Padova: ore 9 del 25 giugno 1678.
Una folla numerosa si dà appuntamento davanti alla cattedrale, dove si
sta celebrando una cerimonia di laurea eccezionale: a conseguire il
prestigioso traguardo, infatti, è una donna di trentadue anni. Il suo nome è Elena Lucrezia Cornaro Piscopia ed è considerata la prima donna a laurearsi al mondo. Questa è la sua storia.
È il 1646: Elena nasce nella ricca famiglia veneziana dei Cornaro (o Corner) Piscopia. La
loro ricchezza è dovuta a una discreta fortuna accumulata grazie ai
commerci in Oriente e il loro nome è conosciuto in città grazie ad
alcuni membri della famiglia, diventati dogi e cardinali. I
Cornaro hanno amicizie illustri – come il bisnonno di Elena, che era
amico di Galileo Galilei – e la casa è frequentata regolarmente da
uomini di cultura e scienza. L’ambiente in cui cresce Elena,
dunque, è particolarmente stimolante e la piccola mostra subito
interesse per lo studio, che approfondisce grazie all’imponente
biblioteca del padre Giovanni Battista, un uomo appassionato di scienza e
particolarmente “originale” per il tempo; aveva infatti deciso di
sposare la madre di Elena, una popolana di nome Zanetta, soltanto dopo
la nascita della bambina (quinta di sette fratelli) e – cosa ancor più
singolare per l’epoca – aveva deciso che la ragazza avrebbe studiato.
Elena riceve così un’educazione che spazia dal latino alla musica, e il suo talento non sfugge agli occhi del padre,
che decide di investire ancora di più sulla sua istruzione, scegliendo
per lei i migliori precettori del tempo. Elena impara greco, latino,
ebraico, francese e spagnolo, studia con passione matematica e
astronomia e segue lezioni di musica con un’insegnante – Maddalena – che
sarà anche sua confidente e amica; è una giovane di costituzione
gracile e di temperamento calmo e determinato.
Arriva poi il tempo in cui Elena comincia a ricevere proposte di matrimonio e capisce
che il suo destino non sarà quello di essere una moglie e una madre:
l’orizzonte che desidera per se stessa è il sapere e per suggellare
questa sua ferma volontà prende i voti di nascosto alla
famiglia, per non dover più discutere di matrimoni. Diventa oblata
benedettina, riesce a evitare la reclusione in monastero e rimane in
casa a dedicarsi allo studio.
Giovanni Battista e la moglie Zanetta
devono accettare la scelta della ragazza e vista la sua determinazione,
il padre decide di puntare sulle capacità eccezionali della figlia per
aumentare il prestigio della famiglia, sostenendo la sua volontà di
perseguire gli studi in teologia. Giovanni Battista consiglia a
Elena di osare l’impossibile: chiedere allo Studio di Padova (come era
chiamata all’epoca l’Università) di potersi laureare presso la loro
sede. La richiesta viene accolta con favore dai teologi dell’Ateneo, ma
incontra l’ostilità del vescovo e cancelliere dello Studio, Gregorio
Barbarigo, che si rifiuta di concedere un tale onore a una donna,
considerandolo “uno sproposito” che li avrebbe resi ridicoli di fronte
al mondo. Inizia così un lungo scambio di lettere tra Giovanni
Battista e il vescovo, e soltanto dopo una lunga trattativa si giunge al
compromesso: Elena potrà laurearsi in Filosofia, non in Teologia, e non
potrà mai esercitare la professione di insegnante.
Nonostante queste limitazioni, Elena
accetta di discutere la sua laurea a Padova il 25 giugno 1678 alle ore
9, nella cappella della beata Vergine della cattedrale. Un
lunghissimo corteo di curiosi assiste alla cerimonia, mentre grande
assente è il vescovo Barbarigo, che si limita a mandare un suo
rappresentante, preferendo non presenziare all’evento. Per
quanto il risultato di Elena sia di grandissima portata, ci vorrà ancora
molto tempo prima che la laurea di una donna non sia un’eccezione:
poco tempo dopo il suo traguardo, un’altra ragazza, Carla Gabriella
Patin, chiede di laurearsi in filosofia ma la risposta dell’università è
dura: non ci saranno altre lauree femminili. Lo stesso Giovanni
Battista si opporrà fermamente alla richiesta della giovane, volendo
mantenere il primato assoluto (e il conseguente prestigio) di sua
figlia.
Ma tutte queste vicende sono lontane da
Elena, che dopo essere stata aggregata al Collegio dei filosofi e medici
dell’Università, si trasferisce da Venezia a Padova, dove riprende i
suoi studi fino a quando, a causa della sua salute cagionevole
aggravatasi nel tempo, muore il 26 luglio 1684, a 38 anni. Diventata simbolo di emancipazione, il suo è stato il primo passo sulla strada dell’indipendenza; bisognerà
aspettare a lungo – il 1732 – per veder laureata, in Italia, un’altra
donna, la fisica bolognese Laura Bassi. Ma questa, è ancora un’altra
storia.
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