Escher (sito ufficiale) ha subìto profondamente il fascino del rapporto esistente tra le dimensioni.
Solitamente si rappresentano le forme tridimensionali su superfici che ovviamente sono bidimensionali, il che provoca dei comprensibili "conflitti" ottici e prospettici.
Ma Escher (biografia) è riuscito a sottomettere le leggi della prospettiva in virtù di profonde e appassionate ricerche critiche, che gli hanno fatto trovare nuove leggi, sperimentate direttamente sulle sue stampe.
La suggestione spaziale di un'immagine piana può essere così forte che si possono suggerire su di essa dei mondi che, in tre dimensioni, non potrebbero assolutamente esistere. L'immagine che ne risulta sembra la proiezione di un oggetto tridimensionale su una superficie piana, ma guardando bene ci si accorge che non è vero: quella figura non potrebbe mai avere un'esistenza spaziale.
Nell'illustrazione Cascata del 1961, un flusso d'acqua, cadendo dall'alto, mette in funzione un mulino il quale, a sua volta, spinge il flusso in un canale che, zigzagando, torna all'inizio della cascata. Per ottenere questo effetto, egli ha unito due triangoli di Penrose in un'unica figura. La cascata rappresenta un sistema chiuso: essa ritorna in continuazione alla ruota del mulino in un movimento perpetuo che viola la legge di conservazione dell'energia.
[Rif. da webunife.it]
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