martedì 28 dicembre 2021

La misura della Bellezza.

Si può misurare la bellezza, l’armonia?

Ci hanno provato in tanti a trovare una regola fissa che servisse a creare e misurare la bellezza, anche se quest’ultima è normalmente intesa come valutazione molto soggettiva, i cui canoni sono perciò parecchio relativi.

È detta Sezione Aurea, o Rapporto Aureo, o Regola Aurea, o Numero Aureo… tanti nomi per una sola, magnifica costante matematica che, da secoli, cerca di dare una logica all’armonia. È insita nella Natura e l’uomo crede d'averla scoperta; vediamo un po’ che cos’è e qualche esempio di applicazione.

Cominciamo con la sua spiegazione matematica, semplificandola al massimo, giusto per dare l’idea. Prendiamo dunque un segmento (L) e lo dividiamo in due parti diseguali; ma non a caso, bensì facendo in modo che il tratto più corto (b) abbia un rapporto con quello più lungo (a) uguale al rapporto che (a) ha con l’intero segmento (L), ossia: [b:a=a:L] . La Sezione Aurea è perciò una costante rappresentata da un numero irrazionale con valore di 1,6180339887…, parente quindi del PiGreco o della sequenza di Fibonacci.

L’immagine che più spesso associamo a questa costante matematica si riferisce ad una sua evoluzione, ovvero il Rettangolo Aureo, che non è altro che un parallelepipedo costruito sulle proporzioni del Segmento Aureo, dove il rapporto fra il lato maggiore (a) e il lato minore (b) è uguale al rapporto fra il lato minore (b) e la differenza fra il lato maggiore e il minore. a:b=b:(a.b)

Il numero rappresenta quindi una costanza di rapporti, ma la cosa diventa interessante quando scopriamo che fin dall’antichità era considerato un canone di armonia e bellezza. Di sicuro i Greci, ma forse anche Babilonesi e Egizi conoscevano e applicavano questa costante. I primi ad documentarla pare siano stati gli appartenenti alla Scuola Pitagorica, ma a dargli uno dei suoi nomi è stato Fidia, il più celebre scultore dell’antichità ellenica. Fidia ne fece un’applicazione quasi ossessiva, specialmente nella costruzione del  Partenone di Atene. Peraltro è la Natura stessa a presentarci la Regola Aurea come un canone di bellezza. La segue la disposizione delle foglie e delle infiorescenze di alcune piante, la conchiglia del Nautilus e persino le galassie a spirale; c’è chi la rinviene anche nelle proporzioni del corpo umano. È dunque la Natura stessa che anticipa quella regola, anche se forse siamo noi umani che, osservando questi fenomeni naturali, ci abbiamo trovato una logica matematica, eleggendo questa costante a Regola Aurea. Perché, alla fine di tutto, è di questo che si tratta: la misura della bellezza e dell’armonia. In giro per il mondo e nei musei ci sono infinite opere in cui è possibile rintracciare questa proporzione.

Non è presente solo nel Partenone, ma anche in molte chiese medievali; nelle opere di pittori come Giotto o Cimabue. Anche nella Monna Lisa di Leonardo da Vinci e nel suo famoso Uomo Vitruviano. Non solo in antico, pure nella nostra epoca contemporanea la Regola Aurea ha trovato applicazione in diverse forme d’arte. Qui la Sezione Aurea è una fonte di ispirazione e non una regola, tuttavia rappresenta un buon punto di partenza per rappresentare quei rapporti armonici che possono andare anche sotto il semplice nome di bellezza.



1 commento:

  1. Gianni, come sempre, sei chiaro e didascalico: congratulazioni

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