Prima di abbattere la vecchia chiesa per far posto alla nuova è stata celebrata l'ultima messa. Corre l'anno 1927, il vecchio sagrato e la scalinata sono ordinatamente affollati di devote massaie, composte donzelle e fanciulli comandati in servizio. La piccola piazza brulica di uomini con cappelli panama e man in scarséla, quanto più ci si allontana dalle Autorità Civili e Religiose e dalle bandiere sotto l'arco di fronde.
Il più scanzonato di tutti pare l'ometto ritratto di spalle ritto sulla fontana, che guarda la cerimonia con aria di distaccata sufficienza e da un punto di vista senz'altro dominante. Uno nato probabilmente profugo in piena prima guerra mondiale, che si sarà beccato magari tutta la seconda. Chissà chi era e che fine ha fatto.
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