Schèi è un termine veneto con il quale viene indicato in generale il denaro.
L'etimologia del termine è piuttosto singolare: ai tempi del regno Lombardo-Veneto (1815-1866), quando il Veneto si trovava sotto l'egemonia austriaca, erano in circolazione alcune monete su cui era riportata la scritta tedesca "scheidemünze" cioè "moneta divisionale". Questa veniva pronunciata popolarmente come schei, leggendo come in italiano la parola (la vera pronuncia in tedesco sarebbe "sciaid munz"), da cui poi derivò anche il singolare scheo per indicare la singola moneta.
L'etimologia del termine è piuttosto singolare: ai tempi del regno Lombardo-Veneto (1815-1866), quando il Veneto si trovava sotto l'egemonia austriaca, erano in circolazione alcune monete su cui era riportata la scritta tedesca "scheidemünze" cioè "moneta divisionale". Questa veniva pronunciata popolarmente come schei, leggendo come in italiano la parola (la vera pronuncia in tedesco sarebbe "sciaid munz"), da cui poi derivò anche il singolare scheo per indicare la singola moneta.
Il termine è sopravvissuto sino all'epoca contemporanea.
Il singolare, inoltre, indica per estensione qualcosa di piccole
dimensioni, analogo all'italiano "soldo di cacio" (pìcoło fa un scheo,
"piccolo come un soldo di cacio"), o anche una breve lunghezza, come un
centimetro (spòsteło de vinti schei, "spostalo di 20 cm"). Si usa il
gergale "èssar sensa schei" per "essere senza soldi", mentre "aver
quatro schei" (avere "quattro soldi" - cioè non averne - in italiano)
nel Veneto significa, con un eufemismo ed in senso ironico, averne
molti.
CIMBERnauti
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