, in un luogo chiamato Topanfalva, borgata dell'antico bacino dell'Aranyos, dove si tiene ogni anno, nel giorno dei Santi Pietro e Paolo, l'originale festa della ragazza da maritare).

Tornando agli sposi veneziani, aggiungiamo che, terminata la messa solenne, il vescovo faceva un sermone sul matrimonio e benediceva le coppie nuziali. Dopo ciò i giovani prese le spose e le arcelle, tornavano a casa dove concludevano la giornata con una festa.

Verso la metà del decimo secolo, i pirati istriani meditarono di rapire le donzelle con la dote e gli ornamenti di cui erano fornite. Si nascosero nei pressi della cattedrale e, all'improvviso, armi alla mano, avanzarono verso l'altare, picchiarono gli oppositori e rubarono le donzelle. Una volta raggiunte le loro imbarcazioni salparono verso Caorle, in un luogo che da allora prese il nome di Porto delle donzelle.

I veneziani radunarono velocemente quante più barche poterono e, raggiunti gli istriani, si abbatterono su di loro furiosi. Capitanati dal loro Doge, ritornarono con le spose incolumi e, a ricordare tale successo, attribuito all'intercessione della Vergine, si istituirono le cosiddette "feste Mariane" che duravano dal 25 gennaio al 2 febbraio.

Attraverso le minuziose descrizioni del Sansovino sappiamo per certo che dal 1581, i riti nuziali erano cambiati: il matrimonio venne semplificato e verbalmente concluso per mezzo di una terza persona, ma di questo scriverò più dettagliatamente in un altro post.


Da: "Le donne della Serenissima" 

di E. Musatti


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