venerdì 1 ottobre 2021

Tramonti ed Aurore

 

【Gianni Spagnolo © 21I28】
Non potrebbe esserci contrasto più stridente in questa foto fra l'obito che segna il tramonto di una vita e l'insegna dell'osteria innalzata all'Aurora, scoperta dal cono d'ombra che si sta ritirando.
La parte immortalata del corteo funebre, per quello che si riesce a capire, è composta da  fanciulli dell'asilo, da una suora e qualche pia donna, ma sembrano intravedersi anche due o tre preti al seguito del feretro. Non è dato tuttavia di sapere chi sia il morto. Scattare una foto a quel tempo e in queste circostanze era però assai inusuale, così da far pensare che si trattasse di una occasione eccezionale o di un personaggio in vista; forse il funerale di una suora o del parroco don Antonio Fontana. Siamo evidentemente in una mattina del secolo scorso fra le due guerre, sulla piazza del paese dove ancor dominano le vecchie e massicce fontane di pietra. 
Sull'angolo dei Trudi, all'inizio dell'Areta c'era dunque l'osteria Vino all'Aurora, pomposa insegna trascurata però dai paesani a favore dei più popolari dala Nìnele, da Puce o da Fulgido.  Noi bociasse presenpio andavamo a prendere la spuma o il gelato da Fulgido, mentre mio nonno o mio padre andavano dalla Nìnele. Il posto era lo stesso, ma veniva chiamato in modo diverso a seconda della generazione di riferimento. 
Lo gestiva Maddalena Pesavento, detta Nìnele, moglie di Felice Lorenzi dalla Tartura detto Felissòn, poi esercente l'attività estrattiva sulla Val del Corvo che appunto era chiamata la Cava de Felissòn. I Pesavento esercitavano allora una sorta di monopolio della ricettività paesana; infatti Antonio, detto El Tònes e fratello della Nìnele, gestiva assieme alla moglie Marta la vicina osteria "Dala Bastiana", sull'inizio della Strada Nova che portava a Rotzo. Un altro Pesavento, detto Cai, gestiva l'osteria alla Campagna, detta popolarmente "Dala Mora" o "Da Cai", ora "In sima alla Pontara". Ma non era mica finita: la Nìnele era pure cognata di Valente Serafini, gerente l'omonima osteria sulla Val del Chèstele, chiamata anche "Da Matiùni"; attualmente "Da Jona". Dei quattro esercizi ne sopravvivono oramai solo due, e solo Jona come continuatore d'una tradizione familiare risalente al Milleottocento con l'evocativo soprannome di Menegosto (Menego osto = Domenico oste) dato ai Serafini oriundi da Casotto.
L'osteria All'Aurora era situata strategicamente sull'angolo della Piazza e quindi la più prossima alla chiesa parrocchiale; per di più, ci si poteva arrivare quasi di scondòn da l'Areta.  Era allora il naturale ricettacolo di diverse tipologie di cristiani di nome o di fatto: quelli che ottemperavano al precetto festivo avvicinandosi alla chiesa, ma non troppo; gli impenitenti dichiarati e quelli che frequentavano l'osteria all'uscita dalla messa per i convenevoli festivi fra paesani. Serviva anche da punto d'appoggio per i primi, e soprattutto per i secondi, in occasione delle esequie, alle quali non si poteva mancare. Allora c'era chi schivava il rito funebre in chiesa aspettando all'osteria l'approssimarsi del corteo, al quale si accodava furtivo. Si riusciva così ad adempiere di striscio all'ultima opera di misericordia corporale, quella che intimava di seppellire i morti. Anche l'Albergo alla Vittoria, chiamato popolarmente l'Apalto, poteva servire a questo escamotage, ma era più distaccato e l'operazione non riusciva altrettanto discreta.
Nella foto però si respira un'altra aria e non ci sono questi giochini; l'osteria è stranamente chiusa, come molte imposte accanto. Solo dalla finestra della casa d'angolo dei Lorenzi s'affacciano dei bambini curiosi. La foto è stata sicuramente scattata dal pergoleto dell'Albergo alla Vittoria, mentre  il paese sembra immerso in una strana e ossequiosa atmosfera. Tutto farebbe perciò supporre che l'evento sia proprio il funerale di don Antonio; l'unico parroco non nativo sepolto nel nostro cimitero; quello che proprio lui benedisse alla sua inaugurazione nel 1908.

1 commento:

  1. Ciao Koscri !! Ma quante notizie riesci a tirar fuori da una foto...sempre el mejo

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