lunedì 21 marzo 2022

Racconti


Quanto ho aspettato, guardando la notte che scendeva nel suo ultimo chiarore che tornassero le rondini. 

E tu con loro. 

Ho guardato così tanto la vallata da cui speravo scorgere quei ritorni, che riconosco ogni foglia che muove il vento.  

Ho aspettato davanti alla porta di casa, quella che aveva i lillà che cadevano sulla testa di chi vi entrava, tutti i giorni e che tu, senza che nessuno ti vedesse, odoravi per portare con te, tutto il giorno, il loro profumo. Tutti i giorni. Nelle domeniche di festa poi, sembrava davvero che insieme al suono delle campane anche tu saresti arrivato e mi avrebbero avvertito i canti delle rondini che avrebbero compiuto i loro voli sopra di te. Saresti planato con loro, in ogni tocco della chiesa della domenica, volando sulla gente tra le vie del borgo che dall'alba profumavano di buono e di casa. Anche sulla casa che era la tua, in cui sei cresciuto ogni tuo giorno, sommando le ore ed i minuti che ti hanno fatto crescere. Ho aspettato tutti i giorni dell'inverno, con la pazienza di chi tesse con la lana che scalda tutto, guardando la neve dalla finestra, facendone entrare il freddo puro, un po' al giorno. Perché forse, insieme a quei fiocchi leggeri che venivano dall'eternità, saresti entrato anche tu. Ho lasciato acceso il lume nella stanza, vicino al camino che bruciava gli ultimi carboni, con la lentezza delle ore corte di luce, perché così, una volta tornato, seduto sulla poltrona con la coperta lasciata per te, non avresti sentito freddo nel riposarti dai tuoi passi. 

Quanto ti ho aspettato nei giorni in cui era maturo il grano e si muoveva col vento caldo della sera, in cui la notte non arrivava mai e quando arrivava c'erano cosi tante stelle o una luna cosi luminosa, che era sempre giorno. Il giorno non voleva lasciarti nella notte, in modo che tornando non avresti mai preso la strada ed avuto paura. 

Ti ho aspettato sotto i fiori degli albicocchi ed allora dei tigli, che confondevano il loro profumo con quello della tua ombra. Ho aspettato ogni giorno dalla finestra e dalla porta di casa e del cuore che non ho mai chiuso. 

La fiducia e la pazienza si sono addormentate tutte le notti con me ed al risveglio c'era la gratitudine che non aveva lasciato la mia mano per dirmi che ero legata a te anche anche tutte le volte in cui eravamo lontani. 

Quanti giorni sono passati e non ho mai smesso di guardare dalla finestra, credendo che alla fine saresti tornato. 

Oggi sono tornate le rondini. 

Le ho viste correre dentro il nido sopra il fienile della casa e sorridere alla luna che nasceva: sono tornate in tempo scavalcando i rami pieni di fiori rosa del pruno selvatico. 

Mi sono voltata verso la strada bianca che, costeggiata in estate dai papaveri e dalle cicale, porta alla casa che ti aspetta da sempre, insieme a me. 

E ti ho visto arrivare. 

Sei tornato anche tu. 

(da: la nostra ultima estate)

1 commento:

  1. Odette FONTANA FAVRE21 marzo 2022 alle ore 10:56

    Vecchie canzoni che cantavano i nostri genitori, ed anche il Reverendo :
    "Sotto la gronda della torre antica
    Una rondine amica,
    Allo sbocciar del mandorlo è tornata.
    Ritorna tutti gli anni,
    Sempre alla stessa data;
    Monti e mare essa varca per tornar".
    (rondine al nido)

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