A MATTEO MESSINA DENARO
di Don Maurizio Patriciello
Avvenire 18 gennaio 2023
Biagio e Matteo, due siciliani che non si sono accontentati del poco che la vita offriva loro. Volevano di più. Desideravano di più. Incontentabili. Ingordi. Due uomini che, però, hanno imboccato strade diametralmente opposte.
Il primo ha spogliato sé stesso per arricchire gli altri, e ha trovato la gioia; il secondo – tu – ha umiliato, ucciso, affamato, strangolato gli altri per ammassare, inutilmente, oro, palazzi e conti in banca, senza poterseli mai godere appieno. Non trovandola mai, la gioia…
Dimmi, fratello Matteo, quale demone ti ha tenuto prigioniero? Quello della quantità? Del potere? Del piacere? Perché ti scrivo? Perché so che la scintilla divina dentro di te, per quanto tu abbia tentato di sopprimerla, non si è mai del tutto spenta. Una fiammella, fioca, ha continuato a bruciare anche quando il freddo gelido del delirio di onnipotenza ti schiacciava.
Adesso, nel silenzio della cella, dove ci hai costretto a rinchiuderti, se vuoi puoi ascoltare l’urlo muto della tua coscienza. Fallo. Non è facile, lo so, ma è possibile. La Chiesa, italiana, siciliana, non perde la speranza…
(segnalata da una follower)
La Chiesa (chissà perché é menzionata solo quella italiana) in attesa dell’urlo muto della coscienza del criminale Matteo Messina Denaro faccia sentire ciò che sa di Emanuela Orlandi. Ne gioverebbe alla propria credibilità! Son passati 40 anni dalla scomparsa di Emanuela, 10 in più della latitanza dorata del signor Matteo!
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