【Gianni Spagnolo © 21I29】
L’Italia, si sa, i conti con il suo passato non li ha mai seriamente fatti, ha preferito rimuovere e confidare un po’ ingenuamente che il tempo faccia la sua parte. Sarà stata sicuramente questa la ragione che nel dopoguerra ha consigliato di rimuovere la stentorea targa commemorativa della nascita del nuovo comune di Valdastico, che in origine campeggiava sulla facciata del Municipio. Chissà se fu distrutta o relegata in qualche magazzino comunale.
Non che se ne sia sentita la mancanza, intendiamoci; peraltro immagino che nessuno si sognerebbe mai di ripristinare cotanta roboante lapide, ma forse non è inutile ricordare che qualcuno ha certamente perorato la nascita del nuovo comune, che poi sembra non aver avuto padrini locali ma venne vissuto come un’imposizione autoritaria dall’alto, estranea ai sentimenti delle comunità. Costruzione nata male e vissuta peggio, che soffre tuttora di carenze identitarie, con il penoso strascico degli usi civici comuni sulle montagne, che certo non aiuta.
Chi mi legge sa che preferisco la storia remota a quella più recente, ma questa faccenda di chi ha effettivamente voluto la costituzione del nuovo comune – peraltro in piena guerra mondiale, con ben altre priorità in campo e con gli uomini validi impegnati in guerra (fatalità!) – un po’ m’intriga. Mi piacerebbe spulciare gli archivi e leggere i carteggi fra i nostri Maggiorenti e le Preposte Autorità dell’epoca per capire come si addivenne a questa decisione, chi ne furono gli artefici e con quali ragioni, professe o inconfesse.
Mah, … tarè che on dì o l’altro me cavarò sta spissa, se noi ga fato sparire le carte!
Osservo appena che l’ottemperanza ai Regi Decreti che accorpava i piccoli comuni mi pare deboluccia come scusa, visto che semmai avrebbe dovuto esser attuata anni prima. Ricordo che nell'Italia liberata uno dei primi interventi in materia legislativa avvenne durante la Costituente quando vennero ricostituiti ben 468 Comuni, e sino al 4 novembre del 1951 ne vennero eretti ben 7804 a fronte di oltre 2165 Comuni soppressi dal fascismo.
I provvedimenti più importanti in merito promulgati sotto il fascismo furono due, il R.D.L. n. 383/1927 attraverso il quale si provvedeva all'unione, soppressione o aggregazione coattiva di 2.184 piccoli Comuni e si rendeva possibile la facoltà di accorpare i Comuni con popolazione inferiore ai 2.000 abitanti, nel caso fossero mancati i mezzi per provvedere in maniera conveniente ai pubblici servizi. In seguito il R.D.L. n. 383/1934 all'art. 30, laddove si prevedeva che: «I Comuni con popolazione inferiore ai 2.000 abitanti, che manchino di mezzi per provvedere adeguatamente ai pubblici servizi, possono, quando le condizioni topografiche lo consentano, essere riuniti fra loro o aggregati ad altro Comune. Può inoltre essere disposta la riunione di due o più Comuni, qualunque sia la loro popolazione, quando i podestà ne facciano domanda e ne fissino d'accordo le condizioni»; mentre all'art. 156 prevedeva che i Comuni avessero la possibilità di unirsi in Consorzio e all'art. 157, comma 1, che: «indipendentemente dai casi nei quali la costituzione del Consorzio sia imposta per legge, più Comuni possono essere riuniti in Consorzio fra loro o con la Provincia per provvedere a determinati servizi od opere a carattere obbligatorio»; mentre il comma 2 prevedeva «la costituzione coattiva del Consorzio».
Osserviamo perciò che, pur trovandoci in un regime dittatoriale, erano comunque previsti istituti alternativi alla soppressione e all'unificazione obbligatoria, come i consorzi per garantire i servizi comunali e in ogni caso previo accordo e stimolo dei rispettivi Podestà. La valutazione delle condizioni e delle opportunità paiono essere lasciate comunque all’ambito locale, non imposte coattivamente dalle prefetture o dal governo centrale come appare invece dalla narrazione che se n'è data. Dal punto di vista topografico la soluzione ci stava anche, e pure la travagliata economia del piccolo comune di Forni (peraltro costituito nel 1922 staccandolo da Tonezza) e di Casotto poteva consigliarlo. Non però la storia e i legami atavici, nonché la complessa questione (che nel 1940 era ancora vitale) dello sfruttamento delle montagne. Prova ne sia il successivo distacco di Casotto e l'incompiuta fraternità delle frazioni accorpate.
Bravo.
RispondiEliminaBella roba fascista: distruggere due antichi Comuni per crearne uno nuovo!
