lunedì 28 marzo 2022

Gate pelose

[Gianni Spagnolo © 22B28]

Le condizioni climatiche di questo strano inverno danno luogo ad un aumento dell'infestazione della processionaria del pino. La processionaria è una specie di falena mediterranea che colonizza le chiome dei pini con le vistose ragnatele bianche dei suoi bruchi fissate sui rami e alle estremità degli alberi. Questi insetti prediligono le specie di pino e diventano infestanti in quei luoghi che hanno visto questi alberi utilizzati come piante pioniere nelle aree di consolidamento e riforestazione. Da noi si trovano infatti prevalentemente sui giaruni e sulle marogne alle spalle del paese, che ora sono punteggiati da questi battufoloni bianchi sui pini neri e silvestri. 

I bruchi della falena processionaria si nutrono degli aghi del pino, indebolendolo, ma non facendolo morire; almeno non sempre. Con le prime ondate di caldo mite, i bruchi lasciano l'albero ospite per trasformarsi in crisalide stando sepolti nel terreno. Quest'anno ci si può perciò aspettare che le processioni dell'insetto appaiano sul terreno già a partire da ora e quindi va fatta attenzione per evitarne gli effetti antipatici. I peli urticanti di questi parassiti del bosco sono velenosi per l'uomo e possono causare reazioni spiacevoli, che per i cani possono risultare addirittura letali. I sintomi vanno dal prurito e l'irritazione della pelle a possibili infiammazioni delle mucose o disturbi asmatici. Per combatterla si usava sparare sui nidi con cartucce da caccia, ma oggi pare che questi sistemi un po’ drastici non vadano più bene. Si preferisce perciò spargere sui boschi interessati dall’infestazione il preparato biologico Bacillus Thuringiensis, oppure, ancor più ecologicamente, non fare proprio niente, come nel caso nostro.

Quando c’erano in giro meno paturnie e più spirito pratico, il grasso e ruvido insetto non si chiamava ancora processionaria o traumatocampa pityocampa, ma molto più rusticamente: gata pelosa.  Anche le misure contenitive erano tanto semplici quanto efficaci: bastava schissarle come on bao! Schissare le gate pelose, per noi bociasse, era uno sport quasi da dignità olimpica. Ci voleva anca un po’ di sata per schissàrle come si deve, facendo proiettare i pantassi il più lontano possibile, così vinceva le gare a chi era più bravo a combinare l’inclinazione della scarpa con il vigore dello schissamento e la proiezione, ad obice o a tiro teso, del pantasso. La loro attitudine a camminare in lenta processione predisponeva naturalmente questi brutti parassiti ad autentici macelli. Lo so, ai più farà un po’ schifo, ma era un ricorrente svago stagionale che aveva un suo perché nell’ecosistema. Sa te ciapo a te schisso come on bao! Era una frase minacciosa che per noi aveva una sua evidente fisicità, derivata dalle nostre molteplici esperienze entomologiche. Non era la stessa cosa che dire: Se ti prendo ti schiaccio come un’app!





3 commenti:

  1. a questo proposito vorrei mettere in evidenza questo problema delle processionarie che sta infestando le nostre piante e chiedo a chi ne a competenza di intervenire al piu presto prima che sia troppo tardi

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  2. Odette FONTANA FAVRE28 marzo 2022 alle ore 09:43

    Da noi, l'anno scorso,ho visto un nido di processionarie eliminato, in poco tempo, dalle cinciallegre che abbiamo nutrito tutto l'inverno con sacchi di semi di girasole, palle di grasso, vicino casa. In un certo modo, sono riconoscente.

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  3. La Processionaria va eliminata nel tardo autunno, non in questo periodo! i loro nidi sono facili da individuare, e si trovano solo sui pini!

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