martedì 16 maggio 2023

Filosofia, cultura e...


Come invogliare i giovani a studiare? 

Non dite loro che lo studio è importante. I giovani non sanno che farsene delle prediche. E giustamente un adolescente si domanda: ma a me che importa se un uomo vissuto cinquecento anni fa fece questo o disse quest’altro? A che mi serve la letteratura? A che mi serve la storia? Che rapporto hanno con la mia vita? 

Amicizia e primi amori, conflitti familiari e approvazione sociale, il desiderio bruciante di far parte di un gruppo, ecco attorno a cosa ruota il mondo degli adolescenti. Ma la cultura parla proprio di questo. Conflitti tra padri e figli e faide familiari, Shakespeare ne era un maestro. La sofferenza di un amore corrisposto? Il tormento della gelosia? Due millenni fa furono Catullo e Saffo a parlarne per primi. Amicizia? Emarginazione sociale? I classici parlano sempre di grandi amicizie e gli eroi, le eroine della letteratura sanno cosa significa essere emarginati, quanto possa essere pesante ricercare ad ogni costo l’approvazione sociale. È questa la lezione di Anna Karenina. 

E la parola libertà che è tanto cara ai ragazzi, non avrebbe lo stesso sapore senza l’illuminismo. Se volete insegnare loro la coerenza, il coraggio parlategli di Giordano Bruno, arso vivo sul rogo pur di non tradire le sue idee, parlategli dei fratelli Wright che sognavano che l’uomo potesse volare e dei voli dell’anima che secoli prima dell’invenzione dell’aereoplano i poeti erano soliti fare. Parlategli di Mary Wollstonecraft che volle dimostrare al mondo che le donne possono essere intelligenti quanto un uomo e di Maria Carolina di Berry che sfidò, nel suo piccolo, con i suoi completi da spiaggia le convenzioni della sua epoca e grazie alla quale oggi l’estate viene associata ai bagni di sole e al mare. 

Suscitate la loro meraviglia. È dallo stupore, dalla curiosità che inizia la conoscenza. Fate appello al sentimento, alla bellezza, all’amore racchiusi in loro. 

E ricordategli che è grazie alla cultura che si acquisisce quella sensibilità «capace di distinguere il bene dal male, l'amore dall'odio, la partecipazione dall'indifferenza.»



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