sabato 8 febbraio 2020

Un po' di tutto - La prima donna laureata al mondo: ELENA CORNARO PISCOPIA

Padova: ore 9 del 25 giugno 1678. Una folla numerosa si dà appuntamento davanti alla cattedrale, dove si sta celebrando una cerimonia di laurea eccezionale: a conseguire il prestigioso traguardo, infatti, è una donna di trentadue anni. Il suo nome è Elena Lucrezia Cornaro Piscopia ed è considerata la prima donna a laurearsi al mondo. Questa è la sua storia.
È il 1646: Elena nasce nella ricca famiglia veneziana dei Cornaro (o Corner) Piscopia. La loro ricchezza è dovuta a una discreta fortuna accumulata grazie ai commerci in Oriente e il loro nome è conosciuto in città grazie ad alcuni membri della famiglia, diventati dogi e cardinali. I Cornaro hanno amicizie illustri – come il bisnonno di Elena, che era amico di Galileo Galilei – e la casa è frequentata regolarmente da uomini di cultura e scienza. L’ambiente in cui cresce Elena, dunque, è particolarmente stimolante e la piccola mostra subito interesse per lo studio, che approfondisce grazie all’imponente biblioteca del padre Giovanni Battista, un uomo appassionato di scienza e particolarmente “originale” per il tempo; aveva infatti deciso di sposare la madre di Elena, una popolana di nome Zanetta, soltanto dopo la nascita della bambina (quinta di sette fratelli) e – cosa ancor più singolare per l’epoca – aveva deciso che la ragazza avrebbe studiato.
Elena riceve così un’educazione che spazia dal latino alla musica, e il suo talento non sfugge agli occhi del padre, che decide di investire ancora di più sulla sua istruzione, scegliendo per lei i migliori precettori del tempo. Elena impara greco, latino, ebraico, francese e spagnolo, studia con passione matematica e astronomia e segue lezioni di musica con un’insegnante – Maddalena – che sarà anche sua confidente e amica; è una giovane di costituzione gracile e di temperamento calmo e determinato.
Arriva poi il tempo in cui Elena comincia a ricevere proposte di matrimonio e capisce che il suo destino non sarà quello di essere una moglie e una madre: l’orizzonte che desidera per se stessa è il sapere e per suggellare questa sua ferma volontà prende i voti di nascosto alla famiglia, per non dover più discutere di matrimoni. Diventa oblata benedettina, riesce a evitare la reclusione in monastero e rimane in casa a dedicarsi allo studio.
Giovanni Battista e la moglie Zanetta devono accettare la scelta della ragazza e vista la sua determinazione, il padre decide di puntare sulle capacità eccezionali della figlia per aumentare il prestigio della famiglia, sostenendo la sua volontà di perseguire gli studi in teologia. Giovanni Battista consiglia a Elena di osare l’impossibile: chiedere allo Studio di Padova (come era chiamata all’epoca l’Università) di potersi laureare presso la loro sede. La richiesta viene accolta con favore dai teologi dell’Ateneo, ma incontra l’ostilità del vescovo e cancelliere dello Studio, Gregorio Barbarigo, che si rifiuta di concedere un tale onore a una donna, considerandolo “uno sproposito” che li avrebbe resi ridicoli di fronte al mondo. Inizia così un lungo scambio di lettere tra Giovanni Battista e il vescovo, e soltanto dopo una lunga trattativa si giunge al compromesso: Elena potrà laurearsi in Filosofia, non in Teologia, e non potrà mai esercitare la professione di insegnante.
Nonostante queste limitazioni, Elena accetta di discutere la sua laurea a Padova il 25 giugno 1678 alle ore 9, nella cappella della beata Vergine della cattedrale. Un lunghissimo corteo di curiosi assiste alla cerimonia, mentre grande assente è il vescovo Barbarigo, che si limita a mandare un suo rappresentante, preferendo non presenziare all’evento. Per quanto il risultato di Elena sia di grandissima portata, ci vorrà ancora molto tempo prima che la laurea di una donna non sia un’eccezione: poco tempo dopo il suo traguardo, un’altra ragazza, Carla Gabriella Patin, chiede di laurearsi in filosofia ma la risposta dell’università è dura: non ci saranno altre lauree femminili. Lo stesso Giovanni Battista si opporrà fermamente alla richiesta della giovane, volendo mantenere il primato assoluto (e il conseguente prestigio) di sua figlia.
Ma tutte queste vicende sono lontane da Elena, che dopo essere stata aggregata al Collegio dei filosofi e medici dell’Università, si trasferisce da Venezia a Padova, dove riprende i suoi studi fino a quando, a causa della sua salute cagionevole aggravatasi nel tempo, muore il 26 luglio 1684, a 38 anni. Diventata simbolo di emancipazione, il suo è stato il primo passo sulla strada dell’indipendenza; bisognerà aspettare a lungo –  il 1732 – per veder laureata, in Italia, un’altra donna, la fisica bolognese Laura Bassi. Ma questa, è ancora un’altra storia.

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