domenica 28 maggio 2023

La morte


Noi cristiani facciamo fatica a concepirla, per la semplice ragione che non abbiamo interiorizzato il modello greco: che l’uomo è mortale. 

In Grecia avevano due parole per dire uomo, all’epoca di Omero usavano la parola brotos, che vuol dire: colui che è destinato a morire; e all’epoca di Platone thnetos: il mortale. 

I greci la morte la prendono sul serio, i cristiani invece non ci credono alla morte perché pensano che dopo questa vita ce ne sia un’altra, per cui da qui derivano le figure della speranza, della consolazione, che si traducono in: “sopporto tutti i dolori della vita tanto poi ce n'è un’altra” e ciò porta all’accettazione incondizionata della sofferenza. Se noi entriamo nelle chiese e guardiamo l’iconografia che caratterizza i vari altari, vediamo solo scene di dolore, di sofferenza, di crocifissioni, di cuori infranti.

Ma è anche vero che le grandi domande sull'esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo.”


Umberto Galimberti

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