Per la verità non è mai stata capillare la tradizione di passare per la benedizione di casa in casa dopo la Santa Pasqua, ma qui nella nostra zona era una cosa sentita e, a mio ricordo, sempre esistita. I Chierichetti (anche Gianni) facevano a gara per essere d'aiuto al parroco reggendo le varie cose che servivano. Per loro era un vanto non da poco!
Le varie "sentinelle" (whatsApp di un tempo) monitoravano il parroco e da una finestra all'altra ci si aggiornava... "andèlo rivà? Mah... lè rento dala Maria... desso el narà dala Mènega, ma me par che no la zè a casa... sicchè fra un fià el riva te vedarè...
Insisto, alla noia, che tante situazioni "il progresso" non le ha migliorate per nulla, anzi... Personalmente... non per tutto, ma per molte cose, io rimpiango la vita di un tempo!
Tutto è in mutamento e bisogna accettare, adattarsi... e ora anche per la benedizione delle case bisogna telefonare se si ha piacere della visita del Parroco.
Sono d'accordo con te, Carla. Per molte cose il progresso ci ha portati ad una involuzione più che ad una evoluzione. Ne avrei tanti di esempi... Accettare tutto, adattarsi...su questo non sono totalmente d'accordo. Io credo che si debba avere sempre un certo senso critico per capire quando una cosa ci faccia bene, sia per il nostro meglio oppure no. Nelle relazioni umane, per esempio, sono convinta si debba fare un passo indietro e recuperare quella solidarietà, collaborazione, socialità che spesso il progresso ci ha portato via. Così come ha portato via tradizioni e usanze che andrebbero, a mio parere, recuperate e tramandate ai giovani. Siamo noi, esseri umani, individui, che insieme, uniti, possiamo fare la differenza e costruire la società che ci piace e in cui vivere bene.
RispondiEliminaSono d'accordo con te Alessandra
RispondiEliminanon è mai troppo tardi, ma stavolta è davvero tardi!!
RispondiElimina