domenica 13 marzo 2022

Il dolore del mondo



(di Laura Messina)

Un boccone alla volta, dicevo giorni fa.

Ebbene, mi sono accorta che vale anche per il dolore del mondo. 

Perché stamattina mi sono svegliata, ho aperto i quotidiani e per ore non sono stata capace di fare niente. Sono rimasta lì a immaginare cosa significasse essere nata in un altro punto del mondo, e non per merito, ma solo per caso. Quella madre con i due figli, rimasti sull'asfalto. Ho dato l'acqua alle piante, ho abbracciato i miei due piccolini. Cos'altro posso fare, mi sono domandata fino al pomeriggio, come un automa. 

Serve conservare energie per abitare il mondo, per continuare ad amarlo - cosa che, ne resto convinta, sia l'unico modo per fare sì che le persone spontaneamente cerchino di difenderlo. 

Ho un bisogno disperato di puntelli. E il Giappone, che da sempre mi calma e mi contiene nel sentimento, mi ricorda che: taru wo shiru... ovvero «conosci la misura». È un detto, un invito a circoscrivere l’esistenza per espanderla di senso, veicola soprattutto l’imperativo a desiderare quel che è sufficiente. Il verbo tariru indica «il minimo necessario», «il farsi bastare le cose» e si fa portavoce di un aspetto che tocca la sfera emotiva come anche quella pratica e quotidiana. 

Cosa c'entra? C'entra!

Perché informarsi è fondamentale e attivarsi dove possibile anche, ma non ubriacarsi di dolore. Finisce per immobilizzare. 

Allora da domani radio e non TV, notizie di sera che - se serve piangere - il dolore almeno lo scioglie il sonno. Mai più di mattina, però, perché il mio sorriso è l'attacco del giorno per tutta la famiglia. Il mio compito è far innamorare i miei figli del mondo, che imparino a rispettare ogni esistenza, dall'uomo alla formica. 

Voglio continuare anche a essere in qualche maniera ambasciatrice della meraviglia che ho intorno. Questo paese che amo tanto.

Per farlo ho bisogno di forza. 

E il motivo è un altro ancora. Voglio continuare a soffrire per le ingiustizie, mantenere la capacità di scandalizzarmi. Non voglio assuefarmi a questo dolore. 


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