domenica 26 dicembre 2021

Scribi & Farisei

[Gianni Spagnolo © 21N23]

Chi fossero sti Scribi e Farisei non ci era ben chiaro, però dovevano essere dei tipi particolarmente cativi e tacaisse. Li nominava il prete dó par cesa, come provocatori di Gesù e coltivatori di ogni subdola ipocrisia, ma era la Maria Contessina che si appropriò della categoria quale esempio collettivo di biasimo.

Scribi & Farisei” era infatti l’epiteto che la Maria rivolgeva a noi mòcoli quando non ci comportavamo secondo i suoi rigidi canoni di condotta o non ottemperavamo alle corrette procedure rituali. Considerato il nostro andazzo medio tutt’altro che adamantino, va da sé che questo bonario insulto biblico echeggiava spesso dalle parti del cantòn destro dela cesa. 

Nessun altro s'appropriò di quella contumelia, nemmeno noi bociasse, sempre alla ricerca di epiteti ingiuriosi da affibbiarci l’un l’altro. “Scribi & Farisei” aveva quell’aurea mistica che non permetteva di utilizzarla a fini profani. Mai accadde, infatti, che  fra di noi ci si insultasse con: a te sì on scribo e fariseo! No, non ci stava proprio! L’offesa sarebbe stata accolta con fragorose risate.

D'altra parte, questo era un ingiurio rivolto al plurale, per cui non era particolarmente personale, ma collettivo; e si sa che la colpa di tutti è quella di nessuno. Ecco dunque che esso rimase relegato all'ombra, piuttosto corta, del nostro campanile. 

Peraltro, nella nostra parlata non c’era la categoria dell’ipocrita; non esisteva un epiteto che potesse render bene l’idea, perciò “Scribi&Farisei” ci stava a meraviglia per etichettare quella categoria un po’ troppo elevata e speculativa per i nostri standard. Nel frasario della Contessina, comunque, l'appellativo non biasimava l'ipocrisia, quanto un indefinito e variegato modo di svicolare furbescamente le regole che lei solo sapeva identificare. Esisteva effettivamente al singolare la figura dell'ipocrita, come solo "fariseo", ma era per chi sapeva parlare pulito e aveva più chiaro il concetto che sottintendeva.

Gli Scribi e i Farisei erano infatti i dotti e i sapienti della società mosaica e mal si rapportavano alle categorie sociali paesane, dove l’ipocrisia, pur ampiamente diffusa, era un concetto difficile da rendere in maniera elevata. Si ricorreva perciò a metafore molto più terrestri. Ecco allora che c’erano i basabanchi, i basapile, i magnaparticole, i picà via su par la còtola del prete, … e via discoreggiando. Solo per rimanere in ambito ecclesiastico, però, perché anche in quello civile non è che l'ipocrisia fosse assente, ...eh no ciò! Perché, come asseriva La Rochefoucald: "l'ipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù!"

6 commenti:

  1. Per la virtù, "Lo spirito è pronto, ma la carne è debole», come si dice...

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  2. Gianni, era proprio così! Grazie

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  3. Bello questo scritto.Cosa significa tacaisse?! Grazie per la risposta

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