Rallenta,
pensa a chi sei.
Rallenta,
prendi il giorno e fanne occasione di abbandono.
Rallenta,
se stai male, rallenta.
Dentro
alle preoccupazioni, all’angoscia della prestazione, tu fermati,
guardale in faccia e loro si rimpiccioliranno.
Rovista
nei cassetti e cerca i sogni, forse li hai perduti dentro alla
fretta, basta tirarli fuori e riposizionarli in bella vista, se li
vedi tu, li vedranno anche gli altri.
Conta
gli sguardi, gli occhi che ancora riesci ad incontrare, quelli che
concedi ciò che ti stavi perdendo, se i tuoi occhi guarderanno, gli
altri sapranno chi sei.
Rallenta,
nelle sere buie spogliati delle paure, delle colpe, della noncuranza,
ci sarà sempre un motivo per essere inadeguato, cerca il resto.
Rallenta,
se non sai più chi sei, cosa vuoi.
Guarda
i passi, il panorama oltre i vetri, i bambini che giocano, respira di
nuovo la vita, anche se non è la tua, stai sicuro che ci assomiglia.
Rallenta,
senti l’aria sul volto, la terra sotto i piedi, la musica in
lontananza e il ronzio nelle orecchie se ne andrà.
Tu
resterai.
Rallenta,
dentro alle parole che fanno male, al cuore che soffre, all’amore
che non sa esistere.
Se
lo farai, sarai meno fragile.
Rallenta
e cercati in ogni angolo, in ogni anfratto, in ogni intercapedine in
cui ti sei nascosta, riportati dentro al visibile.
Se
ti vedrai, lo faranno anche gli altri.
Rallenta,
riprenditi la tua esistenza, fosse anche un attimo.
Tu
torna, riposizionati, respira.
Resta.
Ce
la farai.
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