RispondiEliminaGiulio
RispondiEliminaMi dispiace che siano pochi i lettori di Bronsescoverte a intervenire su un sogetto cosi importante che ha fatto la storia del cpmmune.Gli articoli che Gianni scrive sono sempre interessanti e pertinenti ,che richiedono un dibattito oppure un avviso, invece niente !! peccato. Con un po di ritardo vorrei dire la mia!! voglio direi quello che ho sentito da persone che hanno partecipato ( alla lotta) se si puo chiamare cosi ! perche veramente c'e stato lotta fisica con manganelli,e maneghi di picco, scambi verbali con parole piuttosto tossiche. Quando Gianni scrive" se noi ga fato sparire le carte" é significativo ,per il dubbio che fa pianare ancora sui fatti avvenuti e le ragioni di questi. Ci sono diverse versione nel rapportare i fatti !come per altri fatti gravi avvenuti in zona in quel triste periodo che ancora oggi portano le ferite. Ma rimaniamo sul commune in Valdastico portare giu il commune: La verita i questi fatti,come tutte le informazioni, bisogna prenderla alla sorgente, cioe bisogna ascoltare i testimoni ,i partecipanti , solo loro sono in grado di dire cosa e come é sucesso. Sono passati 75 anni da allora! diviene raro incontrare qualcuno che puo dire" io facevo parte del viaggio" Molte volte ho sentito da gente anziana,dire che sono stati i (caporioni) del paese voler portare giu il commune, non volendo svelare i nomi di questi caporioni i partecipanti ,forse non li conoscevano neanche ! come pure non sapevano l'obiettivo,ma erano li per fare numero , percio dicendo : "quelli che erano davanti" rimanevano neutri!!! .sopratutto che Il periodo era delicato e i I leader, si prendevano un certo potere che era nella continuita del momento e del sistema!!! di fare come volevano!!!!. Oggi metterci un nome agli organizzatori non credo sia importante,se non avere dei rancorii. Quel giorno là, il camion e salito su per il monte,pieno di gente giovane,e meno giovane, degli adolescenti 14/15 anni facevano parte del viaggio, al loro ritorno i genitori gli dissero: che se fossero rimasti a casa non avrebbereo subito tutte quelle ferite fisiche: vestiti strappati e parti del corpo ensanguinati dalle ferite subite, fatti con manganelli, e maneghi di picco,e altri bastoni,piu l'agressivita verbale sentita. Tanti anni dopo siamo in diritto di sapere; se ci sono stati dei veri benefici,dovuti a questo traslocco di commune per i cittadini di Valdastico? Sarebbe interessante fare (un audit) un bilancio economico e sociale della situazione. E stato un bene oppure un male avere voluto un commune in Valdastico? quando sento quà e là, il bilancio contabile dovuto alle cause fatte contro le contra e communi,quando ascolto la moralita e il malessere in paese per non dire il malvivere insieme , trasmesso di generazione a generazione tra le diverse contra e communi e una cosa indescrittibile al giorno d'oggi !!! Da molti anni qui in Francia esistono le (Intercommunalité) cioe raggruppamenti di communi , questo permette la realizzazioni di impianti sportivi,culturali e altri in commune , in modo che un massimo di cittadini possono beneficiarne. Penso che con tutti i soldi spesi in paese dalle diverse amministrazioni, per tutti gli avvocati impegnati per queste pratiche per sapere chi é o non é proprietario di questo o quel bosco o questa malga avremmo potuto fare delle belle cose per il paese. E solamente il mio avviso.
Giulio, mi pare che tu ti riferisca ad un fatto diverso rispetto alla formazione del comune di Valdastico di cui al Post, ossia la famosa spedizione a Rotzo dell'8 giugno del 1948. Allora erano trascorsi già 7 anni dalla separazione da Rotzo e l'accesa contesa riguardava appunto gli appalti del legname delle montagne. Una conseguenza, quindi non una causa.
EliminaLa costituzione del nuovo comune, invece, non mobilitò proprio nessuno, avvenne come per l’abbattimento del capitello della Campagna, che crollò per caso e fatalità proprio al momento giusto. Soprattutto perché a quella data chi poteva efficacemente mobilitarsi era già stato mobilitato in guerra e gli altri avevano ben altro a cui pensare, leggersi pagnotta. Per questo sostengo che non fu senz’altro un caso che l’operazione sia avvenuta in un momento storico in cui la gente aveva altre vitali priorità e non avrebbe reagito. Credo che le lettere delle nostre integerrime locali Autorità, sedicenti contrarie alla separazione, siano fuffa per gettare fumo negli occhi, ma che la separazione fu assai caldeggiata sottobanco da chi aveva personali interessi e ambizioni; ma questa è nient’altro che una mia opinione personale.
Vedi alcuni post specifici pubblicati in passato:
https://bronsescoverte.blogspot.com/2014/03/risposta-del-sindaco-di-rotzo-dopo-la.html?view=flipcard
https://bronsescoverte.blogspot.com/2017/01/la-canzone-del-riscatto.html
Giulio
EliminaGrazie Gianni per le précisioni che apporti sulle date dell’installazione del commune a Valdastico. In ogni modo non tolgo niente a quello che ho scritto. Non penso che l’opéraio ,oppure l’emigrante non fossero a l’initiativa del progetto! Loro cercavavano solo una cosa: trovare lavoro per far vivere la famiglia. Basta guardare la fine del film ( 1900 di Bertolucci) alla fine della guerra quelli che erano davanti si sono trovati ancora davanti alla fine della guerra :sempre nel buon senso della bandiera, e cosi e sucesso anche da noi.Quando parli del capitello della campagna Gianni, era quello in sima la pontara? In ogni modo non so ancora chi ne a tratto profitto di avere il commune a Valdastico,e se e stato un bene o un male!! ma e vero che il potere permette tante cose.